
La scorsa settimana ha visto una settimana di andamenti contrastanti nei prezzi delle materie prime, influenzati da preoccupazioni inflazionistiche legate ai dazi imposti dal presidente Donald Trump e da tensioni geopolitiche, in particolare quelle relative al conflitto tra Russia e Ucraina.
Inflazione e dazi: un impatto sostanziale
Le politiche commerciali di Trump hanno alterato le previsioni economiche, creando un contesto di incertezza per gli investitori. Il presidente della Federal Reserve di Chicago, Austan Goolsbee, ha sottolineato i progressi fatti nel contenere l’inflazione, che ha toccato il suo massimo in 40 anni nel 2022. Tuttavia, ha avvertito che il continuo sviluppo delle politiche sui dazi potrebbe influenzare ulteriormente l’economia.
Recentemente, il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, ha espresso preoccupazioni nelle discussioni con il suo omologo statunitense, evidenziando come i dazi del 10% imposti dagli Stati Uniti possano influenzare le relazioni bilaterali.
L’oro raggiunge nuovi massimi
L’oro ha registrato un aumento dell’1,7% la scorsa settimana, continuando la sua corsa verso alti storici con un prezzo raggiunto di 2.954,89 dollari l’oncia. Questo incremento è stato alimentato dalle preoccupazioni economiche legate ai dazi e dalle tensioni geopolitiche attuali. Anche l’argento ha visto un incremento dell’1,1%, mentre il palladio è salito dello 0,5%. Tuttavia, il platino ha subito una diminuzione dell’1,1%.
I prezzi del rame e sviluppi aziendali
Il rame ha registrato un calo del 2,1% per libbra, dopo che Citigroup ha rivisto al ribasso le previsioni sui prezzi. Questo è avvenuto in un contesto in cui la probabilità dell’entrata in vigore di tariffe reciproche tra Stati Uniti e Cina è diminuita. La Cina ha anche visto il colosso Norinco Group manifestare interesse per l’acquisizione di attività di rame e cobalto dalla società mineraria Chemaf.
Dinamicità nei mercati energetici
Nel settore energetico, il petrolio greggio Brent è sceso dello 0,7% a 73,9 dollari al barile, a causa di un aumento delle scorte statunitensi. Il gas naturale, al contrario, ha visto un aumento significativo del 12,6%, spinto dalle previsioni di un’ondata di freddo estremo in arrivo.
Iniziative rurali e fondi statunitensi
Rimarcabile è anche la pubblicazione da parte della Cina del “documento centrale n. 1” per il 2025, che espone un ambizioso piano di rivitalizzazione rurale. Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Agricoltura ha annunciato lo sblocco di 20 milioni di dollari in fondi agricoli, precedentemente congelati, per sostenere gli agricoltori.
Osservazioni sul mercato delle produzioni agricole
I mercati agricoli hanno mostrato tendenze misti: il prezzo della soia è aumentato dello 0,4%, mentre il riso ha visto una diminuzione del 3% a causa di un supporto deludente ai produttori thailandesi. In questo contesto, il mais è aumentato dello 0,4% e il grano è calato dell’1,6%, mentre il cotone e il caffè hanno registrato diminuzioni rispettivamente dell’1,3% e del 4,5%.
In sintesi, la settimana scorsa ha evidenziato le complessità e le interconnessioni tra le politiche commerciali, le dinamiche geopolitiche e le fluttuazioni nei mercati delle materie prime, offrendo spunti importanti per investitori e analisti economici.