
(AGENPARL) – Tue 25 March 2025 Rafforzare la capacità dei territori di attrarre i cosiddetti ‘nomadi
digitali’, fenomeno che identifica più di una possibile figura (lavoratori
dipendenti, professionisti, free-lance, artisti, ricercatori ecc.) che
hanno come comune denominatore la possibilità di poter svolgere la propria
attività in un luogo diverso da quello in cui risiedono e per un tempo
variabile, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali. È l’obiettivo
del progetto EDIN (European Digital Nomad) al quale oggi, presso la sala
Chiesa ‘Il Fuligno’ è stato dedicato un incontro al quale è intervenuto
l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras.
EDIN è cofinanziato dal programma di cooperazione Interreg Europe ed è
coordinato da EIXO Atlántico do Noroeste Peninsular (Spagna). All’incontro
dal titolo ‘Community cooperatives and technologies on collaborative
economy with a focus on digital nomads’ ha partecipato anche Xoan Vazquez
Mao, rappresentante di EIXO Atlantico.
Tre tavole rotonde hanno permesso di esaminare il fenomeno del nomadismo
digitale da più angolazioni e due ricerche hanno approfondito la figura
del ‘nomade digitale’.
Il primo studio, realizzato da Iris Ricerche, ha analizzato il fenomeno
sotto il profilo sociologico e antropologico, evidenziando come il termine
racchiuda una varietà di professionisti con contratti e attività
differenti, ma accomunati dalla possibilità di lavorare a distanza grazie
alla tecnologia. La ricerca ha anche esplorato le politiche adottate da
governi e istituzioni locali per attrarre questi lavoratori, in particolare
dopo la crisi sanitaria, e ha sottolineato come il fenomeno possa influire
sulle aree in difficoltà demografica.
Irpet, con la seconda ricerca, ha focalizzato l’attenzione sulle aree
interne della Toscana. Manca ancora una raccolta ufficiale di dati sul
fenomeno, pertanto la ricerca si è basata su diverse fonti, inclusa
un’indagine su un campione di 1.209 lavoratori italiani. È stato creato un
indice multidimensionale per valutare l’attrattività dei comuni toscani,
prendendo in considerazione sei fattori chiave: digitalizzazione,
accessibilità economica, vivacità culturale, trasporti, qualità
dell’accoglienza e del paesaggio. Lo studio ha fornito indicazioni preziose
per le politiche regionali, suggerendo come attirare i nomadi digitali
nelle aree più fragili.
La giornata si è conclusa con un vivace scambio di idee sulle implicazioni
del nomadismo digitale per le politiche locali, con un particolare focus
sulla legge regionale n. 11 del 4 febbraio 2025, che punta a valorizzare la
Toscana diffusa. La normativa intende garantire pari opportunità di
accesso ai servizi e promuovere la coesione territoriale, focalizzandosi
sulle aree interne e montane, per le quali sono previsti interventi volti a
preservarne le specificità.
La Regione Toscana ha già da tempo attivato misure a sostegno dei
territori della Toscana diffusa. Come i bandi destinati alle cooperative di
comunità e all’economia collaborativa, oppure i bandi ‘territori smart’
“Un ulteriore passo in avanti per il futuro della Toscana – ha detto
l’assessore Marras – che intende raccogliere gli spunti emersi durante
l’incontro per sviluppare politiche inclusive e sostenibili. Le
testimonianze di realtà locali, come Start working Pontremoli, Smartway
Montepulciano e le varie cooperative di comunità, hanno confermato
l’efficacia delle sperimentazioni già in corso sul territorio. I lavori
del progetto proseguono con la study visit a Santa Fiora, dove i partner
conosceranno l’esperienza dello Smart Village in corso di realizzazione e
alcune cooperative di comunità di Montelaterone e Montegiovi che, anche