
Leggendo la relazione morale della Gran Loggia 2025 del Grande Oratore del Grande Oriente d’Italia, emergono riflessioni profonde e interrogativi inquietanti.
Il Grande Oriente d’Italia (GOI), custode di principi secolari e simbolo di tradizione iniziatica, sembra oggi attraversare una fase di profonda crisi interna. La sospensione a tempo indeterminato di alcuni suoi membri, basata su non meglio precisate “informative ricevute”, solleva dubbi sulla coerenza e legittimità delle recenti scelte adottate ai vertici del GOI.
Giustizia domestica o arbitrio?
Secondo la Costituzione e il Regolamento dell’Ordine, il Gran Maestro ha il potere di sospendere i suoi membri solo nei casi previsti. Tuttavia, la relazione morale del Grande Oratore non fornisce prove concrete che i sospesi abbiano violato norme massoniche o commesso illeciti. Ovvero se non vi sono procedimenti penali, restrizioni della libertà personale o procedimenti massonici in corso, da cosa nasce questa sospensione?
Il sospetto che si tratti di una “epurazione” di voci non allineate è difficile da ignorare. Nel GOI sembra consolidarsi una logica punitiva, dove il dissenso viene trattato come lesa maestà, con conseguenze severe come sospensioni, espulsioni e accuse formali.
Meraviglioso! Nel magico mondo Grande oriente d’Italia, dove l’ordine e la tradizione dovrebbero regnare sovrani, spunta una nuova pratica che sembra uscita direttamente da una favola… o meglio, da un incubo burocratico. Ebbene sì, cari lettori, il Gran Maestro ha sfoderato un’inedita formula: la sospensione a tempo indeterminato, basata su misteriose “informative ricevute”.
Cosa conterranno mai queste oscure informative? Prove di tradimenti massonici? Segreti inconfessabili? O, più banalmente, il fatto che qualche ‘Fratello’ ha osato pensare con la propria testa? Il provvedimento recita solennemente che i sospesi hanno perso “i requisiti previsti dalla Costituzione e Regolamento dell’Ordine per la permanenza nel Grande Oriente d’Italia”. Ma c’è un piccolo problema: la Costituzione del GOI non prevede sospensioni sulla base di un capriccio.
La verità, come il Gatto del Cheshire, appare e scompare a seconda di chi osserva. E che, anche quando tutto sembra pronto per l’esecuzione, Alice alla fine ha sempre trovato un modo per rimettere le cose a posto.
Guai a dissentire oggi e a non essere allineati con il pensiero unico all’interno del GOI, o pensare. È lesa maestà e va punita con la massima della pena: tavole d’accusa, la sospensione o l’espulsione del massone di turno.
C’ ancora la Massoneria che guarda alla Natura e alle sue ‘strane’ leggi? Ma la Natura, almeno, le rispetta.
E qui entriamo nel vivo della questione: siamo difronte ad un Grande Struzzo e ad un Grande Coniglione. Due archetipi che sembrano descrivere perfettamente le attuali dinamiche interne del GOI.
Il Grande Struzzo: il potere che ignora
Il Grande Struzzo è quel potere che, dinanzi a problemi evidenti, sceglie di infilare la testa sotto la sabbia. Elezioni annullate per “vizi e irregolarità”? Nessun problema, basta rifarle senza conseguenze. ‘Fratelli’ sospesi senza un vero processo? Normale amministrazione. La Corte Centrale che potrebbe giudicare le irregolarità? Meglio non disturbare il manovratore.
Va ricordato e sottolineato che c’è un altro piccolo dettaglio sfuggito al Grande Oratore nella relazione morale: il Decreto N. 506/SB con cui il Gran Maestro Stefano Bisi ha annullato le precedenti elezioni per “vizi e irregolarità”.
Nel Decreto N. 506/SB, Stefano Bisi ha ammesso ufficialmente che le elezioni precedenti – da lui stesso indette con il Decreto N. 451/SB – erano viziate da irregolarità. E non da piccoli errori trascurabili, ma da vizi tali da richiedere la loro revoca e annullamento. Il tutto, si legge, per garantire la “corretta espressione del voto e la massima partecipazione”.
Un esempio di trasparenza? Forse. Oppure una sorprendente dimostrazione di come sventolare la bandiera dell’onestà senza però trarne alcuna conseguenza pratica. Perché se davvero ci sono state irregolarità, viene da chiedersi:
- Perché non sono stati presi provvedimenti concreti?
- Perché nessuno ha risposto in sedi opportune?
- Perché il tutto si è risolto con un semplice annullamento senza responsabilità accertate?
Insomma, se un problema c’è, chi lo ha causato? E perché non paga nessuno?
E quando la sabbia finisce…?
Non capita tutti i giorni di vedere il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, mettersi in una posizione, diciamo, alquanto scomoda. Nel suo Decreto N. 506/SB, è proprio lui a dichiarare la necessità di revocare e annullare le elezioni precedenti per i “vizi e le irregolarità” riscontrate. Sì, hai letto bene: irregolarità. E a dichiararlo non è un giornalista ficcanaso né un oppositore interno, ma il leader stesso.
Insomma, il Grande Struzzo preferisce fingere che tutto vada bene, evitare domande e scrivere nella relazione morale questioni scomode e, se necessario, nascondersi dietro rituali e parole altisonanti. Il problema è che, prima o poi, la sabbia finisce, e il Grande Struzzo si ritrova a dover affrontare la realtà, come sta avvenendo.
La Corte Centrale, l’organo che (forse) non processerà mai nessuno
E qui arriviamo ad un altro al punto più interessante. Secondo gli articoli 67 e 68 del Regolamento GOI, la Corte Centrale è competente a giudicare le colpe massoniche di altissimo livello. È persino prevista la possibilità di un processo per alto tradimento e/o attentato alla Costituzione.
Fantastico! Vuoi vedere che, con un decreto che certifica ufficialmente delle irregolarità elettorali, qualcuno chiamerà in causa la Corte Centrale per chiedere chiarezza?
No, tranquilli. Non succederà nulla di tutto questo.
Già perché, a quanto pare, se le irregolarità vengono certificate dal Gran Maestro stesso, non è più alto tradimento ma semplice “necessità di ripetere le elezioni”. E le Tavole d’accusa? Sono inammissibili se fondate su motivazioni diverse da quelle previste dal primo comma. Un comodo scudo per evitare processi interni scomodi.
Agenparl aveva ragione? Eh sì, a saperlo prima…
A questo punto, come non ricordare il caso dei talloncini perduti denunciato da Agenparl? Ricordate la tragicomica vicenda della Commissione Elettorale Nazionale che avrebbe annullato centinaia di voti per un pezzo di carta adesiva dimenticato?
Quando si tratta di cavilli, la macchina della giustizia massonica sembra funzionare a meraviglia. Ma quando il Gran Maestro stesso ammette che ci sono state irregolarità, tutto si risolve con un nuovo decreto e tanti saluti.
Che dire? Un plauso alla sincerità, ma una sonora risata amara per la totale assenza di conseguenze.
Il Grande Coniglione: la paura che comanda
Dall’altra parte, c’è il Grande Coniglione. Quello che, di fronte a un dissenso interno, invece di affrontarlo apertamente, si barrica in decreti, sospensioni e atti di forza. Non sia mai che qualcuno osi chiedere spiegazioni! Meglio chiudere tutto con una bella censura preventiva.
Il Grande Oriente d’Italia appare sempre più lacerato da divisioni interne, con espulsioni, cause civili, esposti penali e perfino canali Telegram anonimi dove membri attaccano altri membri. Si assiste a un paradosso: un’Obbedienza che predica il rispetto reciproco, la conoscenza e l’etica si trova impantanata in dinamiche di potere che minano la sua credibilità.
Il ricorso alla giustizia profana da parte di alcuni membri evidenzia la perdita di fiducia nella “giustizia domestica” massonica. Questo tradisce gli Antichi Doveri, secondo i quali le controversie dovrebbero essere risolte all’interno dell’Ordine. Ma quando l’istituzione perde la propria imparzialità, diventa comprensibile che alcuni cerchino tutela altrove.
Tuttavia, viene spontanea domandarsi: davvero tutto questo è solo il frutto di attacchi esterni? O forse le responsabilità sono da ricercare proprio all’interno del GOI, nelle azioni di chi negli anni ha contribuito a creare questa situazione?
Ecco quindi che il Grande Coniglione è maestro nel creare un clima di paura: basta un decreto, un richiamo formale, un’accusa di “mancanza di spirito massonico” ed ecco che ogni voce critica si spegne. Ma c’è un problema: più si reprime il dissenso, più esso cresce nei corridoi, nelle chat segrete, nei gruppi anonimi.
Il paradosso massonico
La Massoneria, che da secoli predica la ricerca della verità e il libero pensiero, si ritrova oggi schiacciata tra il Grande Struzzo e il Grande Coniglione. Da un lato, chi finge di non vedere. Dall’altro, chi vede tutto e cerca di eliminarlo con la forza.
Forse è ora di abbandonare entrambi questi archetipi e tornare a ciò che la Massoneria dovrebbe essere: un luogo di confronto, di crescita, di verità. Perché altrimenti, a furia di struzzi e coniglioni, il rischio è che resti solo il deserto della credibilità.
Ah, a saperlo prima…