
(AGENPARL) – Wed 16 April 2025 GIOVANI ED ESTERO. L’IMPORTANZA PER LA CRESCITA E PER IL LAVORO DI STUDIARE ALL’ESTERO. INTERVISTA AD ADELIA LUCATTINI, ORDINARIO DELLA SOCIETÀ PSICOANALITICA ITALIANA
Intervista di Marialuisa Roscino
Studiare all’estero, specialmente attraverso programmi come l’Erasmus, si rivela un’esperienza formativa di grande valore per la crescita personale e professionale dei ragazzi. I benefici che emergono dagli studi internazionali sono molteplici e toccano diverse sfere: dal miglioramento delle competenze linguistiche, allo sviluppo dell’autonomia, dell’autostima e della fiducia in se stessi, alle opportunità lavorative e di contatti internazionali, non ultimo all’acquisizione di ricordi preziosi, che restano per sempre nel cuore dei ragazzi. Di tutto questo e molto altro, ne parliamo oggi in questa intervista con la Dott.ssa Adelia Lucattini, Psichiatra e Psicoanalista, Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana
Dott.ssa Lucattini, recenti studi evidenziano impatti molto positivi, provenienti da esperienze vissute dai ragazzi all’estero. Potrebbe approfondire quali sono in particolare gli effetti benefici concreti che uno studente può trarre da un’esperienza di studio all’estero?
I viaggi di studio internazionali e l’esperienza dell’Erasmus, offerta dalle Università pubbliche e private, permettono di sviluppare competenze specifiche, approfondire la conoscenza di una lingua straniera e di fare esperienza diretta di ambienti internazionali, approfondendo le proprie conoscenze interculturali. Secondo lo studio pubblicato su Higher Education (2022) le esperienze di studio all’estero promuovono un processo di ridefinizione identitaria. Gli studenti si trovano a confrontarsi con sistemi educativi, linguaggi accademici e codici culturali diversi, e questo li porta a riflettere sulle proprie abitudini, convinzioni e aspirazioni. Il cosiddetto “dislocamento produttivo”, ovvero una situazione in cui una persona viene temporaneamente “spostata” dal proprio ambiente abituale — fisico, culturale, linguistico o sociale — e proprio grazie a questo spostamento, sviluppa nuove consapevolezze, competenze e risorse interiori, questa collocazione volontaria e ben organizzata, in un altro ambiente, aiuta a costruire una identità più flessibile e autonoma, stimolando anche la riflessività.
Queste esperienze possono favorire nei ragazzi il senso di autonomia e a sviluppare capacità decisionali, ad esempio, a trovare concretamente soluzioni nella routine quotidiana?
Quando i giovani si trasferiscono all’estero per studiare, si trovano a dover affrontare da soli una serie di situazioni pratiche che prima venivano gestite dalla famiglia: cercare un alloggio, aprire un conto bancario, districarsi nei meandri di una burocrazia diversa da quella del proprio paese, fare la spesa, cucinare, gestire il denaro che di solito è limitato, capire come funziona il sistema sanitario locale, imparare a muoversi nella nuova università. Sono tutte sfide calibrate, ma che, col tempo, stimolano l’autonomia, promuovono le capacità decisionali e rafforzano l’autostima. Diventare autonomi significa imparare a stringere nuove relazioni in modo meno dipendente e più autentico, anche grazie all’assenza di un controllo esterno. All’estero, i giovani hanno la necessità costruire la propria rete sociale quasi da zero, a collaborare e fidarsi di persone diverse da loro, di altri paesi ed etnie, con mentalità e culture definite, con cui devono comunque rapportarsi e trovare una modalità di interazione positiva.
Dott.ssa Lucattini, vivere in un Paese straniero, permette di immergersi completamente in una nuova cultura, scoprendo, tradizioni, nuove abitudini e stili di vita diversi, a raccontarcelo, sono stati nell’arco dei secoli, anche tanti letterati, filosofi e scienziati importanti, cosa può dirci al riguardo?
Storicamente abbiamo esempi di personalità illustri e scienziati che si sono formati all’estero e possono essere un modello ed un esempio per tutti i giovani e per i loro genitori.
Marie Skłodowska-Curie crebbe nella Polonia russa; poiché le donne non potevano essere ammesse agli studi superiori, si trasferì a Parigi e nel 1891 iniziò a frequentare la Sorbona, dove si laureò in fisica e matematica. Qui nel dicembre del 1897 iniziò a compiere gli studi sulle sostanze radioattive, che da allora rimarranno al centro dei suoi interessi.
Camillo Benso Conte di Cavour tra il 1834 e il 1835, intraprese un viaggio formativo che lo portò in Svizzera, Francia, Inghilterra e Belgio. A Ginevra, frequentò corsi universitari su economia, storia, fisica e frenologia. A Parigi, visitò ospedali, scuole e istituzioni pubbliche, entrando in contatto con diversi intellettuali e studiosi. A Londra, esplorò prigioni, fabbriche e ferrovie, incontrando riformatori sociali come Edwin Chadwick e Alexis de Tocqueville. Queste esperienze consolidarono le sue idee liberali e rafforzarono la sua visione europeista, influenzando le sue future politiche di modernizzazione e riforma sociale in Italia.
Sigmund Freud nel 1885, grazie a una borsa di studio dell’Università di Vienna, Freud trascorse alcuni mesi alla Salpêtrière di Parigi per studiare con Jean-Martin Charcot, uno dei neurologi più influenti dell’epoca. In seguito, trascorse numerose vacanze in Italia, visitando città come Trieste, Venezia, Roma, Napoli e Palermo. Durante questi viaggi, si immergeva nell’arte e nella cultura italiana, traendo ispirazione per le sue teorie psicoanalitiche.
Albert Einstein nel 1895, a soli 16 anni, Einstein si trasferì da Monaco di Baviera ad Aarau, in Svizzera, per frequentare la scuola cantonale. L’anno successivo, nel 1896, fu ammesso al Politecnico Federale di Zurigo (ETH), dove studiò matematica e fisica.
Wilfred Bion, psicoanalista britannico nato in India, ebbe diverse esperienze formative all’estero che influenzarono profondamente il suo pensiero. Dopo la Prima Guerra Mondiale, si iscrisse al Queen’s College dell’Università di Oxford, dove studiò storia dal 1919 al 1921. Successivamente, trascorse un anno all’Università di Poitiers in Francia, approfondendo la lingua e la letteratura francesi. Questa esperienza contribuì a rafforzare la sua sensibilità culturale e intellettuale, preparandolo per i successivi studi in medicina e psicoanalisi.
La mobilità internazionale non riguarda solo l’acquisizione e l’apprendimento di una lingua straniera, di fondamentale importanza per le maggiori opportunità di lavoro, ma anche per l’acquisizione di “conoscenza concreta” nelle aree STEM, nelle scienze sociali e umanistiche, e nella ricerca scientifica. A Suo avviso, quanto è importante questa esperienza per accrescere le proprie competenze?
Secondo l’APRE Agenzia di promozione della Ricerca Europea, che ha promosso il progetto Horizon Europe, il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, lo studio all’estero degli studenti in Erasmus facilita, sia la “conoscenza incarnata”, ovvero la capacità e la sicurezza nell’affrontare nuove sfide, che la “conoscenza acquisita”, vale a dire, la capacità di parlare lingue straniere e di adattarsi a nuove culture. Alcuni studi hanno confermato l’importanza della conoscenza delle lingue straniere nel mondo del lavoro, intendendo con ciò anche la capacità di comprendere e affrontare le diverse differenze culturali che può essere concettualizzata come competenza cosmopolita ed ha un valore elevato nel mercato del lavoro oltre che essere un enorme arricchimento personale ed umano. Le lingue permettono di capire l’altro, di comunicare, di cogliere le sfumature, di evitare fraintendimenti e malintesi. Migliora le relazioni e arricchisce l’umorismo che ha il potere di stemperare le rigidità mentali e sciogliere le tensioni attraverso le battute di spirito.
Quali sono le indicazioni più utili per i giovani studenti? E quali le opportunità offerte dalla Comunità Europea?
Le statistiche evidenziano che sono tanti i giovani che cercano un’esperienza così ricca da un punto di vista culturale e umano. Il programma di studio tra gli studenti universitari nell’UE è il programma Erasmus, basti pensare che negli ultimi trent’anni, il programma ha promosso la mobilità di circa 4,5 milioni di studenti in oltre 30 paesi, con un tasso di crescita medio del 6% all’anno. L’Unione Europea (UE) ha attivo il progetto “Studiare in Europa” mostra ciò che l’istruzione superiore in Europa ha da offrire agli studenti di tutto il mondo, fornisce informazioni sull’organizzazione e il finanziamento di periodi di studio e ricerca dando in particolare informazioni sulle opportunità di studio in 33 paesi europei che partecipano a “Erasmus+”. Il programma che supporta e orienta gli studenti provenienti dall’UE e dai paesi partner di tutto il mondo sulle opportunità di lauree triennali, magistrali, dottorati di ricerca e tirocini formativi.
La Regione lazio ha attiva l’iniziativa “Torno Subito” attraverso cui finanzia percorsi di mobilità internazionale dedicati a universitari, laureati e diplomati, tra i 18 e i 35 anni, per favorire l’alta formazione specialistica in settori strategici e innovativi. Il bando “Torno Subito” è promosso dall’Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Scuola e Formazione, Politiche della Regione Lazio nell’ambito del “Programma Generazioni 3”, finanziato con risorse del Programma Regionale (PR) cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo plus (FSE+), nell’ambito della programmazione 2021-2027.
La Regione Sardegna ha il “Master and Back” che sovvenziona borse di studio per intraprendere un percorso post-universitario di alta formazione.
Un altro progetto interessante è quello promosso dall’INPS, “Estate INPSieme” che prevede l’assegnazione di borse di studio per la partecipazione a una vacanza studio di due settimane in Italia o all’estero, a cui possono partecipare i figli dei dipendenti pubblici.
Ne esistono naturalmente molti altri che i genitori possono cercare per i figli e insieme a loro, valutando le opportunità più adatte e convincenti, per i ragazzi e per la famiglia.
Crede possano essere importanti per i ragazzi, anche le esperienze di soggiorni all’estero durante le vacanze estive dal punto di vista psicologico?
Sebbene siano più brevi di un semestre o un intero anno accademico, possono avere un significato rilevante nello sviluppo dei giovani, soprattutto se avvengono in fasi sensibili dell’adolescenza. Margaret Mahler afferma che ogni processo di crescita implica una dinamica di separazione-individuazione. Andare all’estero, anche solo per poche settimane, significa prendere le distanze dai legami familiari, sperimentare un grado di autonomia e, nello stesso tempo, confrontarsi con il proprio bisogno di dipendenza. È un “laboratorio” dove gli adolescenti possono esplorare sé stessi. Ogni spostamento geografico comporta anche uno spostamento. Dal punto di vista simbolico, entrare in contatto con un’altra lingua, un’altra cultura, altri ritmi e abitudini, significa anche confrontarsi con l’Altro in senso profondo. Avviene il “rispecchiamento” di ciò che è dentro se stessi con l’esterno, con ciò che è estraneo ma può essere affine. È un movimento che produce senz’altro un’apertura, ma anche ansia per il nuovo, il diverso e il cambiamento che, se ben elaborata, diventa un fattore di crescita, una spinta evolutiva.
Quali consigli si sente di dare ai giovani?
-Cercare di fare nuove esperienze che siano di crescita anche se spaventano un po’. L’importante è andare in un contesto sicuro, organizzato e di studio insieme ad altri studenti e coetanei;
-Non scoraggiarsi se arrivati in un nuovo paese ci si sente fuori dalla propria “confort zone”, è normale, le situazioni un po’ scomode, spesso sono molto formative. È bello superare le difficoltà, magari con l’aiuto di qualcuno, fa sentire orgoglioso di se stessi e più sicuri;
-Il valore delle esperienze all’estero non si misurano solo in voti o crediti universitari. Spesso ciò che resterà di più, saranno le amicizie, la maturazione personale, le competenze trasversali. È bene concentrarsi su ciò che si sta diventando, sul progetto più ampio in cui si inserisce quello che si sta facendo;
-Cercare tutte le opportunità di borse di studio offerte da Regioni, Stato, Comunità Europea e Istituzioni, i bandì escono ogni anno, è importante cogliere le occasioni che permettono di studiare e professionalizzarsi con un aiuto economico a fondo perduto;
-Cercare qualunque occasione per imparare le lingue straniere, aprono la mente, creano possibilità di nuove amicizie e costruiscono delle concrete possibilità di lavoro.
E ai genitori?
-Sapere che è un’esperienza trasformativa anche per se stessi, i figli partono e i genitori restano. Talvolta, i sentimenti sono contrastanti, si è orgogliosi e preoccupati, fiduciosi e preoccupati dalla distanza. È necessario reggere la prova;
-Cercare di non controllare tutto a distanza. Esserci nel momento del bisogno e dare fiducia ai propri figli sono alla base della sicurezza che rende più coraggiosi e più forti;
– Parlate con i vostri figli, chiedete loro com’è l’università, la vita quotidiana, come stanno vivendo, cosa stanno imparando. Non per controllare, ma per partecipare della loro esperienza. È un buon modo per sentirsi vicini, e scoprire un modo nuovo di stare insieme, anche se fisicamente lontani affettivamente ed emotivamente vicini;
-Abituate i figli fin da piccoli a conoscere e parlare nuove lingue, a frequentare persone interessanti che hanno storie, luoghi ed esperienze da raccontare. In questo modo, ponete le basi per la loro apertura mentale, studi più proficui e un futuro anche lavorativo più ricco di occasioni e opportunità;
-Viaggiare e studiare all’estero, è il modo migliore per imparare divertendosi, le difficoltà si possono superare e può essere un’occasione di crescita, un arricchimento, un’esperienza piacevole per tutta la famiglia.