
(AGENPARL) – mar 07 marzo 2023 Interrogazione di Fabio Paparelli (Pd), l’assessore Luca Coletto risponde:
“Convenzione con Università può essere modificata. Non ci sarà azienda
ospedaliera unica, sebbene i parametri nazionali lo consentirebbero”
(Acs) Perugia, 7 marzo 2023 – Nella seduta dedicata al question time, il
consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd) ha interrogato l’assessore Luca
Coletto circa il “depauperamento della sanità ternana”, chiedendo di
sapere “quali azioni la Giunta intenda mettere in campo affinché
l’ospedale di Terni non venga spogliato, generando incolmabili distanze tra
le due aziende ospedaliere di Terni e Perugia e se non ritenga necessario
intervenire al fine di non far perdere all’Ospedale di Terni la Struttura
complessa maxillo facciale, cardiochirurgia, neuroradiologia ed
endocrinologia. Inoltre se è stata inviata una comunicazione al Ministero
della Salute per comunicare preventivamente le proprie scelte programmatiche
sul tema”.
“In Umbria, da tre anni a questa parte, la sanità ha smesso di funzionare
– ha detto Paparelli – e siamo di fronte ad un vero e proprio paradosso
dato dal fatto che, pur registrando un aumento esponenziale della spesa
pubblica e del debito, sono calati i servizi e la qualità delle prestazioni
sanitarie. Si ravvisa una evidente precarizzazione dei vertici delle aziende
sanitarie e della tecnostruttura regionale, che hanno portato ad aver
cambiato 18 Direttori in appena tre anni, un vero record negativo che
impedisce ogni tipo di programmazione. Quindi l’inadeguatezza delle scelte
fatte, rispetto ai ruoli di vertice, non poteva che avere riflessi anche
sulle strategie che competono ad una amministrazione regionale in una materia
delicata come la sanità. Tra le scelte infelici si può ricordare, su tutte,
la pre adozione di una proposta di Piano Sanitario Regionale avvenuta con la
dall’Università che dal Ministero della salute. Con il protocollo d’intesa
in via di adozione, l’Università degli Studi di Perugia si appropria, di
fatto, della politica sanitaria e delle risorse della Regione stessa, con
forti ricadute negative in particolare sull’azienda ospedaliera di Terni:
su questo protocollo si gioca la vera partita del riequilibrio territoriale.
L’attuazione della convenzione, con il modello che propone apre di fatto la
strada alla futura unificazione delle Aziende ospedaliere di Terni e Perugia
con il relativo accorpamento di molti dipartimenti dando vita ad un forte
scippo e disequilibrio nei confronti dell’azienda ospedaliera di Terni. Il
depotenziamento dell’ospedale di Terni sta cominciando con la
cardiochirurgia, una struttura complessa dove è prevista la figura del
primario, che nelle intenzioni dei protocolli attuativi diventerebbe una
semplice struttura dipartimentale gestita da un responsabile, con il
dipartimento in capo all’azienda ospedaliera di Perugia. La struttura di
maxillo facciale, oggi struttura complessa con un primario, verrà ridotta a
struttura semplice dipartimentale, mentre la struttura complessa sarà fatta
a Perugia. Anche per la neuroradiologia è previsto un declassamento e
passerà da struttura complessa a struttura semplice con la struttura
complessa sempre a Perugia. L’endocrinologia passa tutta all’Università, e
qui di fatto viene spogliata l’azienda ospedaliera di Terni. La chirurgia
maxillo facciale di Terni è presente da 40 anni sul territorio e da 30 è
struttura complessa che opera pazienti non solo di Terni e provincia, ma
anche di Roma, Viterbo, Rieti, Siena e Grosseto, nonché pazienti di altre
regioni. Questo è dovuto al prestigio del primario che è riconosciuto, ieri
come oggi, in ambito nazionale e internazionale come esperto di patologie per
l’articolazione temporo–mandibolare. Qualora si perdesse la struttura
complessa verrebbe meno la reperibilità traumi h24 per 7 giorni a settimana
e questo andrebbe a creare un pericoloso allungamento ulteriore delle liste
di attesa per le visite, che risultano già chiuse a Perugia, mentre a Terni
l’attesa è di circa 7/14 giorni. Le medesime considerazioni valgono per la
cardiochirurgia, neuro radiologia ed endocrinologia, la cui soppressione come
strutture complesse vorrebbe dire ridimensionamento ulteriore per
l’ospedale di Terni. L’azienda ospedaliera di Terni ha sempre giocato un
ruolo determinante nella mobilità attiva, ruolo oggi venuto meno a causa
della gestione di questi ultimi anni. È necessario evitare che con l’alibi
della razionalizzazione si vada di fatto verso l’azienda unica regionale,
esiziale per la città di Terni. Inoltre gli atti di programmazione sono
ancora in discussione nella commissione competente mentre si stanno
impropriamente e contro il volere dell’Assemblea legislativa, attuando
pezzi di programmazione con singoli atti e disposizioni. Ricordo, infine, che
la Regione Umbria si era impegnata ad inviare al Ministero della Salute gli
atti contenenti le proprie scelte programmatiche”.
L’assessore Luca Coletto ha risposto che “non c’è alcun atto
amministrativo che definisce le situazioni descritte. Si sta cercando di
concertare tra i due ospedali di Perugia e Terni, che resteranno separati,
con due diverse aziende. Vogliamo ottimizzare entrambi i poli, lasciando a
Terni le potenzialità maturate, anche rispetto alla mobilità attiva legata
al Lazio. La convenzione è solo pre-adottata e può ancora essere migliorata
e modificata. Non c’è intenzione di depotenziare i due poli ospedalieri.
È in corso una concertazione che riguarderà anche il reparto di urologia,
con la ridefinizione delle apicalità”.
Paparelli ha replicato dicendosi “deluso dalla risposta. Ci sono documenti
che dimostrano la concretezza della proposta di modifica che sposta centri
direzionali e persone da Terni a Perugia, con un aumento della mobilità
passiva dei cittadini ternani. Se esistono i margini per creare una sola
azienda ospedaliera, come dice l’assessore, questo spiega il graduale
perseguimento di questo obiettivo. La Convenzione è tutta da riscrivere,
eliminando la previsione dell’azienda universitaria integrata”. MP/
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/74774
Notiziario Regione Umbria News: http://goo.gl/xvFFdO
Testo Allegato: COMUNICATO STAMPA
LA PRIMA DELLÕALTA LANGA
ANNUNCIATA LA NUOVA EDIZIONE
SARË
ALLA REGGIA DI VENARIA
(TORINO)
LUNEDí 8 MAGGIO
La Prima dellÕAlta Langa 2023
terr?
il prossimo
luned? 8 maggi
dalle 9.30 alle 18.30, allÕinterno
Galleria
Grande
lla
Reggia d
Venaria
La grande degustazione dei vini Alta Langa attualmente presenti sul mercato organizzata dal
Consorzio Alta Langa
ed
riservata a
un pubblico di
operatori professionali
buyer, enotecari,
ristoratori,
sommelier professionisti,
distributori, barman, giornalisti.
Nei prossimi giorni si apriranno
le iscrizioni sul sito del Consorzio (
http://www.altal
angadocg.com
Per informazioni scrivere a:
eventi@altalangadocg.com
Si tratta della
quinta edizione
della manifestazione: l
e prime due edizioni si sono svolte al Castello di
Grinzane
, nella primavera del 2018 e in quella del 2019. NellÕautunno 2019
stata realizzata
unÕedizione a
Milano, a Palazzo
Serbelloni
e nel giugno scorso una torinese
all’interno del Museo
privato di Italdesign
dove stato presentato
iconico calice
Anno dopo anno, edizione dopo edizione, lÕevento del Consorzio Alta Langa cresce e
si arricchisc
e,
cos? come la nostra compagine
: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti
alla
manifestazione
erano 18, con circa 40
con 115
diversi vini.
La Prima dellÕAlta Langa si conferma l
Õoccasione per poter assaggiare
unÕamplissima selezione d
lte
ollicine
iemontesi
incontrare
i produttori ed entrare pienamente a
sviluppo
, in Italia e non solo
commenta
Mariacristina
Castelletta
, presidente del
Consorzio Alta Langa
Diverse le iniziative che il Consorzio sta portando avanti in questi mesi
. I
eri, nel Palazzo Banca dÕAlba,
ÒAlta Langa DOCG: anima di un territorioÓ
che coinvolger? alcuni
tra i pi importanti sommelier di Torino, Milano e Genova
. Queste le prime tre tappe di un viaggio
nel
quale lÕAlta Langa D
OCG si racconter? nella sua vocazione di Ò
vino
gastronomicoÓ in abbinamento
alle
specialit?
dei cuochi delle trattorie storiche delle terre alte di Langa. Seduti attorno a un tavolo, in
un clima
conviviale
di scambio e confronto,
gli ospiti di questi event
i saranno guidati alla scoperta
delle Alte Bollicine Piemontesi e dei sapori pi autentici dellÕAlta Langa e incontreranno alcuni degli
osti pi rappresentativi dello spirito di questo territorio. Nei primi tre appuntamenti saranno coinvolti
fianco del
Consorzio
Piemassimo Cirio
(Trattoria
Madonna della Neve, Cessole
Gemma Boeri
(Osteria da Gemma di Roddino) e
Vilma Forneris
(La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro).
A fronte della crescita della denominazione, il Consorzio prosegue la sua assunzione di responsabilit?
di far conoscere lÕautenticit? e la bellezza del
lÕAlta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica:
coinvolgere in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte, essenza e presidio del territorio, per
noi un grande orgoglioÓ
Consorzio Alta Langa
Paolo Rossino
Anch
Ci? che il Consorzio
intende
condividere con
gli
ospiti
egli appuntamenti tra Torino, Milano e Genova
nelle atmosfere
sabaude come in una terrazza in cui si respira il profumo del mare
senso di benessere, di piacere,
di appagamento che solo questi
osti
sanno regalare.
7 m
arzo 2023
Ufficio stampa Marianna Natale | marianna@ishock.it | comunicazion
e@altalangadocg.com
Consorzio Alta Langa
vocazione dellÕarea. é da sempre molto attivo: viticoltori e produttori sono coinvolti nello sviluppo di un vino, di
una denominazione e di un territorio. Tutti legati da u
na grande scommessa: quella di un vino che non sar?
pronto prima di sei anni dallÕimpianto e che per questo deve necessariamente essere importante.
A oggi il Consorzio conta 55 case spumantiere e 90 viticoltori associati.
Dal 2022 il presidente del Consorz
io Mariacristina Castelletta, vicepresidente Giovanni Carlo Bussi.
L’Alta Langa Docg lo spumante brut storico del Piemonte
. La denominazione ha oggi una produzione di 3
milioni di bottiglie dalla vendemmia 2022 e una storia molto lunga alle spalle: f
é fatto di uve Pinot nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale
variabile; pu? essere bianco o ros?,
brut o pas dos? e ha lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti, come prevede il severo disciplinare: almeno 30
mesi.
A ulteriore testimonianza della perenne ricerca della migliore qualit?, lÕAlta Langa esclusivame
nte
millesimato, cio frutto di unÕunica vendemmia e riporta sempre in etichetta lÕanno della raccolta delle uve.
Viene prodotto in un territorio collinare (dai 250 metri slm in su) che abbraccia le province di Asti, Cuneo e
Alessandria: una terra che gu
arda le cime innevate delle Alpi e respira il mare e che raccoglie lÕeredit?
conservata dagli avi, mantenuta intatta per molto tempo senza subire trasformazioni radicali come avvenuto
invece nelle basse colline. Quello dellÕAlta Langa un territorio pre
zioso, da sostenere, in cui salvaguardata la
biodiversit?.
di guerre e di culture
, che ha fatto fronte ai
cambiamenti e li ha assecondati senza perdere il suo bagaglio di memoria e la sua forte ide
ntit?.
I NUMERI DEL CONSORZIO E DELL’ALTA LANGA DOCG:
55 case spumantiere associate al Consorzio
a di
Alessandria)
Il vigneto Alta Langa coltivato per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay
3.000.000 di bottiglie in produzione dalla vendemmia 2022
+ 67% vendite rispetto al 2021
Mercato interno: 90%
Export: 10%