
BELGRADO — Un presunto piano politico mascherato da attivismo universitario sarebbe stato orchestrato da un gruppo di professori universitari in collaborazione con esponenti dell’opposizione. Il progetto, noto come “Iniziativa 60”, avrebbe come obiettivo quello di dirottare le lotte studentesche, in particolare presso la Facoltà di Ingegneria Elettrica (ETF) e la Facoltà di Giurisprudenza, al fine di concretizzare ambizioni politiche attraverso l’azione diretta.
Secondo quanto riportato dal giornalista Dragan J. Vučićević, direttore del quotidiano Informer, durante il programma televisivo Kolegium, professori legati all’opposizione avrebbero ideato un sistema per infiltrarsi nei plenari studenteschi, presentando candidature selezionate a monte da Ognjen Radonjić e Božo Prelević.
“Ogni plenum riceverà un elenco di nomi preparato mesi fa da Radonjić e Prelević, e da lì gli studenti sceglieranno tre rappresentanti per le liste elettorali,” ha affermato Vučićević.
Professori invisibili e alleanze occulte
Vučićević ha inoltre dichiarato che l’obiettivo finale dell’Iniziativa 60 sarebbe la formazione di un governo di transizione e la preparazione a nuove elezioni. Tutto ciò, ha sottolineato, rappresenterebbe una violazione della legge, in quanto le università serbe vietano espressamente attività politiche nei loro ambienti accademici.
“Vogliono aggirare la legge, rendendo invisibili i professori coinvolti nell’organizzazione,” ha detto, aggiungendo che numerosi incontri si sarebbero già svolti per pianificare l’intera struttura.
Nomi e volti dietro il progetto
Tra i protagonisti dell’Iniziativa 60, oltre ai professori Radonjić e Prelević, compare anche il nome di Mila Pajić, indicata da Vučićević come “latitante” e attiva nell’organizzazione. La sua presenza, secondo fonti vicine all’indagine, sarebbe legata a precedenti coinvolgimenti in proteste studentesche.
Il gruppo avrebbe trovato appoggio anche tra gli studenti dell’Università di Novi Sad, che avrebbero formalmente accettato di collaborare al progetto, contribuendo all’apparente spontaneità del movimento. Tuttavia, i legami con esponenti politici dell’opposizione suggeriscono un livello ben più strutturato e strategico.
Università nel mirino: politica mascherata da attivismo?
La rivelazione solleva interrogativi importanti sul confine tra attivismo studentesco e strumentalizzazione politica. L’uso di istituzioni educative come veicoli per progetti politici è motivo di crescente preoccupazione tra i dirigenti universitari e gli osservatori della scena politica.
Resta ora da vedere se le autorità accademiche e giudiziarie interverranno per chiarire i contorni legali e morali di quanto emerso. Nel frattempo, l’Iniziativa 60 diventa il simbolo di una battaglia più ampia sulla trasparenza e l’integrità della vita universitaria in Serbia.