
(AGENPARL) – mar 20 febbraio 2024 *COMUNICATO STAMPA*
*Agricoltura: Donne in Campo-Cia, imprese femminili grandi assenti da fondi
e misure *
*Niente finanziamenti dedicati tra legge di Bilancio e Pac. La presidente
Terenzi: “Chiediamo una legge quadro ad hoc”*
Roma, 20 feb – L’agricoltura femminile sembra sparita dalle politiche
nazionali ed europee. È l’allarme lanciato da Donne in Campo-Cia, secondo
cui non solo non ci sono provvedimenti specifici dedicati né nel Pnrr né
nella Pac, ma sono pure scomparsi gli incentivi ad hoc della misura Più
Impresa, non rifinanziata dall’ultima legge di Bilancio. E anche il Fondo
Impresa Donna oggi ammette agli stanziamenti le imprenditrici di tutti i
settori, compreso quello della trasformazione alimentare, ma tiene fuori la
produzione agricola.
“Le donne si trovano così escluse sia dai fondi nazionali finanziati dal
Piano di ripresa e resilienza che da quelli dedicati all’agricoltura,
risultando fortemente penalizzate e discriminate nei confronti delle
colleghe di altri comparti -spiega la presidente di Donne in Campo-Cia,
Pina Terenzi-. Stessa situazione con la Politica agricola comune dell’Ue,
che prescrive regole uguali per tutti piuttosto che valorizzare le
differenze garantendo pari opportunità”. Con il risultato che “a fronte di
una grande attenzione ai temi femminili sul fronte mediatico, le azioni
concrete sembrano andare in un altro verso”.
Ecco perché Donne in Campo-Cia torna a chiedere l’approvazione di una legge
quadro per l’imprenditoria femminile in agricoltura, che preveda tra
l’altro la costituzione di un Ufficio permanente presso il Masaf e di un
Osservatorio, con l’obiettivo di promuovere l’accesso delle donne
all’attività agricola e di potenziare le politiche attive del lavoro nel
settore primario.
“Vogliamo che la visione femminile dell’agricoltura torni protagonista e
continui a crescere -sottolinea Terenzi-. Già ora le oltre 200.000
imprenditrici agricole italiane sono in prima linea per difendere il
settore quale asset strategico del Paese, dove la produzione di cibo e la
tutela del territorio camminano insieme, rappresentando il patrimonio di
biodiversità, salute e benessere, cultura e tradizione del Made in Italy”.
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