
[lid] Intervento dell’On. Federico Mollicone, Presidente della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati.
Nel porgere i miei distinti saluti a tutti i relatori e partecipanti, colgo l’occasione per ringraziare la società “Affide”, leader nel campo del credito su stima in Italia e tra le maggiori a livello europeo, per questa iniziativa, e per aver organizzato questo prezioso incontro con lo scopo di conoscere meglio la storia lunga e affascinante dei Monti di Pietà.
«Senza lenzuoli se po’ dormire»: con queste parole la moglie del protagonista di Ladri di biciclette, di Vittorio de Sica, leva la biancheria dal letto per portarla al «Monte di pietà» e riscattare la bicicletta necessaria al marito per lavorare.
I Monti di Pietà rappresentano una forma di miscela di fede ed opere. Non restare confinati tra altare e sacrestia, ma prendere parte attiva alla vita della sua comunità: aprendo scuole per analfabeti, fondando istituti di credito contro gli usurai, promuovendo società di mutuo soccorso. E non esitare, quando occorre, a schierarsi a difesa delle categorie più arretrate e più umili.
Nel 1468, le magistrature comunali si accingono a varare nuove disposizioni per la fondazione di un “Monte de la pietà et de la Vergine Maria matre de Misericordia”, spronati dalle prediche di Fortunato Coppoli. Il primo statuto del Monte viene pubblicato nella riformanza del 14 giugno 1468, in essa si legge che scopo primario della nuova istituzione è quello di “sobvenire alle persone bisognose in le cose licite”.
Nel caso specifico romano, il Monte di Pietà fu fondato nel 1527 da Giovanni Maltei da Calvi, Commissario della Curia Romana dell’Ordine dei Frati Minori Osservanti. Il palazzo, inizialmente, era limitato alla parte centrale dell’attuale corpo di fabbrica.
Poi, con la morte del cardinale, gli eredi nel 1591 vendettero il palazzo ai fratelli Settimio e Fantino Petrignani di Amelia i quali, a loro volta, nel 1603 lo vendettero al Sacro Monte di Pietà. A quel punto furono effettuati lavori di ampliamento per renderlo adatto alla nuova funzione, affidando l’incarico a Carlo Maderno che ebbe come collaboratore Francesco Borromini.
In conclusione, oggi, grazie a questa occasione, si andrà a denotare e ripercorrere la storia della più antica istituzione finanziaria: lo stretto collegamento rinvenibile fra i Monti di Pietà e le Casse di Risparmio, e quindi la loro evoluzione storica, è costituito anche dal fatto che molte Casse di Risparmio nacquero come derivazione dei Monti di Pietà.
Proprio nella cappella del Monte di Pietà, lungo le pareti ricurve si aprono nicchie che accolgono la statue delle Virtù teologali: Fede, Speranza e Carità a cui si aggiunge l’Elemosina, allegoria dell’aiuto dato dalla confraternita ai bisognosi.
Il «Monte», com’era famigliarmente chiamato, ha un posto di rilievo nel cinema, nella letteratura, nell’opera lirica – come dimenticare la Bohème di Puccini – ma soprattutto nella vita di molte famiglie italiane, non solo del proletariato o della piccola borghesia, che vi hanno fatto ricorso nei momenti difficili. Ci sono storie importanti di nuove forme di credito.
Penso ad Amadeo Peter Giannini, figlio di due emigranti italiani che avevano lasciato il paese natale, Favale di Malvaro in provincia di Genova, divenne il più grande banchiere del mondo. Giannini inventò il microcredito: concedeva prestiti a chiunque, limitandosi ad annotare solo nomi e cifre.
Il futuro
L’evoluzione tecnologica e la dematerializzazione dei mezzi di pagamenti hanno portato, già da tempo, al superamento della vecchia identificazione fra moneta “legale” e moneta “fisica”. Nell’oggi la crescente diffusione delle criptovalute, data l’assenza di un controllo centrale in sede di emissione, impone ulteriori riflessioni. Una moneta digitale di banca centrale sarebbe di fatto un quarto tipo di moneta. Proprio come una banconota, sarebbe un debito diretto della banca centrale nei confronti di chi la detiene, ma sarebbe del tutto de-materializzata pur senza essere una riserva bancaria. Uno degli scenari elaborati dal Fondo Monetario Internazionale prevede proprio l’eventualità di un sistema multipolare dove a concorrere sul mercato valutario non siano solo le grandi valute di riserva, ma anche strumenti di pagamento emessi dalle grandi compagnie tecnologiche, che possono facilmente sfruttare i loro vastissimi archivi anagrafici per generare cittadinanze digitali, e quindi anche monetarie, del tutto de-nazionalizzate, per ricordare il titolo un libro di Friedrich Von Hayek del 1976 – La denazionalizzazione della moneta. In questo caso la sfida per l’egemonia monetaria non sarà più solo una questione che riguardi gli Stati ma anche i grandi continenti digitali, nazioni geopolitiche.
L’auspicio per questa conferenza è che possa stimolare ulteriori riflessioni sul ruolo dei Monti di Pietà nella società italiana e contribuire a creare maggiore cultura riguardo al settore del credito su pegno: una forma di prestito poco nota ma dal forte valore sociale, su cui stimolare anche la conoscenza culturale.
Per citare Yunus, fondatore del microcredito: “Il microcredito ha percorso una lunga strada. Si è dimostrato che i servizi finanziari possono essere forniti ai più poveri in modo efficiente e sostenibile, senza garanzia. Funziona in tutte le situazioni economiche, geografiche e politiche. E si è visto come i poveri possono possedere una loro banca con successo”.
Intervista all’On. Mollicone