
Il canale Telegram “Notizie Massoniche Italiane” è stato recentemente segnalato per aver violato i termini di servizio della piattaforma. Questo ha portato alla sua sospensione delle sue attività, sollevando interrogativi sulla libertà di espressione e sulla possibilità di discutere argomenti scomodi senza il rischio di essere messi a tacere.
Negli ultimi tempi, sempre più spazi di informazione alternativa si trovano nel mirino delle politiche di moderazione delle grandi piattaforme digitali. Chi cerca la verità, chi si interroga e chi non si accontenta delle versioni ufficiali spesso viene etichettato come pericoloso o disinformativo, quando in realtà sta semplicemente esercitando il diritto di esprimere un pensiero critico.
La segnalazione di “Notizie Massoniche Italiane” potrebbe essere interpretata come un ulteriore tentativo di ridurre al silenzio chi non si allinea allo stato di cose attuale. Un canale che si presentava come un punto di riferimento per chi voleva approfondire tematiche legate alla massoneria, ai poteri occulti e alle dinamiche nascoste del Grande Oriente d’Italia.
Non è la prima volta che accadono episodi simili, e la questione rimane aperta: è davvero un’azione legittima di controllo della disinformazione o si tratta di un modo per sopprimere il dissenso? La rete dovrebbe essere uno spazio di confronto libero, dove il pensiero critico possa svilupparsi senza timori di censure arbitrarie.
La chiusura di un canale non fermerà la ricerca della verità né la volontà di ribellarsi a un sistema percepito come opprimente. Se un’idea è forte, troverà sempre nuovi modi per diffondersi, anche di fronte agli ostacoli imposti dalle grandi piattaforme digitali.
