
“Il 2 giugno è un patrimonio di storia e di cultura che abbiamo il dovere di trasmettere nella ricchezza del suo significato alle giovani generazioni, in questo tempo segnato da crisi ricorrenti, disaffezione per la partecipazione alla vita collettiva, generale diffidenza nei confronti delle istituzioni. In quella data inizia per l’Italia un tempo nuovo, sancito da una scelta di campo decisiva. Il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica non è stato un atto formale, ma lo scatto in avanti di una collettività che intendeva dare piena attuazione ai principi dello stato democratico, lasciandosi alle spalle gli anni drammatici del conflitto. Sono passati ottant’anni e quei principi che hanno determinato quel passo non hanno perso la forza originaria rimangono, infatti, attuali in quanto nutrimento della democrazia che oggi, in molte parti del mondo, appare minacciata”. Con queste parole Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia si unisce ai festeggiamenti che in tutta la penisola ricordano un momento decisivo della storia nazionale.
“Scelta e responsabilità – prosegue l’analisi di Romoli – devono camminare insieme. Eventi come il 2 giugno fanno parte di una storia che dobbiamo imparare a condividere, sentire insieme; senza pregiudiziali ideologiche, con rinnovato spirito di unità. Se provassimo a divaricare le scelte decisive per il nostro futuro, dal senso di responsabilità, rischieremmo di riprecipitare nel baratro. Il 2 giugno ha creato le premesse perchè i “padri costituenti” potessero dare il loro contributo alla definizione delle regole del patto sociale, entro cui tutti ci riconosciamo.
La Libera Muratoria vuole celebrare in modo particolare questo evento, avendo contribuito anche con i suoi uomini migliori alla tessitura del dettato costituzionale, sostenendo fin dagli albori della Repubblica l’universalità e la laicità dell’istruzione, la difesa dei diritti civili, che vanno sempre coltivati nell’orizzonte della fratellanza, intesa come valore civico, l’eguaglianza che deve coniugarsi con la libertà e la solidarietà, il rispetto dell’altro come canone attorno a cui “fare comunità”, il lavoro come motore di progresso e di solidarietà.
Stiamo rischiando di dilapidare il patrimonio di conquiste che la vecchia Europa e il nuovo mondo avevano creato. Nostro compito deve essere continuare a lottare perché possa consolidarsi la dimensione di una cittadinanza adulta, capace di fare memoria dei sacrifici che ci hanno portato a godere delle libertà di cui andiamo fieri.
Sono tanti gli ambiti che dobbiamo seguire con estrema attenzione, a partire dall’irrompere incontrollato delle tecnologie digitali, che eventualmente alleate con le élite del finanz-capitalismo potrebbero determinare un pericoloso cambiamento della “tavola pitagorica” del sistema democratico, riformulando il bene e il male, con il conseguente disfacimento dell’etica pubblica”.
Dobbiamo proseguire il cammino da tanti secoli intrapreso, facendoci guidare dai principi della fratellanza massonica, finalizzati unicamente alla crescita della dimensione spirituale dell’uomo, che nessuna macchina potrà mai essere in grado di operare.
Visto in quest’ottica il 2 giugno è una “promessa che si rinnova”, non può essere relegata al ruolo di una festa intermittente come era successo in passato, quando era scomparsa per un certo tempo dal calendario. La Gran Loggia d’Italia vuole sperare che il suo ritorno sia carico di una densità di significati ancora più forte, che vanno comunicati all’opinione pubblica con determinazione e fierezza.
Quel giorno non è lontano, come forse potrebbe apparire ai più superficiali, perché esprime tante cose insieme: una festa, il definitivo superamento della stagione delle guerre mondiali, il germe di una comunità pronta a sperimentare il “miracolo”economico della rinascita, avviando mattone dopo mattone la costruzione preziosa di una democrazia moderna e dialogante, aperta al confronto, connotata dalla tolleranza e da quel positivo spirito di ricerca che si traduce in un autentico volano di progresso.
