
(AGENPARL) – mar 29 ottobre 2024 Confabitare lancia una raccolta firme per abolire i consorzi di bonifica
Negli ultimi anni, Confabitare – Associazione Proprietari Immobiliari – ha monitorato l’operato dei Consorzi di Bonifica, esprimendo ripetutamente un forte dissenso per il lavoro di questi enti, ritenuti inefficienti e incapaci di garantire la sicurezza idrogeologica adeguata ai luoghi e ai tempi.
Incaricati di curare la manutenzione dei corsi d’acqua e la gestione delle risorse idriche, i consorzi avrebbero dovuto proteggere il territorio e prevenire disastri: “dopo l’alluvione di maggio 2023 – commenta Alberto Zanni, Presidente Nazionale di Confabitare – avevano l’obbligo di attivarsi per raggiungere un livello adeguato di protezione del territorio. In questo periodo avrebbero dovuto mettere in campo misure concrete per prevenire nuovi disastri, ma non lo hanno fatto. A fronte delle risorse ricevute, la mancanza di interventi strutturali di prevenzione riguardo ad un’altra alluvione è ingiustificabile: la sicurezza del territorio richiede un impegno e un adeguamento costante non solo una goffa risposta alle emergenze”. Per questo motivo Confabitare ha avviato una raccolta firme per chiedere l’abolizione dei Consorzi di Bonifica, enti che, pur inviando annualmente cartelle di pagamento ai proprietari, non hanno garantito un’efficace gestione del territorio,
come dimostrato dai danni provocati dalle recenti alluvioni che hanno colpito Bologna.
“Un anno e mezzo fa abbiamo segnalato l’inefficienza dei Consorzi di Bonifica, nutrendo la legittima aspettativa che la nostra presa di posizione avrebbe innescato un cambiamento. Se non l’auspicata chiusura, almeno un segnale di reattività o una presa di coscienza verso un’inversione di rotta – aggiunge Alberto Zanni – invece non è cambiato nulla. Alla luce della recente alluvione e dei numerosi canali sporchi e intasati, è ormai palese a tutti che gli interventi necessari non sono stati realizzati e che la loro utilità è fortemente messa in discussione dall’evidenza. Se chiudessero non se ne accorgerebbe nessuno, tranne i proprietari che non avrebbero le loro inutili cartelle da pagare”. Confabitare ritiene fondamentale perseguire l’eliminazione di costi ingiustificati e di enti che non garantiscono i servizi per cui sono stati istituiti. “Questi consorzi sono diventati veri e propri carrozzoni burocratici, paralizzati da inefficienze e da spese interne che non
apportano alcun beneficio tangibile alla collettività. È Intollerabile, specialmente in un momento di crisi economica, continuare a gravare i proprietari immobiliari con imposte e contributi per enti che non svolgono le proprie funzioni” conclude Alberto Zanni.