
(AGENPARL) – ven 12 gennaio 2024 Comunicato stampa
02/2024
12 gennaio
Scienze agrarie e forestali: un contributo decisivo dal metaverso
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Trends in Plant Science
Superare il limite dello spazio materiale e della necessaria presenza in uno stesso luogo di ricercatori e dati
da studiare: queste le infinite possibilità che si potrebbero aprire alle scienze agrarie e forestali, grazie al
Metaverso, un insieme di tecnologie avanzate in grado di integrare la struttura fisica del campus
universitario in modo sorprendente. Uno strumento prezioso, insomma, per offrire soluzioni concrete alle
grandi sfide globali, quali la sostenibilità e la resilienza ai cambiamenti climatici. E’ quanto emerge dalla
studio Metaverse technology innovating plant science research and learning, recentemente pubblicato
sulla prestigiosa rivista Trends in Plant Science dal CREA, con il suo Centro Foreste e Legno, nell’ambito della
collaborazione con l’Università della Tuscia.
Il metaverso delle scienze agrarie e forestali. È stato ideato e progettato come un campus che racchiude
diversi ambienti virtuali interconnessi, in cui studenti, docenti, ricercatori, innovatori e imprenditori,
fisicamente distanti, hanno potuto interagire analogamente a quanto avrebbero fatto nel mondo reale.
Attraverso la tecnologia innovativa della ‘realtà estesa’ (XR), infatti, è possibile integrare attivamente i vari
campi del sapere, coinvolgendo al contempo gli esseri umani tramite un avatar digitale per abbattere in tal
modo il confine tra spazi fisici e digitali. La realtà estesa è un termine ampio utilizzato per indicare
quell’ambiente meta-fisico, che include realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR) e realtà mista (MR). Si
tratta di una combinazione delle tecnologie più avanzate disponibili, per far fronte ai problemi complessi
che affliggono la società contemporanea – cambiamento climatico, scarsità di risorse energetiche, utilizzo
eccessivo delle risorse naturali non rinnovabili –.
La realtà aumentata, infatti, consente di sovrapporre informazioni visive virtuali a un’immagine reale (ad es.
visualizzare l’apparato radicale a partire dall’immagine di una pianta, ottenendo una percezione arricchita
della realtà); la realtà virtuale è in grado di immergere l’utente fisico in un ambiente 3D completamente
simulato virtualmente, in cui può muoversi e interagire con gli oggetti (creare un laboratorio virtuale di
ricerca e di apprendimento); la realtà mista, infine, collega il virtuale alla realtà, creando però, a differenza
della realtà aumentata, una connessione fra oggetti virtuali e reali, in grado di far interagire
contemporaneamente l’utente con entrambi.
Le ricadute. Le simulazioni possono accelerare e migliorare il ciclo dell’innovazione. Con gli avatar, ad
esempio, è possibile integrare direttamente nella ricerca e nello studio i portatori di interesse e altre
discipline, consentendo in questo modo a scienziati e sviluppatori di allenare e testare e ottimizzare i
processi di miglioramento genetico, utili nello sviluppo di nuove piante che diano il massimo rendimento
nelle condizioni di crescita. Il metaverso fornisce, inoltre, nuovi strumenti per generare dati sintetici
(importanti per testare algoritmi di machine learning in mancanza di dati reali) e visualizzare dati biologici in
3D e 4D (fondamentali per una comunicazione più efficace delle informazioni, offrendo la possibilità di
“sperimentare” i dati e non solo di osservarli).
«Ecco perché le opportunità che offre il metaverso sono così importanti: un’altra applicazione è ad esempio
la sinergia tra intelligenza artificiale e metaverso delle scienze agrarie e forestali in quanto spazio in cui
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