
(AGENPARL) – mer 12 luglio 2023 Intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito
Giuseppe Valditara
Presentazione del Rapporto nazionale “Le prove Invalsi 2023”
Camera dei Deputati, 12 luglio 2023
Buongiorno a tutti voi. Caro Presidente, ieri ci siamo lungamente confrontati anche per commentare questi dati, certamente molto significativi e importanti. Devo dire che purtroppo confermano una tendenza. Danno una fotografia della scuola del nostro Paese che replica altre rilevazioni, per esempio il test OCSE PISA, che fotografano una spaccatura del Paese. Noi non possiamo più accettare che l’Italia sia divisa in due. È questo il messaggio forte che oggi voglio lanciare. Partendo da questi dati, abbiamo il dovere morale di ricomporre in unità il sistema scolastico. Per dare a tutti i ragazzi, ovunque essi vivano, le stesse identiche possibilità di successo formativo e, quindi, di successo lavorativo. È proprio partendo da questo, perché credo che un Ministro debba dare una lettura politica e non limitarsi semplicemente all’apprezzamento e alle considerazioni tecniche, che voglio incentrare il mio breve intervento.
Paradossalmente, già nella Scuola primaria si individua quella spaccatura che penalizza tanti ragazzi italiani. E il fatto che questo nasca proprio nella Scuola primaria è ancor più moralmente inaccettabile, perché la Primaria anticipa e influenza profondamente i risultati del percorso successivo. È proprio nella Scuola primaria che lo studente acquisisce le competenze che sono alla base dei futuri apprendimenti. Ora, in seconda primaria si osservano già divari di risultato, a sfavore dei ragazzi del Mezzogiorno, di circa 5 punti percentuali in italiano e di circa 10 punti percentuali in matematica rispetto ai ragazzi delle Regioni più avvantaggiate del Paese. Questo dato è drammatico soprattutto in tre Regioni: Calabria, Sicilia, Campania. Nella classe quinta, la percentuale di allievi che non raggiunge un certo livello di competenze è doppia rispetto agli alunni delle Regioni più fortunate. Purtroppo, nel 2023 questa situazione è andata ancora peggiorando. In particolare, per quanto riguarda matematica e inglese. In italiano si registra qualche interessante eccezione. Nel 2023, rispetto al 2022, nella seconda primaria il divario è cresciuto di circa il 3% per la matematica e di circa il 4-5% per l’inglese. Sappiamo tutti quanto la matematica sia fondamentale: è l’indicatore correlato più fortemente con lo sviluppo di un Paese e del suo Pil e con tutti gli altri indicatori di crescita sociale. È un indicatore di propensione per la tecnologia, che sta a fondamento della crescita di uno Stato. Per questo, insistere sulla matematica è fondamentale ma lo stesso vale anche per l’inglese, perché le lingue straniere sono la chiave per accedere all’internazionalità. Una studentessa o uno studente che non abbiano adeguate competenze in inglese sono fortemente penalizzati rispetto ad altri loro compagni.
I divari a sfavore del Mezzogiorno si accentuano nella Scuola secondaria, dove troviamo anche un aumento del divario in italiano: -15 punti percentuali rispetto all’Italia settentrionale al termine del Primo ciclo e -22/23 punti percentuali al termine della Scuola secondaria di II grado. Per quanto riguarda la matematica, si arriva addirittura a percentuali di svantaggio pari rispettivamente a 25 punti e a 30 punti. Quali sono le cause? Ne ho parlato ieri con il Presidente Ricci, anche nell’ambito di una discussione più ampia con il gruppo di lavoro da lui presieduto, che ho costituito presso il Ministero, per studiare il pacchetto di interventi che ho definito Agenda Sud. Le cause sono tante, fra queste la fragilità sociale del territorio. Per esempio, la percentuale di assenze nelle scuole del Sud nel 2019 è stata di 15 giorni all’anno superiore ai giorni di assenza degli studenti del Nord. Moltiplicato per 13 anni in classe, è quasi un anno scolastico.