
Arcangelo Prete, Presidente AIEOP – Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica, Direttore SSD Oncoematologia Pediatrica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico S. Orsola Malpighi
I tumori ematologici infantili sono numerosi e diversi. Ci può fare un quadro di quali sono e del numero di pazienti coinvolti?
I tumori ematologici infantili comprendono circa 60 istotipi e di questi quasi il 41% sono ematologici. I più frequenti sono le leucemie acute, linfoidi e mieloide, i linfomi di Hodgkin e non-Hodgkin. In Italia i bambini a cui viene diagnosticato un tumore nella fascia 0-14 anni sono circa 1400-1500 all’anno e 800-900 sono quelli diagnosticati nella fascia 15-18 anni. Il numero dei ragazzi è in aumento in quanto i protocolli di terapia prodotti dai pediatri hanno in genere degli esiti migliori rispetto a quelli prodotti per gli adulti, dovuti anche a un minor numero di effetti collaterali. Questo fa sì che vengano presi in cura in reparti pediatrici giovani fino ai 18 anni che dovrebbero invece già afferire ai reparti ematologici non pediatrici.
La ricerca scientifica ha fatto grandi passi in avanti nella diagnostica con le tecnologie biomolecolari, rendendo sempre più spesso la malattia curabile e guaribile. Ci può spiegare quali sono le terapie che dimostrano maggior efficacia?
Le nuove terapie, immunoterapia sia liquida sia cellulare e le Car-T, consentono di stratificare i pazienti e il modo in cui la malattia si manifesta, in maniera diversa da persona a persona. La biologia molecolare individua le alterazioni molecolari che definiscono la patologia in maniera specifica e radicale. Questo fa sì che si intensifichino i protocolli a più alto rischio di recidiva e si riduca l’intensità e l’aggressività delle terapie per quelle patologie che hanno un’evoluzione migliore. Questo produce un minor numero di effetti collaterali e maggiori risultati in termini di guarigione e sopravvivenza. Questo produce i migliori risultati si ottengono nelle leucemie e nei linfomi. In particolare, per le leucemie l’immunoterapia liquida con blinatumomab si è dimostrata talmente efficace che in via sperimentale viene utilizzata anche in prima linea.
L’immunoterapia cellulare, le Car–T, sono un trattamento estremamente mirato e specifico nei confronti della cellula neoplastica e sono una terapia personalizzata che produce meno effetti collaterali a medio e lungo termine. Questo è fondamentale quando si tratta di bambini che, una volta guariti, hanno una aspettativa di vita normale davanti a loro.
Il fatto stesso che si riducano gli effetti collaterali, dati ad esempio dagli antraciclinici, un farmaco efficace e molto utilizzato in oncologia ma che può causare delle cardiomiopatie che, nel lungo periodo, in alcuni casi, possono portare al trapianto di cuore. Al momento è ancora troppo presto per avere dati certi sulle Car–T in quanto il loro avvento è relativamente recente, ma gli studi concordano su questo. Il grande vantaggio delle Car-T è che curano le persone dalla malattia e le rendono sane essendo altamente specifici nei confronti delle cellule malate.
In pediatria, a oggi, le Car-T sono indicate per la leucemia linfoblastica acuta dopo il fallimento della terapia di prima linea nei bambini a partire dai 12 anni. Nei protocolli di ricerca clinica vengono utilizzate anche in bambini più piccoli.
AIL finanzierà il progetto presentato da AIEOP che prevede l’assunzione di un Data manager per il coordinamento degli studi dell’Associazione. Ce ne può parlare?
Il progetto è rappresentato dallo studio prospettico/retrospettivo 1.01 che raccoglie telematicamente tutte le nuove diagnosi effettuate in Italia in uno dei 49 centri AIEOP e di seguire nel tempo i bambini. Questo percorso si conclude fornendo a ogni bambino il “Passaporto del guarito”, dove sono indicate tutte le informazioni mediche della persona, il documento segue ovunque, in Italia e all’estero, la persona durante tutto l’arco della vita. In modo che in qualunque paese sia il medico che lo prende in carico possa avere un quadro completo della persona. Inoltre, il Data manager è impegnato nella redazione di protocolli sperimentali e di seguirne l’iter approvativo degli studi. Il Clinical Trial Office di AIEOP, a oggi, ha in carico e gestisce circa 60 studi clinici su tutto il territorio nazionale.