
(AGENPARL) – mar 26 novembre 2024 Cia: agricoltura al bivio, più valore a chi produce L’agricoltura lucana
delle aree interne ha una sua specificità: l’Istat registra che in un
decennio (2010-2020) le aziende agricole della Basilicata sono diminuite
di quasi un terzo (-32,4%); sono diminuite, in particolare, le aziende
sotto i 50 ettari di SAU (Superficie Agricola Utile), e soprattutto le
micro-aziende fino ai 2 ettari (-53,2 % di aziende e -50,1% di SAU). Un
fenomeno più marcato – commenta la Cia-Agricoltori Potenza-Matera – nelle
zone più svantaggiate montane e collinari dove le aziende di famiglia o con
un solo titolare sono la grande maggioranza. In questo contesto nuove
risorse e una strategia politica mirata al rilancio delle aree interne
montane sono una priorità. Così il presidente di Cia-Agricoltori
Italiani, Cristiano Fini, lancia il tema portante dell’Assemblea nazionale
della Confederazione “Agricoltura al bivio: più valore a chi produce” che
aprirà le porte il 29 novembre, giornata della sua sessione pubblica.
? ora, secondo Fini, di passare dalle parole ai fatti, con la
predisposizione di una strategia unica a livello nazionale che arresti lo
spopolamento in queste zone, che soffrono, come ha sottolineato di recente
il Presidente Mattarella, per la rarefazione dei servizi, lo smantellamento
delle vecchie infrastrutture e una generale marginalizzazione che mette a
rischio il 60% del territorio italiano, incidendo negativamente sui diritti
di cittadinanza di circa 13 milioni di nostri concittadini, molti dei quali
sono imprenditori agricoli. Le aree interne, secondo Fini, hanno una
valenza sia ambientale che sociale, ma devono essere in grado di
incrementare le proprie condizioni economiche per poter sopravvivere e
resistere all’impatto dei cambiamenti climatici, contrastando il dissesto
idrogeologico. Sono prioritari gli interventi a tutela delle infrastrutture
e dei servizi di prossimità, una gestione adeguata della risorsa acqua,
l’equo accesso a istruzione e sanità e il superamento del digital divide.
Per Fini, bisogna, inoltre, incentivare l’abitabilità di ciascuna zona
periferica e di montagna, ma servono misure di fiscalità agevolata e norme
che favoriscano l’accesso al credito e alla liquidità, in grado di
innescare davvero il ricambio generazionale. “Investire sulle zone rurali è
un’urgenza sociale -continua il presidente Cia- oltre che economica, perché
la produttività agricola è anche custode della cultura e delle nostre
tradizioni, oltre che garante della sicurezza alimentare”. Quanto agli
investimenti sostenuti direttamente dagli agricoltori, le aziende lucane
che hanno effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio
2018-2020 sono circa 1,9 mila, pari al 5,4% delle aziende agricole
regionali, una quota significativamente inferiore a quella nazionale (11%). Le
aziende che investono nella meccanizzazione sono 58,4% di quelle che
innovano; si tratta della modalità principale, coerentemente con la
distribuzione nazionale. Nell’ambito delle prime otto tipologie di
investimento più diffuse a livello italiano, seguono per la Basilicata
l’impianto
e la semina (21,7%), la lavorazione del suolo (19,8%) e l’irrigazione
(15,3%); anche a livello nazionale gli investimenti nella lavorazione del
suolo sono più diffusi di quelli nell’irrigazione.