
(AGENPARL) – mer 04 settembre 2024 *Cia-Agricoltori Lavello: speculazioni su prezzo pomodoro*
*Nel Lavellese alcune aziende di trasformazione stanno ritirando il
pomodoro lungo a un prezzo inferiore rispetto a quello del contratto
sottoscritto e si registrano prezzi abbattuti fino a 130 euro alla
tonnellata, operando un pesante taglio dei prezzi anche sul prodotto di
maggiore qualità: è l’allarme che parte da Cia-Agricoltori Lavello
riferendo che il fenomeno speculativo già diffuso nel Foggiano si sta
propagando a macchia d’olio anche nell’area della provincia di Potenza di
maggiore produzione del pomodoro con oltre 3mila ettari coltivati a
pomodoro da industria. **“**A farne le spese – *spiega Alessandro Petruzzi,
dirigente Cia-Agricoltori di Lavello – *sono soprattutto i produttori che,
a causa della siccità e dello stop all’erogazione dell’acqua per le
irrigazioni, hanno visto ridurre almeno del 20-30% la propria produzione
per ettaro. In questo modo, chi si trova nella necessità di vendere, non
riuscirà a coprire nemmeno i costi di produzione. La nostra – continua
Petruzzi – è una battaglia su più fronti: contro la siccità e quindi per
far bastare l’acqua che arriva dopo le ultime misure decise da Consorzio di
Bonifica e Regione, contro la speculazione e contro l’insufficienza di
manodopera per la raccolta”. *
La campagna 2024 del pomodoro “precoce” (piantato ad aprile) sta rilevando
una qualità inferiore a quella tradizionale considerata un’eccellenza di
questa area ma soprattutto rese molto basse. I carichi dei camion che
partono dal Lavellese per gli stabilimenti di trasformazione hanno una
media di 250 quintali ad ettaro contro la media consolidata nelle migliori
campagne pomodoro sino a 1000 quintali ad ettaro. “Ci troviamo di fronte –
continua Petruzzi – alla situazione che temevamo per il “precoce” e siamo
in grande allarme per il “medio precoce” e il “tardivo” che rappresenta il
70-80% della produzione complessiva”.
“Settembre non poteva iniziare in modo peggiore -dichiara Gennaro Sicolo,
vicepresidente nazionale della Confederazione-. In questo modo, si dà un
segnale negativo a tutto il comparto in un momento decisivo, che dovrebbe
segnare una ripresa e, invece, è caratterizzato da speculazioni pesanti,
inique e ingiustificate. La prima e più importante questione da cui passa
il futuro dell’agricoltura continua a essere quella della redditività e
della distribuzione equilibrata della catena del valore lungo la filiera.
Il rischio imprenditoriale nel sostenere costi e investimenti è aumentato a
dismisura, negli ultimi anni, non solo a causa di siccità, calamità di ogni
genere e fitopatologie, ma anche per l’estrema incertezza sul ‘quantum’
viene riconosciuto agli agricoltori a fronte di produzioni di eccellente
qualità. È su questo che istituzioni regionali, governo nazionale e Unione
Europea devono lavorare con concretezza e determinazione per non
mortificare i sacrifici sostenuti dagli agricoltori, altrimenti ci
troveremo di fronte a un autunno molto ‘caldo’ non solo dal punto di vista
climatico”.