
(AGENPARL) – mer 15 gennaio 2025 L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Vittorio Rocchietti, ha dimostrato ancora una volta la sua totale inadeguatezza. La decisione di trasformare Casa Chantal, storica residenza per anziani, in un centro per migranti è un affronto alla comunità mathiese e una grave minaccia per la sicurezza, l’economia e la coesione sociale del paese.
Un tradimento della comunità locale Casa Chantal rappresentava un punto di riferimento per le famiglie e gli anziani di Mathi. La sua chiusura e il trasferimento degli ospiti in altri comuni hanno già causato disagi enormi. Ora, con l’arrivo imminente di decine di migranti, si rischia di compromettere ulteriormente la serenità del paese. Questa amministrazione, invece di difendere le esigenze dei cittadini, sembra assecondare interessi esterni senza alcuna trasparenza.
Un rischio concreto per sicurezza e ordine pubblico L’arrivo di giovani migranti, spesso senza occupazione, comporta un rischio reale per la sicurezza di Mathi. Altri esempi in Italia e in Europa dimostrano che queste scelte portano spesso a un aumento del degrado, microcriminalità e tensioni sociali. Il sindaco Rocchietti non può continuare a ignorare le legittime preoccupazioni dei cittadini, che temono per l’ordine pubblico e per la vivibilità del paese.
L’inerzia e le contraddizioni dell’amministrazione Nonostante le ripetute richieste di chiarezza, l’amministrazione ha scelto di ignorare le istanze dei cittadini e delle opposizioni. La lettera della cooperativa Sanitalia, datata 16 dicembre, è rimasta senza risposte tempestive, dimostrando una gestione negligente e irresponsabile della questione.
Forza Nuova chiede azioni immediate. Invitiamo i cittadini di Mathi ad unirsi a noi per opporci a questa decisione scellerata. L’amministrazione deve ritirare immediatamente il progetto e impegnarsi a restituire Casa Chantal alla sua funzione originaria. Mathi merita una guida che lavori per i suoi interessi, non contro di essi. Nei prossimi giorni saremo fisicamente in piazza per protestare contro tale decisione.