
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento UE che proroga le misure di Salvaguardia sull’import di acciaio per altri 24 mesi, imponendo un tetto estremamente basso alle importazioni da alcuni Paesi. Una minaccia senza precedenti per la competitività delle aziende utilizzatrici di acciaio
Si potrebbe arrivare a una carenza di 1,63 milioni di tonnellate di acciaio con la nuova versione delle misure di Salvaguardia pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale con un Regolamento UE. La misura di proroga, infatti, riduce ulteriormente la quantità di acciaio che si può importare nella UE. La mancanza di questi volumi avrebbe ripercussioni su automotive, costruzioni, ingegneria meccanica e tutta la manifattura europea utilizzatrice di acciaio. Le imprese europee perderebbero ulteriore competitività dopo aver già vissuto anni di forti restrizioni all’import di acciaio. Uno dei punti chiave del Regolamento è che dal 1° luglio 2024 sarà inserito un tetto del 15% alle importazioni di coils a caldo da ogni Paese incluso nel contingente “Altri Paesi” della salvaguardia. Vietnam, Giappone, Taiwan ed Egitto, che sono i Paesi di questo contingente che esportano più coils a caldo nella UE, hanno venduto 3,9 milioni di tonnellate nel 2023. Assofermet ha analizzato i dati formulando una proiezione per il 2024 su come cambierebbe l’import di questo prodotto con le modifiche previste dalla notifica al WTO. Il flusso annuale dai quattro Paesi arriverebbe a un massimo di 2,26 milioni di tonnellate importate, cancellando di fatto 1,63 milioni di tonnellate di acciaio. Le conseguenze della Salvaguardia sul mercato sono molto note agli operatori: aumento incontrollato dei costi della materia prima a causa dei dazi, indisponibilità della merce già sbarcata in attesa dello sdoganamento all’apertura del trimestre successivo, tensioni finanziarie per tutti gli importatori, intasamento dei terminal portuali con relativi disservizi da parte degli spedizionieri, costretti ad operare in situazioni precarie. A questo si aggiunge poi la sovrapposizione con il CBAM, un’altra misura che aumenterà i costi dell’acciaio: in assenza di modifiche i due provvedimenti resteranno in vigore in contemporanea per i primi sei mesi del 2026.
Paese di provenienza | Quantità di coils a caldoesportata nella UE nel 2023 | Proiezione – quantità annuale disponibile in seguito alla proroga* | Carenza annuale |
Vietnam | 1.113.000 | 567.398,922 | 545.601,078 |
Giappone | 1.058.000 | 567.398,922 | 490.601,078 |
Taiwan | 1.016.000 | 567.398,922 | 448.601,08 |
Egitto | 720.000 | 567.398,922 | 152.601,078 |
Totale carenza annuale | 1.637.404,31 |
Valori espressi in tonnellate. Fonte: dati Eurometal elaborati da Assofermet
“È lo scenario peggiore che potevamo aspettarci dalla proroga delle misure di Salvaguardia” ha commentato Paolo Sangoi, Presidente di Assofermet Acciai. “Il mantenimento della Salvaguardia per altri 24 mesi implica una sovrapposizione con il CBAM, destinata a generare di fatto una doppia tassazione. Il tetto del 15% alle importazioni di coils a caldo da ogni Paese incluso nel contingente “Altri Paesi” contrasta con la natura stessa della norma,ovvero il mantenimento dei flussi storici dell’importazione. Sempre che i flussi storici del triennio 2015-2016-2017, ai quali la norma fa riferimento, vengano attualizzati. Rispetto a quel periodo lo scenario è cambiato molto: molti Paesi a suo tempo esportatori in UE oggi non sono più presenti come fornitori perché sono sotto embargo, sotto sanzioni o semplicemente perché trovano interesse a destinare altrove il loro acciaio.”
*Da luglio a dicembre 2024, ciascuno dei Paesi del contingente “Altri Paesi” potrà esportare 141.849,7305 tonnellate di coils a caldo per ogni trimestre. Nella proiezione di Assofermet, questo dato è stato moltiplicato per quattro per poter permettere un confronto con la totalità del 2023