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(AGENPARL) – gio 20 febbraio 2025 Prima valutazione sulle richieste di lavoratori stranieri. Cavion: “In attesa di conoscere le quote assegnate a Vicenza va fatta una riflessione complessiva sullo strumento.
Le aziende hanno bisogno di programmare l’attività non di improvvisazione”
Si sono chiusi in questi giorni i click day per le domande di lavoratori stranieri, il tutto in attesa di sapere le quote reali assegnate alle diverse province per l’anno in corso.
Rispetto ai precedenti due anni, ovvero 2023 e 2024 che con il 2025 rientrano nell’apposito Decreto triennale in materia flussi, in generale a livello nazionale quest’anno il numero di domande è crollato portandolo quasi a coincidere con le quote disponibili (180mila circa). In contro tendenza le pratiche gestite da Confartigianato Imprese Vicenza che hanno registrato quest’anno, invece, un aumento stimato a un +45%. Nel 2023 le quote assegnate sono state oltre il 50% delle domande presentate e seguite da Confartigianato, poco più del 10% invece nel 2024. Questi i primi riscontri dall’Ufficio Stranieri di Confartigianato Imprese Vicenza che, con altri patronati, si occupa di seguire le imprese nella pre domanda e nella successiva presentazione definitiva delle richieste. “Il generale crollo si spiega con il fatto che dopo le precedenti esperienze, anche ripetute più volte, molte realtà produttive quest’anno hanno deciso di non procedere con le domande che tra l’altro prevedevano a corredo ulteriore documentazione – commenta Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -. Come abbiamo già evidenziato, le imprese che fanno richiesta di lavoratori, come quelle vicentine, non possono attendere le lungaggini burocratiche per programmare la loro attività. Se a questo si aggiunge il fatto che anche dai nostri territori partono lavoratori, spesso giovani, per trovare occupazione in altri Paesi, ben si capisce come le imprese siano di fronte a un contesto che merita una riflessione più generale e da parte di tutte le istituzioni coinvolte. In una fase economica delicata come l’attuale è fondamentale far ripartire il motore produttivo”. “Ricordo poi – continua Cavion- che ogni imprenditore è anche figlio e/o genitore e spesso si trova nella necessità di avere un aiuto per la gestione dei o del genitore o dei figli. Figure di assistenza familiare e socio sanitaria sono un supporto concreto che permettono all’anziano di rimanere a casa propria e nel suo ambiente, senza peraltro gravare sul servizio pubblico, permettendo alla famiglia di lavorare con una certa serenità. Per il 2025 alle 9.500 quote previste a livello nazionale dal Decreto si sono aggiunte altre 10mila unità ‘fuori quota’ per l’assistenza di grandi anziani (over 80). Numeri insufficienti al fabbisogno delle famiglie tanto più che le 10mila unità sono accessibili solo ad alcuni soggetti istituzionali”.
“Dal canto nostro – chiude Cavion – siamo a disposizione per il confronto così come siamo accanto alle imprese nell’accompagnarle nel disbrigo di pratiche complicate, talvolta ridondanti, che sottraggono tempo al lavoro”.
Comunicato 29 – 20 febbraio 2025