
(AGENPARL) – Fri 18 April 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*CONTROLLO GENITORIALE ECCESSIVO COME FATTORE DI RISCHIO PER LA SALUTE
MENTALE DEL BAMBINO: I RISULTATI DELLA RICERCA UNITO*
*Due studi internazionali di recente pubblicazione svelano le alterazioni
neurofisiologiche legate a **iperprotezione e intrusività dei genitori*
Sono stati di recente pubblicati su due prestigiose riviste
internazionali, *Child
Abuse & Neglect*
e *Journal
of Affective Disorders*
studi frutto della collaborazione tra il *Dipartimento di Psicologia*
dell’*Università
di Torino* e l’*Università Europea di Roma* che svelano come un *atteggiamento
iperprotettivo e intrusivo* da parte dei genitori possa rappresentare un
fattore di rischio per la *salute mentale* del bambino, al pari di forme
più gravi di maltrattamento come abusi e trascuratezza. I lavori
rappresentano un significativo passo avanti nella comprensione dell’impatto
della genitorialità disfunzionale sullo sviluppo neuropsicologico e sulla
regolazione emotiva.
Tradizionalmente associata a forme gravi di maltrattamento, la
genitorialità disfunzionale (GD) comprende anche stili educativi meno
visibili ma altrettanto dannosi, come il controllo genitoriale eccessivo.
Questo stile, caratterizzato da iperprotezione e intrusività, compromette
lo sviluppo dell’autonomia e può lasciare impronte profonde nella struttura
e nel funzionamento del cervello.
“*Traumi infantili come abusi e trascuratezza* – spiega la *Prof.ssa Rita
Ardito* del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino,
coordinatrice del gruppo di lavoro – *sono da tempo riconosciuti come
fattori di rischio per la salute mentale, ma il ruolo di stili genitoriali
meno visibili, come il controllo eccessivo, è stato finora meno esplorato.
Il controllo eccessivo limita fortemente l’esplorazione dell’ambiente e
l’autonomia del bambino, impedendogli di sviluppare fiducia in sé stesso e
capacità decisionali.* *Il nostro gruppo di ricerca* – prosegue Ardito – *è
stato tra i primi a livello internazionale a proporre e a dimostrare, con
evidenze neuroscientifiche, che il controllo genitoriale eccessivo deve
essere considerato a tutti gli effetti una forma di trauma relazionale
infantile*”.
Nel primo studio, condotto su un campione di 71 giovani adulti, è stata
esaminata la connettività funzionale tra le principali reti cerebrali
(Triple Network Model) durante una condizione di riposo (resting
state). L’elettroencefalogramma
(EEG) ha rivelato un’associazione significativa tra il controllo materno
percepito e un aumento della connettività nella banda theta tra la Salience
Network e la Central Executive Network. Questo pattern neurofisiologico
suggerisce una *predisposizione a percepire l’ambiente come potenzialmente
minaccioso*, un tratto tipico di chi ha vissuto esperienze di ipercontrollo
genitoriale. Tali effetti si mantengono indipendentemente dalla presenza di
traumi infantili più evidenti o da livelli generali di psicopatologia.
Il secondo studio ha coinvolto 82 partecipanti e ha approfondito il ruolo
della genitorialità disfunzionale nel modulare le risposte cerebrali a
stimoli legati all’attaccamento, tramite l’Adult Attachment Projective
(AAP). I risultati EEG hanno mostrato, nei soggetti con alta percezione di
GD, un aumento della connettività nella banda alpha tra la corteccia
cingolata anteriore (ACC) e il giro sopramarginale sinistro (lSMG), ma solo
dopo l’esposizione agli stimoli evocativi. L’effetto era specifico per la
componente media della banda alpha, ed è risultato correlato positivamente
con la disregolazione emotiva. Ciò indica che l’attivazione del sistema
dell’attaccamento in individui con storia di GD può generare risposte
neurofisiologiche disfunzionali, associate a una *difficoltà di
integrazione mentale e regolazione emotiva*.
Questi risultati forniscono evidenze neuroscientifiche solide a supporto
dell’idea che anche forme apparentemente “silenziose” di trauma
relazionale, come *l’intrusività e il controllo eccessivo*, debbano essere
riconosciute e trattate *al pari degli abusi e delle trascuratezze più
gravi*. Ad oggi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce quattro
forme di maltrattamento infantile: l’abuso fisico, l’abuso sessuale,
l’abuso emotivo e la trascuratezza (neglect). La proposta di riconoscere
anche il controllo genitoriale eccessivo tra le forme di maltrattamento
infantile rappresenta un’evoluzione importante nella comprensione del
legame tra esperienze precoci e salute mentale.
*I due studi sono stati finanziati dall’Unione Europea – Next Generation
20228P4H2K.*
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Sezione Comunicazione Digitale e Media Relations
Area Comunicazione
Direzione Generale
Università di Torino
Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media