
(AGENPARL) – lun 26 giugno 2023 **Irpet: in Toscana la crescita tiene, saranno decisivi Pnrr e fondi
europei**
/Scritto da Redazione, lunedì 26 giugno 2023 alle 14:17/
Malgrado il contesto generale sfavorevole, lo scorso anno il Pil regionale
è aumentato del 4,1%, più di quello italiano. Nel 2023 si conferma in
territorio positivo, ma è attesa una frenata. Bene l'occupazione, cresce
quella stabile. Picco dell'inflazione alle spalle
L'economia toscana, nonostante i molteplici eventi avversi, resta ancorata
su un sentiero espansivo. Il Pil mostra una dinamica positiva, sebbene in
rallentamento rispetto al biennio precedente, e l'occupazione rivela un
andamento compatibile con una fase di espansione economica. In corso d'anno
si prefigura un'inversione di tendenza sull'inflazione, il cui picco sembra
ormai alle spalle. Tuttavia la ripresa necessita di un consolidamento: sia
perché i costi della recessione pandemica non si sono ancora del tutto
rimarginati, sia perchè il rientro dell'inflazione è lento e rischia di
alimentare un clima di sospensione sulle prospettive di crescita.
L'Irpet, l'Istituto per la Programmazione Economica della Toscana, ha
presentato questa mattina nel corso di un confronto in Palazzo Strozzi
Sacrati a Firenze il rapporto con gli ultimi aggiornamenti sul quadro
macroeconomico regionale. Dal rapporto emerge una solida tenuta, nonostante
la stretta monetaria, l'inflazione, le incertezze alimentate dal conflitto
russo-ucraino, tra cui la crisi dei costi energetici. Il report si sofferma
anche sull'impatto che sta producendo il Pnrr e quello che potrà generare
il Decreto Lavoro (che contiene anche la riforma del reddito di
cittadinanza).
Il rapporto – “Fra ciclo economico, Decreto Lavoro e PNRR, quale
congiuntura per le imprese, le famiglie e i territori in Toscana?” –
calcola nel 2022 un +4,1% del Pil (a fronte del +3,8% italiano). Per il
2023 è attesa, come nel resto del territorio nazionale, una frenata, ma la
stima di un +1,1% conferma una dinamica espansiva, che dovrebbe proseguire
con un +1,3% nel 2024 e nel 2025.
A trainare la crescita toscana dello scorso anno sono stati i flussi
turistici particolarmente accentuati nella nostra regione. Per sostenere in
futuro la dinamica espansiva, sarà centrale continuare a cogliere a pieno
le opportunità di investimento del Pnrr e dei fondi europei.
Dal mercato del lavoro arrivano segnali incoraggianti. Sono stati 89mila
gli addetti in più rispetto al 2019, ben oltre la metà occupazione
stabile con 54mila conversioni da contratti a termine in indeterminato,
l'incremento più alto negli ultimi tredici anni. Il saldo è positivo
anche nel primo trimestre 2023, in cui gli avviamenti al lavoro hanno
superato le cessazioni di 52mila unità, registrando valori superiori agli
stessi periodi del 2021, del 2022 e persino del prepandemico 2019.
L'aumento riguarda tutti i settori, eccetto il comparto del credito e
assicurativo-finanziario.
Il tasso di disoccupazione quest'anno dovrebbe ridursi di un ulteriore 0,1%
per attestarsi al 6,0%.
Sui consumi delle famiglie, ha pesato l'inflazione che appare rallentare
negli ultimi mesi. Il 2022 ha toccato l'8,1% su base annua. Sono cresciuti
soprattutto i prezzi dei beni (+11,9%), molto meno i servizi (+3%). Tra i
primi la dinamica più accentuata è stata quella dei beni energetici
(elettricità, gas e carburanti) con un aumento medio del 50,9%. Per il
2023 si stima un'inflazione sopra il 5%.
I settori con criticità e la questione del reperimento del personale
Tra gli aspetti più critici il rapporto segnala la flessione della
produzione industriale, iniziata a fine anno e accentuatasi nel primo
trimestre 2023. L'indice della produzione industriale registra infatti una
diminuzione tendenziale dell'1,9% e dello 0,7% su base congiunturale, anche
a causa del confronto con un periodo (il primo trimestre 2022) di robusta
crescita della manifattura toscana (intorno al 4%) e dell'indebolimento in
atto di consumi e commercio internazionale.
Un possibile elemento di freno alla crescita è rappresentato dalla
faticosa ricerca di personale. Secondo gli esiti di un questionario
sottoposto nelle scorse settimane da Irpet a un campione di imprese
manifatturiere e turistiche della Toscana, il 96% di quelle con posti
vacanti dichiara di non riuscire a coprire agevolmente i fabbisogni,
prevalentemente per mancanza di candidati (48%) e in via minore per
qualità della domanda (21%) o dell'offerta di lavoro (31%).
Clima di fiducia, contrazione dei consumi, riforma del reddito di
cittadinanza
Sulle dinamiche espansive rischia di incidere anche il peggioramento del
clima di fiducia delle famiglie. In base a un'indagine realizzata a inizio
giugno, 16 nuclei su 100 si percepiscono poveri, erano 14 l'anno
precedente. Ogni 100 nuclei, in 60 dichiarano di arrivare con difficoltà a
fine mese: 2 in più di quante non lo dichiarassero nel corso del 2022.
L'indagine segnala inoltre una rinuncia al consumo di alcune tipologie di
beni. Il 53% delle famiglie ha fatto fronte all'aumento delle bollette
contraendo i consumi. Per i prodotti alimentari, il 61% delle famiglie
cerca il prezzo più conveniente, il 37% evita gite e viaggi, il 35% ha
rinunciato a spese per mobili e articoli per la casa, mentre il 33% a
quelle per ristorazione e tempo libero.
Il report contiene un focus sulle ripercussioni del Decreto Lavoro, che ha
riformato il reddito di cittadinanza introducendo due distinte misure
(l'Assegno di inclusione e lo Strumento di formazione e lavoro). Secondo
Irpet, la riforma porterà in Toscana una riduzione della platea dei
beneficiari pari a 12mila nuclei (-24%) e 37mila individui (-36%). A
regime, quando la richiesta per lo Strumento di formazione non potrà
essere rinnovata, si ipotizza un dimezzamento dei beneficiari (-55mila
individui).
L'attuazione del Pnrr e il suo impatto