
(AGENPARL) – ven 22 marzo 2024 Gentili colleghi,
di seguito una nota della sindaca Katia Tarasconi sulle dimissioni di
Jacopo Veneziani dalla carica di presidente della Galleria Ricci Oddi. Una
nota che dà conto dei contatti odierni tra la sindaca stessa e il
presidente dimissionario e aggiunge alcune riflessioni.
Resto a disposizione
Buon fine settimana
“Ho parlato con Jacopo. E’ stata una conversazione amichevole come ne
abbiamo avute tante, se non fosse stato per l’argomento di certo non facile
da affrontare: le sue dimissioni da presidente della Ricci Oddi. Gli ho
chiesto come mai non me ne avesse parlato prima di inviarle formalmente e
la risposta che mi ha dato rivela una realtà più semplice di quella che
forse in molti hanno immaginato: temeva che l’avrei convinto a non lasciare
il suo incarico, perché sa quanto io ci tenga. E di certo ci avrei provato
perché nutro una grande stima nei suoi confronti, come persona, come
studioso e come divulgatore di successo.
Ascoltando le sue riflessioni ho però compreso le ragioni della sua scelta,
che rispetto. Ragioni che si basano su dinamiche che a me per prima, ma
direi a entrambi, non erano così chiare all’inizio di questa “avventura”.
Jacopo ritiene di non avere nelle sue corde la capacità manageriale che
invece ha scoperto come prioritariamente necessaria in questa delicata fase
della Galleria Ricci Oddi recentemente diventata fondazione. Una
trasformazione che abbiamo con impegno portato a termine proprio con
l’intenzione di facilitare l’ingresso di finanziamenti privati che diano
nuova linfa alla Galleria stessa. Perché il problema di questa grande
istituzione piacentina è proprio questo: la mancanza di magnati che abbiano
voglia di investire sul futuro del museo d’arte moderna più importante
della città. La forma giuridica della fondazione di certo rende più agevole
il percorso di chi abbia intenzione di investire nella Galleria, ma perché
ciò avvenga è necessaria un’azione che probabilmente richiede competenze
gestionali, amministrative, commerciali e politiche che Jacopo Veneziani
non “sente” come sue. Lui è uno storico dell’arte. E che storico dell’arte,
vien da dire! Il suo curriculum e la sua attività di divulgatore sui social
e sulle tv nazionali parlano da sole, ma evidentemente non sono pienamente
adatte alle esigenze attuali della Ricci Oddi.
Ho ritenuto che lo fossero ma ora, alla luce delle considerazioni che
Jacopo ha condiviso con me, prendo atto che è forse necessario muoversi in
una direzione diversa.
Una direzione che tuttavia non può ricalcare i modelli del passato, che
speravamo di poter modificare in meglio; dev’essere una direzione che si
basa su una presa di coscienza, seria e concreta, di cosa sia necessario
affinché un museo del genere non solo resti in vita ma prosperi. E non
possiamo certo basare le nostre strategie sul ritrovamento casuale di opere
d’arte uniche al mondo, come è stato per il Klimt: un regalo inaspettato
alla città. Dobbiamo essere consapevoli e guardare con onestà intellettuale
la realtà dei fatti, ovvero che la Galleria Ricci Oddi non sembra essere al
primo posto nella lista delle priorità dei piacentini, tranne quando si
tratta di alimentare la polemica politica. Tant’è che, a parte qualche caso
isolato, non si trovano magnati disposti a investire. Il contributo
pubblico che il Comune dà al museo è cresciuto negli anni, anche sotto
questa amministrazione, ma basta a malapena a tenere aperti i locali della
Galleria (che andrebbero peraltro ristrutturati) e a pagare il poco
personale che ci lavora. Serve altro, e per farlo servono figure con
professionalità specifiche. E per potersene avvalere, servono fondi.
Se vogliamo che la Galleria Ricci Oddi esca dallo status di museo di
provincia, può essere utile iniziare a pensare a un approccio come quello
anglosassone che prevede strategie commerciali e di promozione tipiche di
figure professionali specializzate. E tali figure, sia chiaro, non
escludono la presenza di studiosi e storici dell’arte che si occupino delle
collezioni, delle opere e di curare mostre ed eventi dal punto di vista
artistico e storico. Ma di certo la parte artistica non può più vivere
senza la parte di promozione. E la promozione, ormai è chiaro, richiede
competenze ad hoc.
E’ un cane che si morde la coda: per attirare visitatori (Klimt a parte)
serve promozione ma per fare promozione di qualità serve denaro e, prima
ancora, servono personale e stanze museali consone, ristrutturate,
perfette.
Sono riflessioni che sto condividendo dopo aver parlato con Jacopo
dimissionario. Con il quale, ci tengo a ribadirlo, non ho mai avuto
scontri. Tutt’altro: insieme abbiamo sempre ragionato con entusiasmo su
come poter rendere più attraente la nostra splendida Galleria, su che
iniziative si potessero mettere in campo. E contemporaneamente, insieme al
Cda, si è lavorato duramente per il passaggio a Fondazione, che ha
richiesto – come accennavo ieri – tempo ed energie.
E’ un peccato che Jacopo lasci l’incarico, ne sono tutt’ora convinta. Ma
comprendo le sue motivazioni. Ora tocca a noi, come amministrazione,
pensare a come andare avanti, alle scelte da fare. Non ho risposte
immediate perché la notizia delle dimissioni è ancora fresca, ma di certo
ci muoveremo al meglio delle nostre possibilità per il futuro della
Galleria Ricci Oddi”.
Andrea Pasquali
Portavoce del Sindaco
Comune di Piacenza