(AGENPARL) – dom 10 novembre 2024 GIUSTIZIA, D’ORSO (M5S): “GOVERNO VUOLE MAGISTRATURA SERVENTE E PROVOCA SCONTRO”
Roma, 10 nov. – “Credo che il clima di scontro che viene quotidianamente alimentato tra magistratura e politica sia esclusiva responsabilità del governo, anche perché stiamo assistendo a un salto di qualità rispetto ad altri momenti di tensione istituzionale vissuti in passato. Oggi, infatti, abbiamo un esecutivo che pretende che la magistratura adotti una postura servente rispetto ai suoi desiderata. È evidente da dichiarazioni degli esponenti del governo che chiedono la collaborazione dei giudici nell’attuazione di un programma votato dai cittadini o che parlano di maggioranza legittimata dal voto popolare al contrario della magistratura. Frasi che fanno rabbrividire, perché rievocano momenti bui della nostra storia. Quello che il governo dovrebbe sapere perfettamente è che la magistratura trova la propria legittimazione nella Costituzione che le attribuisce i caratteri di indipendenza e autonomia che questo esecutivo sembra invece disconoscere”. Lo scrive in una nota Valentina D’Orso, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Giustizia alla Camera, intervenuta in occasione del convegno di Magistratura democratica.
“Il ‘caso Albania’ – continua D’Orso –, è un chiaro cortocircuito provocato dal governo. La pronuncia della Corte di Giustizia Europea sulla nozione di Paese sicuro è del 4 ottobre e l’esecutivo dà corso al trasferimento scegliendo i migranti dopo quella data. Si tratta quindi di una contrapposizione assolutamente cercata, perché i giudici non potevano decidere in maniera diversa. Il governo mette in campo questa operazione in spregio alla Costituzione e con il solo scopo di mostrare all’opinione pubblica un capro espiatorio rispetto alla sua incapacità di dare seguito alle promesse sbandierate in campagna elettorale. Nessun giudice comunista, quindi, solo servitori dello Stato che applicano la nostra Costituzione. Sulla separazione delle carriere, infine, il ministro Nordio sembra spingere per l’attuazione del rito accusatorio portato fino alle estreme conseguenze, ma dimentica che fortunatamente in Italia non è possibile replicare il modello americano. Il viceministro Sisto, dal canto suo, torna sull’alibi che da sempre viene usato per promuovere la separazione delle carriere, ovvero che pm e giudici, in quanto colleghi, si influenzano a vicenda. Si tratta però di un falso problema, perché sappiamo benissimo che i numeri di assoluzioni e condanne praticamente si equivalgono e ci restituiscono un impianto che funziona. Al governo ho chiesto qual è l’utilità della riforma, se non deve essere, come da loro assicurato, il grimaldello per assoggettare le Procure al potere esecutivo, ma non ho ottenuto nessuna risposta” conclude D’Orso.
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Ufficio Stampa Parlamento
Movimento 5 Stelle
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