
(AGENPARL) – Wed 04 June 2025 https://www.aduc.it/articolo/accumulo+naturale+nella+crosta+terrestre+idrogeno_39312.php
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Accumulo naturale nella crosta terrestre. Idrogeno per 170 mila anni
Quando fu scoperto, nel diciottesimo secolo, fu chiamato “aria infiammabile” proprio per la sua alta capacità combustibile. Si tratta dell’idrogeno, l’elemento chimico più leggero e abbondante nell’Universo. In combinazione con l’ossigeno forma la molecola essenziale per la vita: l’acqua.
Negli ultimi anni, l’idrogeno è stato considerato una soluzione chiave per la decarbonizzazione, soprattutto nei trasporti e nell’industria pesante. Generato all’interno della crosta continentale, potrebbe rappresentare una fonte significativa di energia a basso impatto ambientale.
Gli scienziati delle università di Oxford e Durham (Regno Unito) e Toronto (Canada) hanno scoperto che la litosfera ha prodotto idrogeno naturale accumulando riserve che potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico umano per 170mila anni. Questo gas, generato attraverso processi geochimici naturali, rappresenta una fonte di energia pulita e a basso costo, senza emissioni di anidride carbonica.
Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il settore energetico globale, offrendo un’alternativa sostenibile ai combustibili fossili e contribuendo alla transizione verso un’energia carbon free.
Lo studio, pubblicato su “Nature Reviews Earth & Environment”, ha delineato una strategia di esplorazione per individuare e sfruttare le riserve sotterranee.
I processi geochimici alla base della produzione di idrogeno naturale sono reazioni che avvengono tra l’acqua e i minerali ricchi di ferro presenti nelle rocce. Diversamente dai metodi industriali attualmente utilizzati per produrre idrogeno (come l’elettrolisi o la trasformazione chimica dei gas idrocarburici), le reazioni avvengono in maniera lenta e graduale in periodi geologici e si svolgono su scale temporali molto diverse: da migliaia a milioni di anni nel caso delle rocce altamente fratturate, fino a decine o centinaia di milioni di anni per ambienti meno permeabili. Tuttavia, la vera sfida consiste nel determinare la quantità di idrogeno che viene effettivamente conservata e che potrebbe essere sfruttata come risorsa energetica.
L’estrazione dell’idrogeno naturale dal sottosuolo è ancora una tecnologia emergente, ma si basa su principi simili a quelli utilizzati per l’estrazione del gas naturale, quali, ad esempio, la perforazione e produzione diretta, la separazione da miscele di gas, la stimolazione geotermica (frattura delle rocce) e il recupero da sorgenti superficiali. Un esempio di deposito naturale di idrogeno si trova nel Mali, dove è stata identificata una riserva con oltre il 90% di purezza.
Il prelievo dell’idrogeno naturale è ancora in fase di studio e sviluppo, ma potrebbe diventare una fonte importante di energia pulita con un’impronta di carbonio molto bassa.
Sebbene la quantità totale di idrogeno generata sia enorme, non è chiaro quanto idrogeno sia stato effettivamente conservato in accumuli sfruttabili. Il gas può disperdersi nell’atmosfera o essere consumato da processi chimici e biologici nel sottosuolo.
Il professor Jon Gluyas dell’Università di Durham ha evidenziato l’importanza di sviluppare metodi di ricerca simili a quelli già utilizzati per l’elio. Tuttavia, una delle sfide principali è rappresentata dai microbi sotterranei, che consumano l’idrogeno e ne riducono la disponibilità.
Uno degli obiettivi principali della ricerca futura sarà migliorare le stime sulla generazione di idrogeno per comprendere meglio il suo potenziale di utilizzo su larga scala.
(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 3 Giugno 2025)
Primo Mastrantoni, direttore coordinamento tecnico-scientifico di Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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