
(AGENPARL) – mer 29 maggio 2024 CON L’ECO POLMONARE SOTTO CONTROLLO
*IL RESPIRO DEI NEONATI*
*Team internazionale di ricerca individua nella tecnica non-invasiva lo
strumento per garantire ai neonati una terapia su misura*
L’ecografia polmonare nei neonati pretermine a poche ore di vita permette
di capire subito se il piccolo avrà bisogno della somministrazione di
surfattante (sostanza naturale prodotta nel polmone, carente nei neonati
prematuri, che impedisce il collasso degli alveoli), della terapia
intensiva neonatale o solo di un monitoraggio che gli permetterà di stare
accanto alla mamma.
*Nasce da un accordo internazionale di collaborazione fra l’Università
francese Paris-Saclay, l’Università di Padova, l’Università Degli Studi di
Napoli Federico II e altri atenei stranieri lo studio multicentrico
internazionale Quantitative Lung Ultrasonography to guide surfactant
therapy in late preterm and term neonates, pubblicato sulla rivista «JAMA
Network Open»,* che ha fornito la possibilità di guidare con l’ecografia
polmonare la somministrazione di surfattante nei neonati pretermine e a
termine.
L’accordo di collaborazione internazionale è nato per promuovere progetti
congiunti di ricerca clinica e translazionale nel campo della neonatologia
rivolta in particolare ai giovani medici. *Lo studio è un progetto
altamente innovativo e di grande valore in termini di sanità pubblica che
ha utilizzato l’ecografia polmonare quantitativa in 157 neonati valutati ad
un’età media di 3 ore di vita.*
L’ eco polmonare è una tecnica non-invasiva, applicabile al letto del
paziente (point-of-care), non gravata dall’utilizzo di radiazioni
ionizzanti delle radiografie e facile da imparare: la sua implementazione,
perciò, ha permesso un’assistenza neonatale più personalizzata oltre ai
vantaggi suddetti.
Lo studio è stato coordinato da un gruppo di studio delle Università Paris
Saclay e Stanford diretto dal Prof. Daniele De Luca, che ha messo a punto
l’ecografia polmonare quantitativa in collaborazione con il Prof. Francesco
Raimondi e la Dott.ssa Letizia Capasso dell’Università di Napoli. I
neonatologi padovani della terapia intensiva neonatale dell’Azienda
Ospedale-Università di Padova (Prof. Eugenio Baraldi e dott. Luca Bonadies)
da tempo hanno introdotto questa metodica in reparto e hanno contribuito
alla realizzazione dello studio.
«Con l’ecografia è stato possibile capire a pochissime ore di vita se il
neonato andrà incontro ad insufficienza respiratoria grave o no, quindi se
avrà bisogno di essere trasferito in terapia intensiva neonatale, magari a
chilometri di distanza, o se potrà restare vicino alla mamma o
nell’ospedale di nascita con un supporto respiratorio minore – *spiega il
prof Eugenio Baraldi, direttore del dipartimento di Salute della Donna e
del Bambino dell’Università di Padova* -. I vantaggi sono molteplici sia
sul piano medico, che logistico e familiare. Prima di questo studio la
decisione di somministrare il surfattante per via endotracheale veniva
presa in base alla necessità di ossigeno; ora invece la decisione clinica
può essere presa affiancando l’ecografia del polmone che permette una
valutazione più specifica e sensibile. Oggi l’ecografia polmonare
quantitativa fornisce informazioni più precise rispetto ad una radiografia
tradizionale del torace e viene utilizzata oltre che nei neonati anche nei
bambini con problemi respiratori come la bronchiolite e la polmonite.»
«Lo studio di JAMA Network Open continua una linea di ricerca cominciata a
Napoli oltre 10 anni fa *- dice il prof Francesco Raimondi direttore della
Terapia Intensiva Neonatale dell’Università Federico II* – che ha permesso
di ridurre il numero di radiografie al neonato e con esse il carico, a
volte pesante, di radiazioni ionizzanti. L’ecografia polmonare arriva così
nelle mani del clinico che la usa come estensione dell’esame obiettivo.
Essa consente una rapida diagnosi di condizioni potenzialmente mortali come
lo pneumotorace iperteso e permette anche un tempestivo allarme nei centri
nascita di primo livello che non sono dotati delle sofisticate attrezzature
della Neonatologia moderna.
L’applicazione dell’ecografia alla patologia respiratoria, che è il
problema principale della Neonatologia, è un successo della ricerca clinica
italiana che i colleghi di tutto il mondo ci riconoscono volentieri».
Link allo studio: