
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 https://www.aduc.it/articolo/smartphone+puo+sviluppare+dipendenza+come+altre_39056.php
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Lo smartphone può sviluppare dipendenza, come altre fissazioni. Tre giorni di disintossicazione
L’uso eccessivo del cellulare (ESU- Excessive Smartphone Use) viene ritenuto come un vero e proprio processo di dipendenza, paragonabile a quello riscontrabile in altri ambiti, come la ludopatia.
In altre parole, l’uso costante e incontrollato degli smartphone non è solo una cattiva abitudine, ma comporta delle implicazioni neurobiologiche e comportamentali simili a quelle che si verificano con l’assunzione delle droghe.
Uno studio condotto dal professor Mike M. Schmitgen e suoi colleghi, dell’Università di Heidelberg (Germania), riporta i risultati di un test sulla restrizione dell’uso del cellulare per 72 ore e come questa influenzi l’attività cerebrale, in particolare nelle aree legate al sistema della ricompensa.
La ricerca ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) adottando un modello di “reattività ai suggerimenti ”, nel quale venivano presentate immagini di smartphone in stato di attività e inattività, confrontate con stimoli neutri. Dopo tre giorni di limitazione sono emerse modifiche significative nelle regioni cerebrali, in particolare nel nucleo accumbens, nella corteccia cingolata anteriore e nella corteccia parietale. Tali zone sono note per il loro ruolo nella valutazione della ricompensa, nell’elaborazione delle emozioni e nel controllo dell’inibizione motoria. Il nucleo accumbens, per esempio, è fondamentale per i processi legati al piacere, mentre la corteccia cingolata e la corteccia parietale partecipano a funzioni cognitive ed emotive che influenzano il desiderio, caratteristica tipica del comportamento dipendente.
Un ulteriore aspetto riguarda l’impatto neurochimico: i risultati indicano, infatti, una forte associazione con l’attività dei neurotrasmettitori quali la dopamina e la serotonina. Questi messaggeri chimici sono noti per regolare il circuito del desiderio e del piacere, contribuendo a quello che viene definito il “craving”, ovvero il forte bisogno di utilizzare il dispositivo. Il fatto che un periodo di restrizione limitato a 72 ore possa determinare modificazioni in queste aree e nei relativi sistemi neurochimici, rafforza l’idea che l’ESU, analogamente ad altre dipendenze, non sia un semplice comportamento abitudinario ma un fenomeno intrinsecamente legato al funzionamento del cervello.
Lo smartphone non è soltanto uno strumento di comunicazione e lavoro, ma può assumere caratteristiche di “droga” se esageratamente impiegato. Le evidenze scientifiche raccolte – grazie a schemi sperimentali basati su fMRI e a un’approfondita analisi psico-comportamentale – suggeriscono che l’impiego incontrollato del cellulare attivi circuiti cerebrali analoghi a quelli osservati nelle dipendenze. Questo implica che, al di là delle normali interazioni quotidiane, è importante considerare interventi mirati e preventivi per mitigare potenzialmente i rischi legati a un utilizzo eccessivo. E’ un tema di crescente attualità e interesse sia dal punto di vista clinico che sociale.
L’analisi apre la strada a riflessioni più ampie: ad esempio, quali interventi possono aiutare a ripristinare un equilibrio sano nell’uso della tecnologia? In che modo la crescente integrazione degli smartphone nella vita quotidiana potrebbe modellare – nel lungo periodo – i circuiti neurali legati alla ricompensa e al desiderio?
Questi interrogativi sono alla base di ricerche in evoluzione che non soltanto contribuiscono a comprendere le dinamiche della dipendenza tecnologica, ma indicano nuovi possibili approcci preventivi e terapeutici per fronteggiarla.
(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione dell’8 Aprile 2025)
Primo Mastrantoni, presidente comitato tecnico-scientifico di Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC
URL: http://www.aduc.it
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