Un recente rapporto ha sollevato accuse gravi contro la Federal Emergency Management Agency (FEMA) riguardo alle operazioni di soccorso per i danni causati dall’uragano Milton in Florida. Secondo quanto riferito dal Daily Wire, Marn’i Washington, supervisore della FEMA, avrebbe ordinato verbalmente e tramite chat ai soccorritori di evitare le abitazioni che esponevano cartelli o bandiere di sostegno a Donald Trump. Di conseguenza, si stima che almeno 20 case, situate nella città di Lake Placid, in Florida, siano state saltate dai soccorsi e che i residenti non abbiano avuto l’opportunità di qualificarsi per l’assistenza della FEMA.
Le immagini condivise dai lavoratori mostrano messaggi di sistema come “Trump sign no entry per leadership”, indicando che le direttive sono state seguite sul campo, con l’esclusione dei residenti identificati come sostenitori di Trump. Questi soccorritori erano parte di una task force del Dipartimento della Sicurezza Interna che si era volontariamente offerta di supportare la FEMA, che soffriva di carenza di personale in seguito a un secondo grave uragano.
Un dipendente governativo ha dichiarato al Daily Wire che, nonostante fossero consapevoli delle difficoltà della FEMA nel fronteggiare la crisi, non si aspettavano di ricevere ordini di tipo discriminatorio. “Sapevamo che avevano poco personale, quindi abbiamo pensato di fare la nostra parte per aiutare. Quando siamo arrivati, ci hanno detto di discriminare le persone. È quasi incredibile che qualcuno nel governo federale possa considerarlo accettabile,” ha riferito il dipendente.
L’agenzia e l’amministrazione Biden-Harris sono finite al centro delle critiche anche per la gestione dell’uragano Helene, che ha devastato comunità negli stati di North Carolina, Virginia, Georgia, Florida e Tennessee. Le comunità locali, come quella di Bat Cave, si sono sentite abbandonate e hanno riportato al New York Post che la FEMA non è stata tempestiva e che i residenti hanno dovuto provvedere autonomamente alla pulizia e al ripristino delle aree colpite.
Jordan Lanning, residente di Asheville, ha espresso la sua frustrazione in un’intervista su Fox News, dichiarando che la risposta dell’amministrazione è stata “troppo tardiva” e che “ci sono voluti cinque giorni per avere una risposta dal Presidente Biden”. Lanning ha aggiunto che il ritardo nella risposta ha fatto sentire i cittadini trascurati e alienati rispetto alle promesse di “essere al servizio del popolo.”
Queste vicende hanno alimentato un dibattito acceso sul ruolo delle istituzioni federali e sull’imparzialità dei soccorsi, con numerose richieste di chiarimento per garantire che l’assistenza venga fornita in modo equo e senza pregiudizi, indipendentemente dalle opinioni politiche dei cittadini colpiti.