(AGENPARL) – gio 15 dicembre 2022 Comunicato stampa del 15 dicembre 2022
Carceri: fatto il Capo, bisogna fare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Roma, 15 dic. – “Apprendiamo che sarebbe stata richiesta al CSM la collocazione fuori ruolo del magistrato Giovanni Russo, attualmente aggiunto alla procura nazionale antimafia, per la successiva nomina a Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. In attesa del compimento dei passaggi burocratici propedeutici all’effettivo insediamento e, soprattutto, di comprendere il programma del nuovo capo delle carceri e della Polizia penitenziaria, torniamo a ripetere che nessuna personalità, neanche la più capace e qualificata, potrà risollevare le sorti dell’agonizzante sistema penitenziario se non supportata da immediati interventi legislativi corroborati da sufficienti investimenti economici”.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Non è certamente un caso se gli ultimi tre Capi del DAP, seppur per ragioni diverse, hanno interrotto anticipatamente il loro mandato e indipendentemente da meriti e demeriti personali. Lo stesso Carlo Renoldi, rimasto in carica solo nove mesi, di cui gli ultimi due con un Governo diverso da quello che lo aveva nominato, al di là dell’altissimo profilo e valore umano, non ha avuto il tempo, né il sostegno, per esprimere una progettualità compiuta”, prosegue il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Del resto, il carcere è da troppo tempo una galera alla deriva e non basta un buon nocchiere, né un ottimo equipaggio, ma servono soprattutto gli investimenti dell’armatore per rimetterne in sesto lo scafo; così come è necessario ritracciarne la rotta, fissandola in maniera lineare e precisa. Normativa inadatta, frastagliata e incoerente, inadeguatezza degli organici della Polizia penitenziaria (18mila le unità mancanti) e dell’altro personale, carenza di operatori sanitari, inefficienza delle strutture, delle infrastrutture e delle tecnologie, sovraffollamento detentivo, reclusi con patologie mentali che non dovrebbero stare in carcere, traffici di droga, di telefoni cellulari e smartphone, forse persino di armi, aggressioni, suicidi e omicidi in cella, violenze di ogni genere. Questo il bollettino ordinario e approssimato per difetto delle odierne nostre prigioni”, elenca impietoso il sindacalista.
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