
Il 15 giugno, Jean-Luc Mélenchon, leader di estrema sinistra e capo dell’alleanza elettorale del Nuovo Fronte Popolare, ha affermato che i “nativi francesi” rappresentano un “problema serio” per la coesione sociale del paese. Queste dichiarazioni sono state fatte durante un discorso ai sostenitori mentre presentava la visione della sua alleanza per le elezioni legislative anticipate indette dal presidente Emmanuel Macron.
Mélenchon, ex candidato presidenziale e leader del partito La France Insoumise (LFI), ha sottolineato i cambiamenti demografici della Francia, affermando: “Quando sono nato, un francese su dieci aveva un nonno straniero, adesso è uno su quattro. Di conseguenza, coloro che si definiscono nativi francesi pongono un serio problema alla coesione della società.” Ha inoltre evidenziato la diversità della regione parigina, dove su tredici milioni di abitanti, almeno otto milioni sono immigrati, provenienti da varie origini tra cui corsi, bretoni, maliani, algerini e marocchini.
Nel suo discorso, Mélenchon ha invocato una “rifondazione della Francia”, criticando le politiche liberali e il razzismo che, a suo avviso, hanno devastato il paese. Ha sostenuto la necessità di costruire una nuova Francia, unita e inclusiva, in contrasto con le divisioni esistenti.
Le dichiarazioni di Mélenchon hanno suscitato reazioni immediate da parte di figure nazionaliste. Éric Zemmour, leader del partito populista Reconquête, ha risposto affermando: “Facciamo capire a Mélenchon: i francesi erano qui mille anni fa, rimarranno qui per altri mille anni e faremo di tutto per impedire la loro sostituzione con il suo nuovo popolo.”
Mélenchon, 72 anni, nato in Marocco e di origini spagnole, è una figura controversa in Francia. Viene spesso paragonato a Jeremy Corbyn e Bernie Sanders, ma è anche accusato di minimizzare l’antisemitismo e di corteggiare elementi islamici radicali, soprattutto dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre.
Nonostante le critiche, Mélenchon è riuscito a unire esponenti di sinistra moderata, come socialisti, ecologisti e comunisti, in un patto elettorale volto a impedire al Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen di ottenere il potere nell’Assemblea nazionale. Questo blocco di sinistra, che è complessivamente secondo nelle elezioni legislative, è stato ulteriormente rafforzato dall’ex presidente François Hollande, che ha annunciato il suo ritorno in politica e la sua candidatura come deputato socialista sotto la bandiera del Nuovo Fronte Popolare.
Marine Le Pen, da parte sua, ha criticato il “blocco islamico-sinistra” di Mélenchon, sostenendo che rappresenta una minaccia per la democrazia francese. “È l’islamo-sinistra che sostiene quasi apertamente la scomparsa di tutte le nostre libertà”, ha affermato Le Pen, aggiungendo che il blocco vuole il disarmo della polizia e il rovesciamento della struttura costituzionale e repubblicana della Francia.