
(AGENPARL) – ven 08 novembre 2024 Nel 2022, il tasso di partecipazione elettorale in Italia è stato del 63,9%, mentre negli Stati Uniti nel 2024 del 65%. Si tratta di numeri simili, nonostante il contesto internazionale e nazionale differente. Una domanda spesso sollevata è se ci sia una crescente disaffezione al voto nei Paesi occidentali; tuttavia, questi dati suggeriscono che la partecipazione, pur non massiccia, rimane stabile. Forse, allora, l’aspetto su cui riflettere maggiormente non è tanto la partecipazione generale quanto piuttosto il coinvolgimento dei giovani, vero motore di rinnovamento.
Perché i giovani dovrebbero avere fiducia nella politica? Questo è un interrogativo che i partiti dovrebbero prendere sul serio, offrendo risposte che vanno oltre le parole. Un partito ha un senso reale se può contare su giovani che lo sostengono, credendo che il loro impegno possa contribuire a una Nazione migliore, pronta ad affrontare le sfide con una visione chiara e aperta al cambiamento. E per costruire questo futuro, i partiti devono investire concretamente nella formazione politica.
Oggi vediamo iniziative formative che, spesso, si limitano a corsi rapidi e superficiali. Ma formare giovani dirigenti richiede un impegno ben più solido. Le università e il mondo accademico possono offrire un contributo essenziale, perché il Paese non ha bisogno solo di funzionari competenti nella gestione della cosa pubblica, ma anche di leader capaci di immaginare e costruire il futuro con le conoscenze e gli strumenti giusti.
È tempo che i partiti collaborino con il mondo accademico per una formazione politica che non sia solo teorica, ma orientata alla comprensione delle complesse dinamiche attuali. Solo così potremo creare una classe dirigente preparata, dotata delle competenze per affrontare le sfide moderne. Il “politicante” del passato, stereotipo di una politica troppo spesso priva di profondità, dovrebbe lasciare spazio a una nuova figura di leader, capace di coniugare umiltà e ambizione per il bene comune.
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