
(AGENPARL) – mer 26 febbraio 2025 Roma, 26 febbraio 2025
Gentili dottoresse
Milena Gabanelli
Simona Ravizza
DataRoome, p.c.
Egregio dottore
Luciano Fontana
Direttore
Corriere della Sera
Oggetto: richiesta di pubblicazione a rettifica e integrazione delle informazioni riportate nell’articolo pubblicato il 24 febbraio 2025 titolato “Gli esami in farmacia sono davvero attendibili?”.
Gentili Milena Gabanelli e Simona Ravizza,
in riferimento al vostro articolo del 24 febbraio dedicato agli “esami in farmacia”, Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le oltre 18mila farmacie convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale, desidera ringraziarvi nuovamente per aver fornito l’opportunità di fare ulteriore chiarezza su alcuni aspetti riguardanti le analisi con prelievo di sangue capillare che i cittadini possono effettuare in farmacia. Uno dei molti servizi che, in un’ottica di una sanità sempre più vicina alle persone, lo Stato ha disciplinato in modo preciso integrando (e non sovrapponendo) quanto previsto per i laboratori di analisi. È noto come la Corte Costituzionale e il Consiglio di Stato abbiano cristallizzato il ruolo della farmacia come “punto di raccordo tra ospedale e territorio e front-office del Servizio Sanitario Nazionale” sostenendo che “le farmacie offrono nuovi servizi a forte valenza socio-sanitaria finalizzati a garantire che sia mantenuto un elevato e uniforme livello di qualità dei servizi sul territorio a tutela della salute dei cittadini”. Il tutto nell’ottica di soddisfare le necessità di salute soprattutto di quei cittadini che abitano nelle aree interne del Paese (il 50% dell’intero territorio italiano), lontane dalle strutture sanitarie e ospedaliere, e che trovano nella farmacia sotto casa il primo presidio sanitario sul territorio.
Le procedure e gli strumenti
Venendo al merito dei temi sollevati nell’articolo, rileviamo che gli studi citati, certamente tutti di fonte autorevole, appaiono, in taluni casi, non proprio recenti e condotti su un numero esiguo di pazienti. D’altro canto, le conclusioni di alcuni di essi avvalorano l’efficacia dei POCT, riconoscendo che i risultati ottenuti con tali strumenti mostrano “un’accuratezza diagnostica accettabile per lo screening di individui ad alto rischio soprattutto in luoghi in cui i laboratori sono inaccessibili”. Non ci soffermiamo sulle “prove dirette” da voi citate nell’articolo che possono essere state influenzate da molte variabili esogene (conduzione del test a digiuno; simultaneità della somministrazione del test in farmacia e in laboratorio; orario di esecuzione, etc). In ogni caso è bene chiarire che i dispositivi utilizzati in farmacia rispondono agli standard previsti dal Regolamento (UE) 2017/746 sui dispositivi medico-diagnostici in vitro (IVDR) e che per garantire la qualità e la competenza nei test POCT, la norma internazionale ISO 22870:2016 stabilisce requisiti specifici per il Point of Care Testing.
Per fare ulteriore chiarezza nei confronti dei cittadini va spiegato che il prelievo di sangue capillare in farmacia viene effettuato dal farmacista, un professionista costantemente formato sulla corretta esecuzione dei test, seguendo una procedura standard volta a garantire la sicurezza e l’attendibilità dell’analisi stessa, prevedendo una successione di passaggi accurata e puntuale che va dall’accoglienza del paziente fino alla consegna del risultato del test. Nell’utilizzo delle tecnologie POCT quello che garantisce l’attendibilità di un risultato – oltre all’affidabilità del dispositivo utilizzato – è la parte preanalitica relativa alla raccolta del campione: l’igiene delle mani, la temperatura delle stesse, il giusto calibro del pungidito, l’eliminazione con tampone della prima goccia di campione ematico e altri fattori qualificanti garantiscono l’affidabilità dell’esame. Molti degli strumenti utilizzati nelle farmacie italiane sono proprio macchine da laboratorio che processano sia campioni di sangue capillare che campioni di sangue venoso, così assorbendo ogni censura in ordine alla “bontà” dello strumento utilizzato, tanto che innumerevoli sono i casi in cui – a parità di condizioni di esecuzione – le macchine utilizzate in farmacia forniscono risultati identici a quelle di laboratorio.
I controlli di qualità