
(AGENPARL) – Thu 29 May 2025 (ACON) Trieste, 29 mag – “La sicurezza integrata non pu? essere
affrontata unicamente con azioni deterrenti e securitarie, che
vanno certamente applicate, ma anche con una componente educativa
che spesso il Centrodestra non considera”.
Lo affermano, in una nota, le consigliere regionali Laura Fasiolo
e Manuela Celotti (Pd) a margine della seduta della V commissione
riunita oggi per esprimere il parere sul programma regionale di
finanziamento in materia di politiche di sicurezza integrata per
l’anno 2025, sul quale hanno espresso un voto di astensione.
La consigliera Fasiolo, nel suo intervento in commissione, ha
sottolineato “la necessit? di potenziare interventi formativi e
divulgativi per le fasce deboli incapaci di distinguere il
phishing online o tramite sms, il vishing telefonico, o le
piattaforme fraudolente (falso trading on line) e la positivit?
del potenziamento della Polizia locale; ma il punto principale,
per le giovani generazioni in fase adolescenziale e in
difficolt?, sono gli operatori di strada, punto centrale,
educatori e formatori con funzioni ben diverse dai volontari per
la sicurezza, funzioni richiamate da Roberti. Gli educatori di
strada hanno la funzione di riagganciare a rapporti sociali
positivi i giovani tra i 12 e i 18 anni in situazione di
devianza, a rischio di un coinvolgimento in fenomeni criminosi
come le baby gang”.
Per Celotti, “se da un lato l’investimento di risorse nei sistemi
di videosorveglianza, di controllo targhe, nei corpi di Polizia
locale e nei percorsi di informazione al cittadino sono una parte
necessaria delle cose da fare, e oggi l’abbiamo largamente
riconosciuto, dall’altro lato va detto con chiarezza che manca
completamente un ragionamento complessivo sugli interventi di
carattere educativo e sociale, senza i quali non si potr? mai
parlare di una vera sicurezza”.
Su questo aspetto, ha continuato nel suo intervento in Aula,
“rileviamo ancora una volta che la Destra sceglie ideologicamente
di non esserci, evitando di intervenire sugli aspetti che sono
alla base dell’esclusione sociale e della devianza, per fermarsi
agli aspetti meramente securitari, di controllo e repressione. Ai
cittadini bisogna invece cominciare a dire con chiarezza che se
servono le telecamere e i volontari della sicurezza, servono
anche percorsi e servizi finalizzati alla prevenzione e al
recupero sociale, soprattutto rispetto ai giovani, visto che uno
dei problemi pi? sentiti ? proprio quello delle baby gang. E per
inciso – continua – una cosa sono i volontari per la sicurezza o
gli addetti alla sicurezza sussidiaria, una cosa sono gli
educatori delle equipe di strada, e non si pu? certo paragonarne
la funzione”.
I problemi, conclude Celotti, “vanno affrontati e credo che non
si possa negare che una parte della popolazione vive una
percezione di insicurezza che non pu? essere banalizzata o
negata, ma che anzi va ascoltata e alla quale la politica, anche
quella di sinistra, deve cercare di dare una risposta”.
ACON/COM/fa
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