
Egregio e Illustrissimo Grande Oratore,
ho letto con vivo interesse la Sua dotta e illuminante disamina sulla vicenda del Rito Scozzese Antico e Accettato, che, a quanto pare, avrebbe osato tentare di costituirsi come una “Massoneria nella Massoneria”, violando i sacri principi etici e iniziatici che Ella così solennemente custodisce.
Mi permetta di esprimere il mio più sincero stupore: chi avrebbe mai potuto immaginare che tra le antiche mura del Tempio, tra squadre e compassi, qualcuno potesse nutrire l’ambizione di distinguersi, di creare una propria enclave, di rivendicare un’identità peculiare? Un simile affronto alla sacra unità massonica, un tale tradimento dell’etica iniziatica! Non oso pensare quale sia stata la Sua costernazione nel trovarsi di fronte a una simile insubordinazione rituale. Il turbamento che ne sarà derivato, senza dubbio, ha richiesto intense meditazioni sul Pavimento a Scacchi.
Naturalmente, mi sia concesso un minimo di curiosità: ma codesti fratelli scozzesi, che tanto hanno osato, si saranno forse illusi di poter applicare un concetto tutto sommato diffuso nelle democrazie moderne? Mi riferisco a quella curiosa idea secondo cui il libero pensiero e la pluralità di interpretazioni non rappresentano minacce all’Ordine, bensì strumenti di arricchimento e crescita. Ah, quanta ingenuità!
D’altronde, come giustamente sottolineato, la ricerca della Verità deve sempre procedere di pari passo con l’applicazione dei principi etici. E chi meglio dell’Autorità massonica può stabilire cosa sia Verità e cosa no? Guai a chiunque osi deviare dal tracciato sapientemente predisposto! Che poi, questi ribelli del Rito Scozzese non abbiano fatto altro che perpetuare una tradizione che vanta radici storiche profonde e ben documentate – persino in schede di studio facilmente accessibili – è un dettaglio di scarsa rilevanza, che certamente non può mettere in discussione la saggezza della condanna loro inflitta.
Voglia dunque accettare, Illustrissimo Grande Oratore, il mio umile plauso per la Sua solerte vigilanza sulla purezza dell’Istituzione. Certo, ai profani potrebbe sembrare che all’interno del Grande Oriente si stia più impegnati a reprimere divergenze interne che a costruire ponti di conoscenza e fratellanza. Ma questi sono solo dettagli, perché, come ben sappiamo, il vero percorso iniziatico non è per tutti: solo i più degni possono percorrerlo senza inciampare nell’eresia dell’individualismo.
Con la consueta deferenza (e un pizzico di ironia),
Un Fratello (o forse solo un attento osservatore)