(AGENPARL) – gio 09 gennaio 2025 FERRARA RICORDA LE VITTIME DELLA SHOAH CON LE PIETRE D’INCIAMPO: CERIMONIA
DI POSA IL 16 GENNAIO. LA CITTÀ FARÀ PARTE DEL PROGETTO MONUMENTALE E
COLLETTIVO SULLA MEMORIA CHE COINVOLGE REALTÀ DA TUTTA EUROPA
IL SINDACO FABBRI: “TENIAMO VIVA LA MEMORIA CONTRO OGNI FORMA DI
NEGAZIONISMO”. PRESIDENTE COMUNITÀ EBRAICA ARBIB: “PIETRE CHE RACCHIUDONO
LE STORIE DI INTERE FAMIGLIE FERRARESI”
Ferrara, 9 gen – Si terrà il prossimo 16 gennaio in via Mazzini la
cerimonia della posa delle prime Pietre d’inciampo nella città estense,
iniziativa diffusa in tutta Europa e fortemente voluta dal Comune di
Ferrara, in collaborazione con la Comunità Ebraica.
L’appuntamento fa parte del più ampio progetto “Pietre d’Inciampo a
Ferrara”, dedicato alle vittime ferraresi delle deportazioni nazi-fasciste
avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale al fine di preservare la
memoria storica.
Durante la cerimonia, alla presenza dell’artista berlinese Gunter Demnig,
ideatore delle “Pietre d’Inciampo”, verranno installate le 15 pietre – in
via Mazzini – in memoria di cittadini ferraresi deportati e uccisi durante
la Shoah che qui abitavano. In particolare si omaggeranno la famiglia
Rietti-Cavalieri (Nello Rietti, Giulia Rietti, Leonella Rietti, Gastone
Rietti e Argia Cavalieri) al civico 14; la famiglia Forti-Jesi-Lampronti
(Leone Forti, Carolina Jesi, Berta Forti, Umberto Lampronti e Carlo
Lampronti) al civico 85 e la famiglia Fink-Bassani-Lampronti (Isacco Fink,
Carlo Bassani, Giuseppe Bassani, Rina Lampronti e Marcella Bassani) al
civico 88.
L’iniziativa, che sarà aperta alla città, rientra nel protocollo d’intesa
per la valorizzazione del Ghetto ebraico di Ferrara e apre una serie di
pietre di inciampo che verranno nel tempo poste sul suolo comunale.
“Finalmente anche Ferrara è coinvolta nel progetto monumentale delle pietre
d’inciampo, ideate dall’artista Gunter Demnig per tenere viva la Memoria
collettiva contro ogni forma di negazionismo e di oblio: il suo lavoro
intende ricordare tutti i deportati nei campi nazisti che non hanno più
fatto ritorno a casa. Queste pietre sono ormai ovunque in Europa. Mancava
all’appello Ferrara: ora anche la nostra città ne farà doverosamente parte.
Con l’installazione delle prime pietre d’inciampo ricorderemo i primi tre
nuclei familiari di ebrei ferraresi deportati, nostri concittadini. La
volontà è rendere ancora una volta visibile, per non dimenticare mai,
quanto ha caratterizzato una pagina buia della storia, che ha dolorosamente
coinvolto direttamente anche la nostra città”, sottolinea il sindaco Alan
Fabbri.
“Il 16 gennaio a Ferrara verranno depositate le prime 15 pietre di
inciampo, le prime di una lunga lista. Potremo così ricordare attraverso la
posa delle pietre dinanzi alle porte delle abitazioni, coloro che sono
stati deportati e assassinati nei lager. Inciampare virtualmente su questi
blocchetti di colore lucido, che riportano i dati delle persone scomparse,
porterà alla luce qualcosa di essenziale: non racchiudono solo nomi da
citare, ma la storia di intere famiglie ferraresi. La memoria non può
risolversi in appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte
integrante della vita quotidiana. Attraversando le strade del ghetto, verrà
spontaneo chiedersi cosa sono quelle strane pietre posate sul selciato”,
aggiunge il presidente della Comunità ebraica, Fortunato Arbib.
Presenti in conferenza stampa, oltre al presidente Arbib, il vicesindaco
Alessandro Balboni, che ha ricordato come questa sia “l’esito di un iter
lungo due anni che intende lasciare qualcosa di tangibile e di visibile a
Ferrara, tra i comuni che ancora ne erano privi. Con questo diamo il giusto
tributo alle vittime ferraresi morte durante il periodo fascista: colmeremo
finalmente un vuoto”.
Per l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, “si tratta di un momento
epocale per Ferrara, città ebraica per eccellenza. Di quel drammatico
periodo rimane nell’arte l’opera di Bassani, rimane traccia nei film, ora
ci saranno le pietre d’inciampo, per fermare e far riflettere chi si
imbatte nell’opera”.
Alessia Pedrielli ha ricordato che “tra i progetti parte del protocollo di
intesa tra Comune e Comunità ebraico, siglato per la prima volta a Ferrara
nel 2022, quello delle pietre d’inciampo è l’azione più simbolica e al
contempo concreta, un vero museo diffuso, a disposizione di tutti”. Grande
è stata la partecipazione delle scuole del territorio. “Moltissima è stata
la voglia di collaborazione da parte degli istituti scolastici, abbiamo
dovuto fare una selezione per la mole di richieste”.
Cristina Nagliati ha poi spiegato come si svilupperà la celebrazione del 16
gennaio. Presenti anche i rappresentanti delle realtà partner del progetto.
Gli Stolpersteine (letteralmente, “pietre d’inciampo”) sono cubetti di
cemento – grandi all’incirca quanto un sanpietrino – ricoperti da una
lastra di ottone, sui quali vengono incisi i dati biografici delle vittime
da commemorare (nome, anno di nascita, giorno e luogo della deportazione,
data di morte). Sono posati davanti alle porte delle delle abitazioni dove
un tempo vivevano le persone a cui sono dedicate, l’ultima residenza
conosciuta dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti.
L’obiettivo è restituire l’individualità alle persone che le persecuzioni
nazi-fasciste hanno tentato di cancellare. Si chiamano Pietre d’inciampo
proprio perché vogliono metaforicamente portare chi le calpesta ad
“inciampare” in una riflessione su quei tragici accadimenti, al fine di
conservarne la memoria storica. La prima fu apposta a Colonia, in Germania,
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