
(AGENPARL) – Mon 02 June 2025 https://www.aduc.it/articolo/stati+uniti+europa+competizione+grande+potenze_39301.php
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Stati Uniti d’Europa e competizione tra grande potenze
Nell’attuale fase politica internazionale sarebbe bene utilizzare con grande cautela la tradizionale distinzione tra “soft power” e “hard power” nell’analizzare la competizione strategica tra grandi potenze.
La capacità di attrarre in modo consistente e duraturo i migliori talenti da tutto il mondo costituisce una delle più significative manifestazioni del soft power ed è al tempo stesso una delle condizioni più significative per mantenere la primazia nella sfera dell’hard power.
La velocità esponenziale della rivoluzione tecnologica rende, infatti, imperativo attingere alle energie più creative disponibili in ambito internazionale.
Senza questo contributo diventa impossibile vincere le grandi sfide sul terreno strategico e militare.
La connessione che oggi collega in modo strettissimo le dimensioni soft e hard nell’esercizio del potere nell’arena globale è spesso trascurata dagli studiosi di relazioni internazionali.
Ma ciò che e’ veramente incomprensibile e sorprendente e’ che negli Stati Uniti essa è completamente ignorata dal partito repubblicano e dagli esponenti del vasto movimento politico MAGA (Rendi l’America di nuovo grande).
L’attacco ad Harvard e’ solo la punta dell’iceberg.
In questi primi mesi dell’amministrazione Trump l’atteggiamento di chiusura nei confronti di docenti, ricercatori e studenti universitari stranieri appare in palese contrasto con gli interessi nazionali degli Stati Uniti nel medio e nel lungo periodo.
Continuando di questo passo l’incapacità di attrarre i migliori talenti avra’ un costo altissimo per gli Stati Uniti.
Senza una rapida inversione di rotta il declino (non solo scientifico) degli USA diventerà inevitabile.
Gli scienziati e i ricercatori studiano e insegnano volentieri nelle società aperte, nei paesi in cui possono agire e vivere in piena libertà.
Come non ricordare la grande fuga di cervelli da Hong Kong in seguito alla stretta repressiva imposta nel 2020 dal regime di Pechino in violazione degli accordi con il Regno Unito per l’acquisizione del Dragone nel 1996?
Nelle ultime settimane gli alleati e i partner degli Stati Uniti cercano di approfittare della miopia della Casa Bianca per attrarre nelle loro università i migliori studiosi stranieri.
A questo scopo l’Unione Europea ha stanziato su proposta di Ursula Von der Leyen 500 milioni di euro.
Niente di male, si tratta di reazioni tattiche comprensibili.
Ma il discorso è ben più ampio, in vista dell’imminente vertice della NATO, Giorgia Meloni e altri leader alleati dovrebbero sollevare direttamente il tema con Il Presidente Trump e con il vicepresidente Vance.
Un brusco declino dell’egemonia scientifica americana rischia di avvantaggiare il totalitarismo del regime cinese, mettendo a rischio il futuro di tutte le democrazie, occidentali, asiatiche e africane.
Marco Mayer, docente al al Master di Cybersecurity della Luiss e al Master su Difesa e Sicurezza dell’Università di Palermo, collaboratore Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
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