
(AGENPARL) – Tue 29 April 2025 (ACON) Trieste, 29 apr – “Sulla base dell’attuale disegno di
legge costituzionale in discussione al Senato, per la riforma
dello statuto della nostra Regione, non ? chiaro cosa verr?
delineato dal legislatore regionale quando verranno istituiti i
nuovi enti di area vasta: le leggi inevitabilmente avranno
l’imprinting della Maggioranza consiliare. Mancando nel ddl di
riforma, le indicazioni su funzioni e ruoli dei nuovi enti, ?
palese la sussistenza del rischio che le norme regionali
realizzino un’operazione che sulla carta sembrer? funzionare, ma
che di fatto non consentir? lo sviluppo di indirizzi
politico-amministrativo autonomi nei territori e risulter?
insufficiente rispetto agli obiettivi di rappresentativit? delle
molteplici identit? e istanze del Friuli Venezia Giulia”.
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Serena
Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra intervenuta
oggi in audizione al Senato, in Commissione Affari Costituzionali
in merito alle modifiche allo Statuto speciale del Friuli
Venezia Giulia.
“Se non si danno le giuste competenze – prosegue Pellegrino – si
rischia che succeda come con le Uti, abolite e sostituite dagli
Enti di decentramento regionale: con sempre minori requisiti di
democraticit? e partecipazione, entrambe le esperienze di riforma
si sono dimostrate fallimentari perch? surrogati di decentramento
di quelle funzioni che di fatto sono comunque rimaste pilotate
dal livello pi? alto di Governo”.
L’esponente di Avs, evidenzia, inoltre, quanto pesi, nel disegno
di legge trasmesso dalla Camera al Senato “il devastante
intervento sull’istituto del referendum regionale sulle leggi in
materia della forma di governo e del sistema elettorale”.
“La nuova formulazione dell’articolo 5 dello statuto – afferma la
consigliera regionale – cancella gli attuali quorum, i tempi
previsti e i presupposti, oltre che le modalit? di svolgimento
del referendum, rimettendo tutti questi profili, essenziali per
sancire la partecipazione popolare, alla legislazione regionale”.
“Ho ricordato ai Commissari – spiega ancora Pellegrino – che le
Minoranze in Consiglio regionale, hanno pesantemente criticato il
lapidario emendamento all’articolo 5 votato alla Camera,
ritenendolo un colpo contro la democrazia, nefasto strumento per
limitare ulteriormente la partecipazione popolare e allontanare
sempre pi? l’elettorato. Il fatto che in uno statuto di
specialit? sia previsto che gli elettori possano pronunciarsi su
leggi cos? importanti, scritte e approvate dalla Maggioranza di
governo, ma non ancora promulgate, integra la partecipazione
popolare come elemento essenziale alla formazione dell’azione
regionale, direi della sua stessa identit? giuridica ed etica”.
“Ho auspicato – precisa ancora la consigliera di Alleanza Verdi e
Sinistra – che la Commissione valuti il valore e l’importanza
politica del vigente articolo 5 dello statuto, ne mantenga
l’assetto esistente con la previsione dettagliata del referendum
confirmativo in materia di leggi di governo ed elettorali della
Regione, evitando il rischio di un vulnus gravissimo alla
democrazia nel Friuli Venezia Giulia e, quindi, anche alla tutela
delle minoranze politiche”.
“Va ribadito, inoltre – sottolinea Pellegrino -, che ?
fondamentale, nell’ordito legislativo con cui si costruisce
questa riforma, non usare l’espressione ‘enti di area vasta’”.
Alla Camera sono stati presentati specifici emendamenti per
introdurre la parola Province, termine con cui si definisce, nel
quadro costituzionale, l’ente intermedio che non ? semplicemente
un ente di area vasta. ? evidente che si debba intervenire sulla
legge Delrio per riavere, anche in regione Fvg, gli enti
intermedi eletti dai cittadini a far da contraltare alle
politiche della Regione, a fornire servizi in risposta agli
specifici bisogni delle comunit? nella dimensione intercomunale e
aprire spazi di partecipazione che coinvolgano tutta la societ?”.
“Dopo dieci anni di applicazione delle varie riforme sono emerse
tutte le criticit?: legiferare sulla materia che definisce
l’assetto e l’architettura istituzionale della nostra democrazia
– conclude Pellegrino – ? iniziativa delicata e va maneggiata con
cura, ma che sia necessario farlo ? ormai evidente e si deve
procedere senza esitazione”.
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