(AGENPARL) – mar 07 novembre 2023 AC 1406
“Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e
disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di
delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche”
Relazione per l’Assemblea: relatore on. Casasco
Signor Presidente, Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi!
L’Assemblea è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge d’iniziativa del Governo recante
“Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e
disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega
per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche”, approvato in prima lettura al
Senato della Repubblica il 13 settembre 2023, con il voto favorevole di tutti i Gruppi -ad
eccezione dell’astensione del Partito democratico- e trasmesso il giorno stesso alla Camera
dei deputati e assegnato alla X Commissione.
L’esame in sede referente nella X commissione attività produttive si è concluso il 18 ottobre
confermando il testo proveniente dal Senato della Repubblica.
In sede di voto sul mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul
provvedimento, i gruppi Partito Democratico – Italia Democratica e Progressista, Movimento
5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno espresso un voto di astensione.
La difformità del voto dei Gruppi di opposizione tra Camera e Senato è legata in parte alla
decisione della Maggioranza di confermare il testo del Senato, sul quale, peraltro c’era stata
ampia condivisione, con l’accoglimento di numerose proposte dell’opposizione.
Voglio qui ringraziare Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy Massimo
Bitonci, per la estrema competenza e per il preziosissimo lavoro di raccordo svolto in sede di
dibattito sugli emendamenti nella nostra commissione Attività produttiva, chiarendo che
molte delle proposte avanzate in realtà erano già ricomprese nel testo.
I pareri delle altre commissioni della Camera hanno confermato la bontà dell’impianto del
senato, in particolare segnalo quello della Commissione XIV – Unione Europea, che ha
espressamente affermato come il disegno di legge risulti coerente con la disciplina
dell’Unione europea in materia di concorrenza ed aiuti di Stato, e coerente con gli obiettivi di
crescita e sviluppo e di coesione territoriale, delle politiche europee.
Un’osservazione importante ci è pervenuta dal Comitato per la legislazione sulla necessità di
valutare la portata normativa dell’articolo 8 che, al fine di valorizzare le potenzialità del
Registro nazionale degli aiuti di Stato, ampliandone funzionalità e servizi, prevede soluzioni
tecnologiche basate sull’intelligenza artificiale idonee ad orientare l’individuazione di ambiti
e modalità dell’intervento.
Quanto sopra detto, chiarisce a tutti noi che il nostro lavoro su queste tematiche è tutt’altro
che finito: si sposta invece sui decreti delegati che applicheranno la legge al nostro esame,
quando arriveranno all’esame delle commissioni competenti.
Il principale dei motivi per cui la maggioranza non ha inteso emendare presso la Camera
questo provvedimento, consiste nel fatto che il disegno di legge non solo è collegato alla
manovra di finanza pubblica, in coerenza con le indicazioni del Documento di economia e
finanza (DEF), ma fa anche parte delle Riforme abilitanti previste nel Piano nazionale di
ripresa e resilienza (PNRR).
In quel documento, è scritto che “la semplificazione della legislazione è intervento
riformatore essenziale per favorire la crescita del Paese e supporta trasversalmente tutte e sei
le missioni del PNRR, il quale è innanzitutto un Piano di riforma.
In questo ambito è centrale la previsione relativa alla Semplificazione delle norme in materia
incentivi alle imprese e in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno. Rientra in
questa gigantesca progettualità che ci vede impegnati da qui al 2026, anche la riforma delle
ZES, che è in questo momento all’esame della Camera con il decreto legge n.124.
Dunque il Governo si muove su più fronti coordinati e in direzione dell’attuazione del PNRR
nei tempi richiesti dall’Unione Europea, pur nelle immense difficoltà create dalla situazione
geopolitica e dal soverchiante debito pubblico.
Il prezioso documento fornitoci dal Servizio studi, riassumendo i dati della Relazione sugli
interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, prevista dall’articolo 1 della legge
266/97 e dal Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (operativo dal 2017) ci mostra nel
dettaglio un universo di 1.982 interventi diversi per l’anno 2021, sulla base dei quali sono stati
concessi 25.142,9 milioni di euro di agevolazioni.
Ma gli elementi che destano preoccupazione consistono nel fatto che dei 25 miliardi concessi
nel 2021 ne sono stati erogati solo il 23 per cento e che la loro distribuzione territoriale è
sperequata, con tre regioni destinatarie del 64 per cento delle concessioni (Lombardia, Lazio
e Piemonte) .
Dunque l’obiettivo di questa riforma, assolutamente decisiva è quello di rimettere la spesa per
il sostegno delle imprese nei termini in cui va affrontata: corretto riparto territoriale delle
risorse, rapidità delle istruttorie e dell’assegnazione delle risorse, coerenza degli obiettivi,
coordinamento con le regioni, multifunzionalità delle banche dati e accesso semplificato alle
stesse, risparmio di spesa.
Sotto quest’ultimo aspetto richiamo la nota depositata dal Governo presso la Commissione
Bilancio del Senato il 16 maggio 2023, nella quale si afferma che la concentrazione e
semplificazione degli interventi, sia attraverso le funzionalità del Registro nazionale degli
aiuti di Stato e della piattaforma telematica «Incentivi.gov.it», sia attraverso formazione di un
codice degli incentivi, consentiranno di una maggiore efficienza generale nella gestione delle
misure di incentivazione, con contestuale riduzione dei costi del personale oggi impiegato
nelle attività e riduzione dei tempi di gestione delle domande ed erogazione degli incentivi. E
il tempo è denaro.
Venendo al testo, il disegno di legge consta di dieci articoli.
L’articolo 1 identifica l’oggetto del disegno di legge nella definizione delle disposizioni per
la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli
al pieno dispiegamento di efficacia dell’intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo
mediante le politiche di incentivazione. Con una modifica al testo approvata al Senato della
Repubblica, è stato precisato che la revisione riguarda anche gli incentivi alle imprese aventi
natura fiscale.
L’articolo 2 identifica i principi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema
organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell’impatto,
programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità,
uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale,
economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell’imprenditoria femminile,
strategicità per l’interesse nazionale e di inclusione dei professionisti.
L’articolo 3 delega il Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la definizione di
un sistema organico degli incentivi alle imprese. Nel rispetto dei principi generali dettati
dall’articolo 2 e degli ulteriori princìpi e criteri direttivi definiti ai successivi articoli 4 e 6, al
Governo è affidato il compito di razionalizzare l’offerta di incentivi e armonizzare la
disciplina mediante la redazione di un Codice.
L’articolo 4 elenca i princìpi e criteri specifici ai quali il Governo è tenuto ad attenersi
nell’esercizio della delega per la razionalizzazione dell’offerta di incentivi: ricognizione e
sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti; concentrazione dell’offerta di
incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del
sostegno pubblico; programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna
amministrazione competente per un congruo periodo temporale.
L’articolo 5 prevede che i decreti attuativi debbano favorire la compartecipazione finanziaria
delle regioni ed il coordinamento e l’integrazione con gli interventi regionali, nonché
individuare le condizioni e le soluzioni di raccordo tra Stato e regioni utili a garantire la
complementarietà tra i sistemi di incentivazione. In Senato è stato introdotto un nuovo comma
2, ai sensi del quale le soluzioni di raccordo dovranno in ogni caso prevedere elementi di
flessibilità per consentire a tutte le amministrazioni il rispetto dei vincoli e dei tempi di spesa
previsti dalle programmazioni di livello regionale, nazionale o comunitario.
L’articolo 6 indica i principi e criteri direttivi a cui il Governo deve attenersi nell’esercizio
della delega per armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle
imprese nell’ambito di un organico «codice degli incentivi». Si prevede che, in attuazione
della delega, siano definiti i contenuti minimi dei bandi; sia aggiornata la disciplina dei
procedimenti amministrativi per il riconoscimento degli incentivi; siano rafforzate le attività
di valutazione sull’efficacia degli interventi; siano implementate le soluzioni tecnologiche
dirette a facilitare la conoscenza dell’offerta di incentivi, la pianificazione degli interventi e le
attività di valutazione; si garantisca la conformità con la normativa europea in materia di aiuti
di Stato; si attribuisca natura privilegiata ai crediti derivanti dalla revoca dei finanziamenti e
degli incentivi e siano riconosciute premialità, ai fini del riconoscimento di incentivi, alle
imprese che assumano persone con disabilità, valorizzino il lavoro femminile e giovanile e
sostengano la natalità. Con un emendamento approvato dal Senato, è stato previsto, come
ulteriore principio e criterio direttivo, il coinvolgimento delle associazioni di categoria per
promuovere azioni di informazione sull’offerta di incentivi.
L’articolo 7, inserito nel corso dell’esame al Senato, abroga l’articolo 27, comma 3 della legge
sulla concorrenza 2021, che indica in dieci mesi dall’entrata in vigore della stessa legge il
termine per l’adozione di almeno uno dei decreti legislativi che il Governo è chiamato ad
adottare per semplificare, rendere più efficaci ed efficienti e coordinare i controlli sulle attività
economiche. Resta fermo, quindi, per tutti i decreti delegati, il termine già fissato al 27 agosto
2024.
L’articolo 8 contiene norme per la valorizzazione delle potenzialità del Registro nazionale
degli aiuti di Stato e della piattaforma telematica «Incentivi.gov.it». Si prevede che il Registro
nazionale degli aiuti di Stato assolva, per gli aiuti individuali soggetti a registrazione, all’onere
pubblicitario e di trasparenza a carico delle amministrazioni pubbliche previsto dalla
disciplina vigente. L’articolo reca poi semplificazioni dell’obbligo in capo alle imprese di
pubblicazione delle erogazioni pubbliche a loro favore. Prevede, altresì, che la pubblicità
legale degli interventi di incentivazione sia assicurata dalla pubblicazione nei siti internet
istituzionali delle amministrazioni competenti e dalla pubblicazione delle informazioni
rilevanti nella piattaforma Incentivi.gov.it. Inoltre, viene promossa la stipula di protocolli per
il rilascio tempestivo delle certificazioni attestanti i requisiti per l’accesso agli incentivi e di
protocolli operativi per accelerare le procedure di rilascio del documento unico di regolarità
contributiva e della documentazione antimafia.
L’articolo 9 autorizza una spesa pari a 500 mila euro per il 2023 e ad 1 milione di euro per
ciascuno degli anni 2024 e 2025 per lo svolgimento delle attività di studio, monitoraggio e
valutazione dell’attuazione delle deleghe previste dal disegno di legge, nonché per le attività
di valorizzazione del Registro nazionale degli aiuti di Stato. Prevede, inoltre, che le relazioni
tecniche riguardanti gli schemi dei decreti attuativi diano conto della neutralità finanziaria dei
medesimi ovvero dei nuovi o maggiori oneri da essi derivanti e dei corrispondenti mezzi di
copertura. Qualora uno o più decreti legislativi dovessero determinare nuovi o maggiori oneri
che non trovino compensazione al loro interno, saranno emanati solo successivamente o
contestualmente all’entrata in vigore delle disposizioni che stanziano le occorrenti risorse
finanziarie.
L’articolo 10 stabilisce che le disposizioni del disegno di legge in esame e – precisa una
modifica approvata dal Senato – quelle dei decreti legislativi emanati in attuazione della stessa
siano applicabili nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di
Bolzano, solo se non in contrasto con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche
con riferimento alla legge costituzionale n. 3 del 2001.
In conclusione, vorrei sottolineare che il disegno di delega all’esame è stato approvato in
prima lettura dal Senato nel segno di un’ampia convergenza tra tutte le forze politiche, come
già sottolineato, sia in sede referente dalla competente Commissione il 3 agosto, che in
Assemblea il 13 settembre 2023, ove è stato approvato con nessun voto contrario.
Auspico quindi che anche alla Camera dei deputati sul provvedimento possa convergere la
condivisione tra tutte le forze politiche verso l’obiettivo di migliorare il sistema degli incentivi
alle imprese, che sono quelle che creano la ricchezza della Nazione e consentono di mantenere
la macchina dello Stato e il sistema del welfare. Facendo il bene delle imprese, noi facciamo
il bene del nostro Paese.
Concludo ringraziando il personale della Commissione attività produttive e i funzionari, la
cui dedizione e competenza hanno consentito un iter veloce del provvedimento, ma al tempo
stesso un esame non superficiale.
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