
(AGENPARL) – gio 21 marzo 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Uritaxi: “il Governo sta resistendo alle pressioni dei fondi finanziari
dietro Uber”*
“In queste ore assume plastica evidenza il fatto che* il Governo starebbe
in realtà tenacemente resistendo alle pressioni di un piccolo, ma
potentissimo e ‘rumoroso gruppo di fondi finanziari’, ossia i principali
azionisti di Uber*. La tecnica della ‘disruptive economy’, che altro non
sarebbe che violare le leggi di uno Stato, spacciando ciò per innovazione
tecnologica, ha già trovato un fermo in nazioni come la Danimarca, da cui
chi credeva, con la forza dei soldi, di porsi sopra le leggi dello stato,
se n’è invece dovuto andare. *Il Governo sta solo cercando di fare in modo
che tutte le multinazionali debbano, diversamente da ciò che avviene oggi,
rispettare le leggi sul trasporto pubblico non di linea”*, è quanto afferma
Claudio Giudici, presidente di Uritaxi.
“Uber – prosegue – pretenderebbe di usare gli Ncc come dei taxi, ma senza
le regole di questi ultimi, perché il suo business model è a tariffa
libera, senza obbligo di prestazione e turnazione: tutti obblighi
anti-economici che gravano sui tassisti e che sono a tutela
dell’utenza. *Questo,
dovrebbe essere chiaro, si chiama concorrenza sleale*. E così, la tecnica
di appellarsi a media e consumatori, contro governi, leggi, tassisti e Ncc
che operano nel rispetto delle regole, come dimostrerebbe l’inchiesta
giornalistica internazionale ‘Uber files’, sarebbe già stata usata da Uber
in ogni nazione dove ha incontrato resistenze all’arroganza del capitale.
Così come parlare di vantaggi per i suoi accordi con i tassisti – a New
York e Londra la stragrande maggioranza dei tassisti non ne vuol proprio
sapere – e che non le sarebbero affatto impediti dalle regole che il
Governo vuol far rispettare, oppure di vantaggi per l’inquinamento ed il
traffico, narrazione già smontata sia dall’ex manager di Uber Mark MacGann,
sia da studi di autorevoli università americane”.