(AGENPARL) - Roma, 25 Novembre 2024(AGENPARL) – lun 25 novembre 2024 *I legali di Sgarbi: «Difesa davanti ai giudici, non in televisione**»**.*
*«**Disapproviamo e stigmatizziamo la condotta di giornalisti che, con
finalità di spettacolo, vogliono sostituirsi all’autorità giudiziaria»*
*ROMA *– I difensori di Vittorio Sgarbi, il professore Alfonso Furgiuele e
l’avvocato Giampaolo Cicconi, intervengono sulla sistematica campagna di
disinformazione e delegittimazione condotta in queste settimane da alcuni
organi di stampa e televisione, affermando che *«con riguardo alle ipotesi
accusatorie prospettate dalle Procure di Macerata ed Imperia, vanno
rispettati il lavoro e le funzioni dei magistrati e pertanto la sola difesa
che s’intende sostenere in questa fase è quella, “garantita”, davanti
all’Autorità Giudiziaria e non in televisione dove, in nome degli indici di
ascolto, i fatti possono essere sostituiti da sospetti, allusioni e
ricostruzioni, peraltro spesso operate sulla base di fonti non sempre
affidabili e adeguatamente verificate»*
*«Pertanto, ci assumiamo la responsabilità esclusiva *– spiegano Furgiuele
e Cicconi –* di avere suggerito a Vittorio Sgarbi di non sottoporsi ad un
irrituale processo “spettacolo” (più che mediatico), al fine di non
legittimarlo.*
*Disapproviamo e stigmatizziamo *– dichiarano ancora gli avvocati –* la
condotta di giornalisti che, con modalità discutibili e finalità
palesemente di spettacolo, vorrebbero sostituirsi all’autorità giudiziaria
e “processare” il prof. Sgarbi in maniera sommaria. Cioè in totale assenza
delle peculiari regole del codice di procedura penale che, essendo ispirate
ai principi cardine della nostra Costituzione, sole garantiscono ai
cittadini imputati – presunti non colpevoli fino alla sentenza di condanna
definitiva – un “giusto processo” ed alla collettività l’affidabilità
dell’accertamento dei fatti; esclusivamente all’esito del quale sarebbero
consentiti commenti e giudizi.*
* Inoltre, riteniamo estremamente gravi ed emblematici delle finalità
perseguite e dei metodi d’inchiesta adoperati – *concludono i legali di
Sgarbi* – i comportamenti di taluni giornalisti che, con pervicace
insistenza e prevaricazione (anche fisica) reiteratamente molestano
Vittorio Sgarbi per indurlo a rispondere alle loro domande ed a reagire
alle loro provocazioni, così compiendo condotte che, condizionando le sue
abitudini di vita, potrebbero anche integrare fattispecie penalmente
rilevanti**»*
*l’Ufficio Stampa*
(Nino Ippolito)