
(AGENPARL) – Wed 28 May 2025 Razzismo, Barbera (Prc): “Le accuse del Consiglio d’Europa confermano la
deriva autoritaria nel Paese”
“Il Consiglio d’Europa ha reso noto un durissimo atto d’accusa nei
confronti delle forze di polizia italiane, colpevoli di comportamenti
sistematici improntati a razzismo e intolleranza. Un richiamo pesantissimo
che conferma ciò che da anni denunciano le organizzazioni per i diritti
umani, i movimenti antirazzisti e la società civile: in Italia esiste un
problema strutturale di violenza discriminatoria da parte delle forze
dell’ordine, spesso coperta dall’impunità e da un clima politico
complice.Sotto il governo Meloni questo fenomeno si è ulteriormente
aggravato. Non solo per i toni violenti e razzisti della propaganda
istituzionale, ma anche e soprattutto per i provvedimenti concreti che
accentuano l’impianto repressivo dello Stato. Il vergognoso decreto
sicurezza, recentemente approvato, ne è l’emblema: un attacco diretto alle
libertà democratiche, ai migranti, ai poveri e a chi dissente. Un decreto
che criminalizza la solidarietà e punta ad instaurare un vero e proprio
stato di polizia. Le reazioni di Giorgia Meloni alle parole del Consiglio
d’Europa – definendole “ideologiche” e “offensive” – sono irresponsabili e
pericolose. Dimostrano che la Presidente del Consiglio preferisce difendere
l’indifendibile piuttosto che affrontare la realtà. Con la sua linea
politica, l’Italia si sta pericolosamente avvicinando a modelli autoritari
come quello dell’Ungheria di Orbán. È nostro dovere democratico opporci con
forza a questa deriva. Sabato 31 maggio saremo in piazza anche per
denunciare queste pratiche vergognose e chiedere giustizia, diritti e
verità. Saremo in piazza per dire NO al razzismo di Stato, NO alla
repressione, NO a chi vuole ridurre l’Italia a una democrazia solo di
facciata. La sicurezza non si costruisce con la paura e con le
manganellate, ma con i diritti, la giustizia sociale e la solidarietà”.
Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione
Comunista.