
La Republika Srpska ha compiuto un significativo passo verso l’avvio di una procedura arbitrale davanti alla Corte permanente di arbitrato dell’Aia, con l’obiettivo di chiarire le responsabilità nella più grave crisi istituzionale in Bosnia-Erzegovina dai tempi degli Accordi di Dayton. A riferirlo è il quotidiano Glas Srpske.
Questa possibile azione legale internazionale arriva in seguito a una decisione dell’Assemblea nazionale della Republika Srpska, approvata lo scorso marzo su proposta del presidente dell’Assemblea, Nenad Stevandić.
Arbitrato su Dayton e il ruolo dell’Alto rappresentante
Nel documento votato dall’Assemblea si chiede un arbitrato internazionale per risolvere una controversia tra la Republika Srpska e lo Stato della Bosnia-Erzegovina, con riferimento specifico all’Allegato 4 (che stabilisce la struttura costituzionale) e all’Allegato 10 (relativo ai poteri e alla nomina dell’Alto rappresentante) degli Accordi di Dayton.
Il termine per la presentazione delle motivazioni da parte delle parti è scaduto alla fine della scorsa settimana, aprendo la strada all’intervento della Corte dell’Aia. Se il procedimento verrà effettivamente avviato, sarà la prima volta nella storia della Republika Srpska che si ricorre a questo meccanismo legale.
Le accuse contro l’intervento dell’Alto rappresentante
Secondo il professore di diritto internazionale Dragan Dakić, la Corte permanente ha i presupposti per avviare un procedimento formale. Al centro della disputa vi sarebbe l’introduzione, definita “illegittima”, del rappresentante internazionale Kristijan Šmit nell’ordinamento giuridico bosniaco.
“La Republika Srpska contesta l’atto della Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina che, nel 2023, ha riconosciuto le imposizioni di Šmit, violando così l’Allegato 4 sull’equilibrio dei poteri e l’Allegato 10 sulla nomina dell’Alto rappresentante,” ha dichiarato Dakić.
Secondo la posizione della Republika Srpska, tali interventi rappresentano una rottura unilaterale degli accordi internazionali che regolano la convivenza post-bellica in Bosnia-Erzegovina, mettendo in discussione la legittimità delle decisioni prese dalle autorità centrali.
Un precedente che potrebbe ridisegnare gli equilibri costituzionali
L’esito di un arbitrato presso l’Aia potrebbe avere ripercussioni profonde sugli equilibri interni della Bosnia-Erzegovina, toccando il cuore del sistema istituzionale definito nel 1995 con la fine della guerra. Se la Corte accogliesse la richiesta della Republika Srpska, si aprirebbe uno scenario inedito di revisione giuridica internazionale dei meccanismi di gestione del Paese.