
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si sposta anche sul piano mediatico e digitale. In risposta all’annuncio del presidente Donald Trump di imporre dazi fino al 104% sulle importazioni dalla Cina, Pechino ha lanciato una campagna satirica sui social media utilizzando video generati dall’intelligenza artificiale che mostrano lavoratori americani obesi, affaticati e sudati all’interno di fabbriche e magazzini.
I video, che sono rapidamente diventati virali sulle piattaforme cinesi (e non solo), rappresentano una presa in giro dell’obiettivo dichiarato dall’amministrazione Trump: riportare la produzione manifatturiera negli Stati Uniti. Le immagini, iperboliche e provocatorie, ritraggono operai americani in evidente sovrappeso mentre faticano a stare dietro alle catene di montaggio, accompagnati da frasi sarcastiche su “come rendere di nuovo grande la manifattura USA”.
“Combatteremo fino alla fine”
L’iniziativa mediatica arriva mentre il Ministero del Commercio cinese ribadisce la sua linea dura contro le misure tariffarie statunitensi.
“La minaccia degli Stati Uniti di aumentare i dazi sulla Cina è un errore su un altro errore. La Cina non l’accetterà mai. Se gli Stati Uniti insisteranno per la loro strada, la Cina combatterà fino alla fine”, si legge nella nota ufficiale, tradotta dalla CNBC.
Pechino aveva già imposto una tariffa di ritorsione del 34% su alcune importazioni americane. In risposta, la Casa Bianca ha annunciato l’entrata in vigore, a partire dalla mezzanotte dell’8 aprile, di dazi combinati del 104% su numerosi beni cinesi, dopo che il presidente Xi Jinping ha rifiutato di fare marcia indietro.
Trump: “La Cina ha distrutto la nostra classe media”
Secondo quanto riportato, il presidente Trump ha sottolineato come il libero scambio con la Cina, avviato negli anni ’90 con l’ingresso di Pechino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e l’attribuzione dello status di “nazione più favorita”, abbia provocato la distruzione della classe media americana.
“Per quasi trent’anni la nostra classe operaia è stata sacrificata in nome del globalismo. Ora invertiamo la rotta”, ha dichiarato il Presidente.
Satira digitale come nuova arma geopolitica
I video AI cinesi rappresentano un nuovo fronte di guerra ibrida, dove la comunicazione diventa strumento di pressione psicologica e propaganda. L’utilizzo di immagini digitali per ridicolizzare il sogno americano del “reshoring” industriale segna un cambio di tono nelle relazioni tra Pechino e Washington, mostrando come la competizione tra le due superpotenze non si giochi solo con dazi e diplomazia, ma anche attraverso meme e contenuti virali.
Resta da vedere se questa escalation mediatica avrà un impatto sulle trattative commerciali, o se al contrario contribuirà a irrigidire ulteriormente le posizioni.