
L’alleanza OPEC+, che riunisce i Paesi membri dell’OPEC e altri importanti produttori come la Russia, ha annunciato oggi che incrementerà la produzione di petrolio di 411.000 barili al giorno nel mese di giugno. La decisione arriva nonostante il recente crollo dei prezzi e le prospettive di una domanda globale in rallentamento.
L’accordo è stato raggiunto al termine di un incontro virtuale durato oltre un’ora, durante il quale i rappresentanti del cartello hanno ribadito la fiducia nei fondamentali del mercato e sottolineato il progressivo calo delle scorte petrolifere a livello globale. È il secondo mese consecutivo in cui l’OPEC+ sceglie di accelerare gli aumenti produttivi.
Nel mese di aprile, il prezzo del greggio è sceso ai livelli più bassi degli ultimi quattro anni, toccando quota 60 dollari al barile. Il calo è stato attribuito in parte all’annuncio dell’OPEC+ di un aumento produttivo più ampio del previsto per maggio, ma anche alle tensioni commerciali legate ai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che hanno generato timori su un possibile indebolimento dell’economia mondiale.
Il recente incremento produttivo arriva anche in risposta alle pressioni esercitate da Washington. Trump ha sollecitato i Paesi produttori ad aumentare la fornitura di petrolio per contenere i prezzi e sostenere i consumi globali. Il presidente americano è atteso in visita in Arabia Saudita entro la fine di maggio.
A dicembre, otto Paesi membri dell’OPEC+ che partecipavano ai tagli complessivi per 2,2 milioni di barili al giorno avevano concordato una graduale eliminazione di tali misure, attraverso incrementi mensili di circa 138.000 barili al giorno. Con l’aumento previsto per giugno, l’aumento combinato per i mesi di aprile, maggio e giugno ammonta a 960.000 barili al giorno – una riduzione del 44% rispetto ai tagli originali, secondo Reuters.
La notizia ha avuto un impatto immediato sui mercati: venerdì i future sul Brent hanno registrato un calo dell’1,2%, chiudendo a 61,29 dollari al barile. L’analista di UBS Giovanni Staunovo ha previsto ulteriori pressioni al ribasso sui prezzi per la prossima settimana, in considerazione dell’aumento dell’offerta, delle tensioni commerciali in corso e dei timori legati alla crescita globale.
Il prossimo appuntamento cruciale per il cartello sarà il 28 maggio, quando è prevista una riunione plenaria del comitato ministeriale dell’OPEC+, chiamato a valutare l’impatto delle decisioni prese e a delineare la strategia per i mesi successivi.