
(AGENPARL) – gio 04 maggio 2023 COMUNICATO STAMPA
Carbon farming: Cia, prospettive e scenari futuri per l’agricoltura italiana
Per il direttore generale Crea, Stefano Vaccari, il mercato dei crediti di carbonio potrà contribuire
a compensare eventuali future riduzioni del sostegno Pac al mondo agricolo
Rimini, 4 mag – Fare il punto sulle prospettive del settore ortofrutticolo legate al
regolamento della Commissione Europea sull’istituzione di un quadro di certificazione per gli
assorbimenti di carbonio. È stato questo il focus del convegno sul Carbon farming organizzato da
Cia-Agricoltori Italiani con il CREA, nella giornata di apertura della 40° edizione di Macfrut.
Obiettivo è l’individuazione degli strumenti da mettere in campo per trasformare qualcosa
che è ancora a livello pioneristico in un’effettiva fonte di reddito per le aziende agricole, a fronte
di una forte domanda di decarbonizzazione da parte dei governi e dell’industria. La prevista
riduzione del sostegno della Pac al settore primario dopo la crisi in Ucraina renderà ancora più
importante la partita dei crediti di carbonio.
“L’agricoltura, da sola, sequestra 0,5 tonnellate di carbonio per ettaro l’anno stoccandola
nei terreni come carbonio organico -ha dichiarato il presidente Cia, Cristiano Fini-. La parola
chiave è ‘carbon farming’, allorché il carbonio stoccato acquista un valore commerciale e può
essere inserito in un mercato internazionale dei crediti di carbonio”.
“Cia guarda con grande interesse a queste nuove opportunità offerte dalla rivoluzione
green e ha accolto con favore gli obiettivi della proposta di Regolamento della Commissione Ue –
ha aggiunto Fini- ma c’è ora la necessità di linee guida e di una regolamentazione chiara per
evitare frodi e speculazioni. Servono, dunque, con urgenza protocolli che garantiscano
trasparenza ed efficacia su come si generano e si commercializzano i titoli che rappresentano
l’assorbimento di anidride carbonica.
“In questo è fondamentale il ruolo svolto dal Crea -dichiara il suo direttore generale,
Stefano Vaccari-, ricordando che l’Italia è ancora indietro ai Paesi del Nord Europa, ma la
definizione di uno standard nazionale per quantificare i crediti di carbonio derivanti dalle attività
agroforestali è una priorità per la nostra agricoltura. La recente attivazione di un Registro
pubblico dei crediti di carbonio agroforestali va in questa direzione. Chiederemo aiuto anche alle
associazioni di categoria per iniziare in via sperimentale la valorizzazione dei servizi ecosistemici
funzionali all’assorbimento di CO2 nelle aziende agricole. Se l’iter legislativo europeo dovrà
definire il percorso attuativo per gli Stati Membri entro il 2024 -ha proseguito Vaccari- sarà,
dunque, importante dotare l’Italia di regole condivise già entro il 2023”.