
[lid] – I prezzi del petrolio sono diminuiti di oltre il 5% durante la settimana terminata il 21 aprile, poiché i timori di tassi di interesse più elevati e la debolezza dei dati economici statunitensi hanno alimentato le preoccupazioni sulla domanda.
Venerdì il greggio di riferimento internazionale Brent è stato scambiato a 81,88 dollari al barile alle 16:36 (13:36 GMT), registrando un calo del 5,3% rispetto alla sessione di lunedì che si è aperta a 86,43 dollari al barile.
Il benchmark americano West Texas Intermediate (WTI) è stato registrato a 78,19 dollari al barile alla stessa ora venerdì, in calo del 5,2% rispetto al prezzo di apertura di 82,48 dollari al barile di lunedì.
I prezzi del petrolio hanno iniziato la settimana su una nota positiva in previsione del rilascio di dati economici cinesi positivi.
Martedì, la Cina ha annunciato il suo prodotto interno lordo del primo trimestre, che è aumentato notevolmente rispetto alle aspettative, mettendo il paese sotto i riflettori dopo aver revocato le sue rigide misure pandemiche.
Secondo l’Ufficio nazionale cinese di statistica martedì, il PIL cinese è cresciuto del 4,5% nel primo trimestre, segnando la crescita più alta dal primo trimestre dello scorso anno, quando è cresciuto del 4,8%.
Tuttavia, i timori di tassi di interesse più elevati hanno alimentato la forza del dollaro USA per tutta la settimana, scoraggiando i paesi importatori di petrolio dall’acquistare greggio indicizzato al dollaro.
I mercati si aspettano che l’aumento dei tassi di interesse e l’elevata inflazione smorzino la domanda di petrolio, che è stata sostenuta mercoledì dalla proposta del presidente della Federal Reserve di Atlanta Raphael Bostic di “un ulteriore aumento dei tassi di interesse” per ridurre l’elevata inflazione.
Nel frattempo, un prelievo maggiore del previsto nelle scorte petrolifere statunitensi ha segnalato una ripresa della domanda petrolifera statunitense, limitando la diminuzione dei prezzi.
Le scorte di petrolio greggio commerciale degli Stati Uniti sono diminuite di 4,6 milioni di barili a 466 milioni di barili durante la settimana terminata il 14 aprile, secondo i dati diffusi dall’Energy Information Administration mercoledì scorso.
Loretta Mester, capo della Cleveland Federal Reserve Bank, ha dichiarato giovedì che la banca centrale degli Stati Uniti ha ancora davanti a sé ulteriori aumenti dei tassi di interesse.
Infine, i deboli dati economici statunitensi hanno aggiunto ulteriore pressione sui prezzi in quanto hanno sollevato timori per una recessione e il rallentamento della domanda globale di petrolio.
Il numero di americani che hanno presentato richieste di disoccupazione per la prima volta è aumentato di 5.000 la scorsa settimana a 245.000, secondo i dati del Dipartimento del lavoro pubblicati giovedì.
I mercati osserveranno attentamente se la domanda aumenterà durante la stagione dei viaggi estivi negli Stati Uniti e nella seconda metà dell’anno in Cina, il più grande importatore mondiale di petrolio.