
In uno sviluppo sorprendente che ha scosso tutta Parigi, il capo del partito di centrodestra Les Républicains, Éric Ciotti, ha dichiarato il suo sostegno a un’alleanza elettorale con il populista Rassemblement National di Marine Le Pen, in vista delle elezioni anticipate indette dal presidente Emmanuel Macron. Questo segna un potenziale cambiamento radicale nel panorama politico francese, poiché il cordone sanitario che ha circondato il Raggruppamento Nazionale per decenni potrebbe “scomparire”.
Ciotti ha annunciato martedì di essere favorevole ad abbandonare la posizione di lunga data del suo partito di non collaborare con il partito populista, affermando: “Credo che sia necessario servire il Paese che è in pericolo”. Ha avvertito che nella sinistra politica esiste una “innaturale alleanza di ribelli” che difendono “idee che rasentano l’antisemitismo” e ha criticato il “blocco macronista” per aver portato il Paese alla situazione attuale.
Per preservare l’influenza del suo partito e riportare il Paese nella giusta direzione, Ciotti ha proposto un’alleanza con il Rassemblement National, affermando: “Abbiamo bisogno di un’alleanza rimanendo noi stessi… un’alleanza con il Raggruppamento Nazionale”.
Un sondaggio pubblicato lunedì, subito dopo la richiesta di Macron di elezioni legislative anticipate, ha mostrato che il RN gode attualmente del sostegno del 34% degli elettori per le elezioni del 30 giugno, permettendogli di ottenere una maggioranza relativa compresa tra 235 e 265 seggi nell’Assemblea Nazionale. Les Républicains, che attualmente detengono 61 seggi, se alleati con il RN, potrebbero mettere in testa il blocco di destra, costringendo Macron a nominare il presidente del National Rally, Jordan Bardella, come primo ministro e a formare un governo di “coabitazione”, oppure a dimettersi.
Marine Le Pen ha salutato la “scelta coraggiosa” di Ciotti, affermando che ha dimostrato un “senso di responsabilità”. Anche Bardella ha lodato Ciotti per aver scelto “l’interesse dei francesi prima di quello dei nostri partiti”, invitando all’unità per affrontare le sfide del Paese.
Tuttavia, l’annuncio di Ciotti ha scatenato divisioni all’interno di Les Républicains. Olivier Marleix, leader dei Républicains all’Assemblea Nazionale, ha chiesto le dimissioni di Ciotti. Anche il capogruppo LR al Senato, Bruno Retailleu, ha criticato la decisione, affermando che “un partito politico non è una sola persona”. Michel Barnier, ex candidato presidenziale della LR, ha dichiarato di sostenere “la responsabilità, l’ordine e il progresso sociale”, ma si è opposto a un’alleanza con il “partito populista e antieuropeo”.
Il ministro degli Interni di Macron, Gérald Darmanin, ha paragonato la mossa alla firma dell’accordo di Monaco del 1938 con la Germania nazista, affermando che Ciotti ha portato “disgrazia alla famiglia gollista baciando Marine Le Pen”.
Nonostante le critiche, Ciotti ha ricevuto sostegno da alcuni membri del suo partito. Guilhem Carayon, presidente dell’ala giovanile Jeunes Républicains, ha elogiato la scelta di Ciotti come coraggiosa e sensata, sottolineando la necessità di ascoltare gli elettori che non sopportano più le politiche di Macron.
L’alleanza nascente con il centrodestra ha però causato tensioni con il partito di destra anti-immigrazione di massa Reconquête, guidato da Éric Zemmour. Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen e candidata principale di Reconquête, ha incontrato Le Pen e Bardella a Parigi, senza Zemmour, sperando di unire la destra per le prossime elezioni.
Nonostante l’esclusione dai colloqui iniziali, Zemmour ha espresso la volontà di unire i suoi sostenitori per la causa del Raduno Nazionale, anche se sembra che la sua esclusione possa essere stata una condizione per l’alleanza con Les Républicains.
Il panorama politico francese è in rapida evoluzione, con la potenziale alleanza tra Les Républicains e il Rassemblement National che potrebbe segnare un cambiamento storico. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se questa nuova coalizione riuscirà a ottenere la maggioranza necessaria per formare un governo e quale sarà la risposta del presidente Macron a questa sfida inaspettata.