
(AGENPARL) – mar 12 marzo 2024 Kenya: il Position Paper di Ai.Bi. per la riapertura delle Adozioni Internazionali
Nel Paese africano vige ancora una moratoria che blocca le Adozioni Internazionali: Ai.Bi.,
partendo da alcune novità introdotte dalla nuova legge sulla tutela dei minori, ha proposto
alle autorità governative del Kenya un documento che punta a farle ripartire
12 marzo 2024
A fine febbraio, Ai.Bi. ha presentato presso il Ngong Hills Hotel di Nairobi, alla presenza di molte
Associazioni nazionali e internazionali oltre che ad alcuni rappresentati del Governo keniota, un Position
Paper relativo alle adozioni internazionali, figlio di un attento e scrupoloso lavoro portato avanti per più di
un anno a partire dalla riforma della legge sulla Tutela e la Cura dei minori in Kenya.
Un lavoro che ha coinvolto diversi stakeholder del settore: dalle Associazioni dedite all’infanzia alle Agenzie
per le Adozioni, passando, naturalmente, per il Dipartimento del Governo per la protezione dell’infanzia.
L’analisi della legge sulla Tutela e la Cura dei minori
Punto di partenza, come detto, è stato l’esame della nuova legge per l’infanzia approvata il 6 luglio 2022,
dalla quale la riforma della tutela e della cura dell’infanzia prende la sua linfa. L’analisi ha evidenziato
diverse situazioni e diverse metodologie che sono da correggere se si vuole tutelare davvero l’infanzia.
Innanzitutto, il Position Paper ribadisce l’irrinunciabile linea guida del “maggior interesse del bambino”,
sancito dalla Convenzione dei Diritti del bambino di New York del 1989. A questo caposaldo si associa
quella che da sempre è la frase che incarna la mission di Ai.Bi.: “Ogni bambino ha diritto ad avere una
famiglia che lo ami”.
Da queste premesse, consegue che una soluzione veramente duratura per la de-istituzionalizzazione dei
bambini sia quella di dare loro una famiglia. Invece, nonostante la Legge 2022 affermi che gli istituti per
minori abbandonati vadano chiusi entro 10 anni, da quanto è entrata in vigore la popolazione di questi
istituti è aumentata, per via di una grave crisi economica alla quale si associa la crisi culturale e sociale che
porta tante donne ad avere figli in giovanissima età: situazione senza dubbio tra le più vulnerabili.
Reinserimenti familiari, affidi e adozioni
Altro punto fondamentale sottolineato dal documento è quello riguardante i reinserimenti dei minori in
famiglia, che devono essere preparati molto bene attraverso percorsi formativi chiari tanto per il bambino
che deve essere –ri-accolto, quanto per i componenti della famiglia che lo accoglie. Altrimenti, se mancano
questi presupposti, l’esperienza ha dimostrato che è meglio che i minori rimangano negli orfanotrofi, dove
comunque finirebbero per tornare nel caso di una reintegrazione familiare mal preparata.
Questo concetto è ancora più importante da ribadire nel momento in cui la Care Reform punta ancora sul
concetto arcaico di “comunità”, che peraltro sta ormai scomparendo in tutta l’Africa e a maggior ragione in
Kenya: un tutore o un parente prossimo non adeguatamente formato e preparato non possono essere
considerati “famiglia”, anche perché, spesso, i minori abbandonati arrivano proprio da tali contesti
degradati.
Il Position Papaer di Ai.Bi, dunque, ribadisce che i reinserimenti in famiglia devono continuare a essere fatti,
ma solo previa adeguata preparazione e prevedendo un costante monitoraggio anche successivamente.
Laddove questo non è possibile, vanno cercate soluzioni più stabili e durature, come può essere l’affido
familiare, che in Kenya sta piano piano prendendo forma, anche se sono ancora troppo poche le famiglie
candidate.
L’alternativa, per gli altri bambini, è l’adozione, istituto verso il quale andrebbe portata avanti una
fortissima sensibilizzazione: secondo i dati, infatti, a oggi sono solo 500 le famiglie keniote che adottano
attraverso le cinque agenzie con licenza, mentre il numero di bambini disponibili all’adozione si aggira
intorno ai 50mila all’anno.
Questa enorme sproporzione è l’evidenza di come si debba insistere sulla rimozione della moratorio
sull’Adozione Internazionale attualmente in essere.
Ma la questione non è solo numerica, perché a spingere verso l’adozione internazionale c’è anche il fatto
che nessuna coppia keniota prenderebbe mai in adozione un bambino sopra i 5 anni di età, così come non
prenderebbero delle fratrie e meno ancora bambini con bisogni sanitari speciali.
Tutte queste istanze hanno trovato spazio all’interno del Position Paper presentato da Ai.Bi.: si è trattato
della prima volta in cui un’Associazione che si occupa di infanzia ha presentato un documento di questo
tipo in Kenya, dove la società civile teme ritorsioni da parte del governo, nonostante sia un Paese
democratico,
L’incontro è stato senza dubbio positivo e ha generato un dibattito interessante, con lo scambio delle
esperienze delle diverse Associazioni e l’inizio di un dialogo serio e costruttivo tra società civile e autorità.
Il tutto, naturalmente, a vantaggio dei bambini abbandonati del Kenya che, come tutti i bambini del mondo,
hanno diritto ad avere una famiglia che li protegga e che li faccia crescere nel miglior modo possibile.
L’augurio è che questo Position Paper non sia che l’inizio di un cammino importante e duraturo in tal senso.
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Ufficio Stampa Ai.Bi. – Amici dei Bambini
Ai.Bi. – Associazione Amici dei Bambini
L’associazione Amici dei Bambini è un movimento di famiglie che dal 1986 opera in Italia e in oltre 30 Paesi
del mondo (in Europa dell’Est, America, Africa e Asia) per dare a ogni bambino abbandonato una famiglia
e garantire il suo diritto a essere figlio.
Ogni giorno, in tutto il mondo, Amici dei Bambini lotta per combattere l’emergenza abbandono: una vera e
propria emergenza umanitaria che, a differenza di fame, malattia e guerre, presenti principalmente nei
Paesi in via di sviluppo, è comune a tutti i Paesi del mondo con dimensioni sempre più allarmanti. Secondo
una stima basata su un report di Unicef di qualche anno fa, sono almeno 200 milioni i bambini
abbandonati nel mondo. In Italia, i minori “fuori famiglia” sono oltre 30mila.
Amici dei Bambini interviene laddove si manifesta l’abbandono: negli orfanotrofi, negli istituti, nei centri di
assistenza… in tutte quelle realtà in cui l’assistenza permette loro di “sopravvivere”, ma non di vivere
pienamente, perché manca l’amore di una famiglia che faccia sentire davvero “figli”.
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