
(AGENPARL) – Fri 11 April 2025 All’Università Gregoriana una giornata dedicata al Cristianesimo in Azerbaigian
Il 10 aprile la prestigiosa sede della Pontificia Università Gregoriana, ha ospitato la 12a Conferenza Scientifica Internazionale: “Cristianesimo in Azerbaigian: Storia e Modernità”, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, in collaborazione con il Centro internazionale per il multiculturalismo di Baku, l’Istituto di Storia ed Etnologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian e la Comunità Religiosa Cristiana degli Albano-Udi.
Opportunità unica, l’evento ha riunito studiosi, ricercatori ed esperti da vari Paesi come, oltre l’Azerbaigian, Italia, Regno Unito, USA, Francia, Germania, Russia, Turchia, Canada, Uzbekistan, Malta, Norvegia, Georgia, Kazakhstan, Polonia, Albania, Lituania e Corea, e di varie nazionalità, inclusa l’Armena, per esplorare vari aspetti del cristianesimo in Azerbaigian, tra cui prospettive storiche, archeologiche, etnografiche, linguistiche e contemporanee.
A portare i saluti di apertura, l’Ambasciatore dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, S.E. Ilgar Mukhtarov. Nelle sue parole l’Ambasciatore ha evidenziato il ruolo dell’Azerbaigian, collocato al crocevia di Europa e Asia e luogo di incontro di differenti civiltà, culture e religioni. L’Azerbaigian, ha sottolineato, rappresenta “una delle più antiche aree del cristianesimo e patria della Chiesa Apostolica Albana”, come dimostrato dalle antiche chiese e dai monasteri disseminati nel territorio azerbaigiano. L’Ambasciatore Mukhtarov ha anche ricordato le parole che San Giovanni Paolo II ha riservato al paese nel 2002, durante la sua visita, in cui ha parlato della convivenza tra le diverse religioni e dello spirito di tolleranza e mutua accettazione, orgoglio del paese, come anche confermato da Papa Francesco durante la sua visita del 2016. Il multiculturalismo, così come il secolarismo, sono nel DNA dell’Azerbaigian e del suo popolo, e il dialogo è lo strumento con cui il paese costruisce costanti ponti di comprensione, rispetto e compassione attraverso culture e fedi, ha concluso l’Ambasciatore.
E’ stata poi data lettura degli indirizzi di saluto di Sua Eminenza il Cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali e di Sua Eminenza il Cardinale George Jacob Koovakad, Prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, che hanno sottolineato il ruolo dell’Azerbaigian, che non solo beneficia di una considerevole importanza strategica, ma rappresenta anche un valore simbolico di apertura e scambio e la cui tradizione cristiana affonda le sue radici nell’epoca dell’Albania caucasica. Ricordato inoltre l’impegno dell’Azerbaigian a difesa della multiculturalità, con riferimento alle parole dei Pontefici in visita nel Paese.
Sono intervenuti a seguire il Prof. Karim Shukurov, Direttore dell’Istituto di Storia ed Etnologia dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Azerbaigian, il Direttore Esecutivo del Centro internazionale per il multiculturalismo di Baku, Dr. Ravan Hasanov e il Capo della Comunità Religiosa Cristiana degli Albano-Udi, Dr. Robert Mobili. Da segnalare l’intervento del Prefetto Apostolico della Chiesa Cattolica in Azerbaigian, Vladimir Fekete.
La conferenza ha previsto quattro sessioni, dedicate a: Comunità cristiane contemporanee in Azerbaigian in una prospettiva multiculturale, Azerbaigian: geografia storica e statualità, Cristianesimo in Azerbaigian: studi sulle fonti e storiografia, Patrimonio archeologico, etnografico, linguistico e culturale nell’Albania Caucasica. Tra i relatori, si segnala la partecipazione del Prof. Gregory Neal Williams Jr, dell’Archimandrita Alexy, della ricercatrice Ulviyya Hajiyeva, dell’architetto Sabina Hajiyeva, del Prof. Farda Asadov, del Dr. Yuksel Ozgen e di molti altri massimi esperti del settore.
La conferenza ha messo in rilievo come, in quanto Stato laico e multiculturale, l’Azerbaigian garantisca la conservazione e lo sviluppo del patrimonio cristiano, promuovendo al contempo l’armonia interreligiosa, e ha rappresentato un’ottima piattaforma per il dialogo e lo scambio accademico, evidenziando il contributo del paese alla tolleranza interreligiosa e al multiculturalismo.