
(AGENPARL) – gio 01 dicembre 2022 Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
[Lavori Consiglio: elezione diretta del Landeshauptmann 2, boschi ripari di Bressanone – CON FOTO e VIDEO](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?art=Suedt671695)
Consiglio -Mozioni di Süd-Tiroler Freiheit e Team K.
Link video (Consiglio/GNews): [https://we.tl/t-VyUXf9Ku3m](https://we.tl/t-VyUXf9Ku3m?utm_campaign=TRN_TDL_05&utm_source=sendgrid&utm_medium=email&trk=TRN_TDL_05)
È ripresa questa mattina in Consiglio provinciale la discussione, iniziata[ieri](https://www.consiglio-bz.org/it/attualita/cs-consiglio-attuali.asp?aktuelles_action=4&aktuelles_article_id=671681), della [mozione n. 641/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=669665&blank=Y) Elezione diretta del presidente della Provincia, con la quale Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) proponeva di invitare il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano a deliberare come segue: (1) Il Consiglio provinciale si esprime a favore di una modifica della legge elettorale vigente, volta a creare i presupposti legislativi affinché in futuro (già in occasione delle prossime elezioni provinciali) il presidente della Provincia possa essere eletto direttamente dalla popolazione senza premio di maggioranza e indipendentemente dal partito o dall’organizzazione politica di appartenenza; (2) Ai fini dell’attuazione di quanto sopra, si incarica l’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale di presentare un disegno di legge nella cui stesura siano stati coinvolti tutti i gruppi consiliari.
Paul Köllensperger (team K) ha sostenuto che l’idea esisteva già da tempo, aggiungendo che il suo gruppo non era d’accordo a livello statale, perché avrebbe creato uno Stato centralistico, ma riteneva potesse funzionare a livello comunale e provinciale: il Landeshauptmann avrebbe avuto legittimazione indipendentemente dal partito, e vrebbe potuto cercarsi delle sue maggioranze. il modello trentino non era però auspicabile. Bisognava ripensare il ruolo del consiglio provinciale, attualmente limitato ad approvare le proposte della Giunta: avrebbe dovuto invece essere una sorta di fucina di idee, scollegato dalle logiche di partito, sull’esempio del Landtag tirolese dove i consiglieri non sono anche componenti della Giunta. Proprio al fine di un processo di ripensamento delle istituzioni in provincia, il Team K avrebbe approvato la mozione.
Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit), co-firmataria, si è detta consapevole che la soluzione proposta non fosse la bacchetta magica: si trattava però di un primo passo, anche per superare la disaffezione alla politica e la scarsa affluenza elettorale. CI sarebbero vantaggi e svantaggi, come dimostra l’esperienza di altri Paesi, ma bisogna chiedersi cosa desiderano le persone: i cittadini vogliono partecipare alle decisioni, anche ai sensi della democrazia diretta, avere voce in capitolo non solo sui progetti ma anche sulla persona che guiderà la provincia. Introducendo questa modifica forse non ci sarebbe stato un solo candidato per partito.
La presidente del Consiglio Rita Mattei ha illustrato le tempistiche dell’eventuale disegno di legge: dopo la presentazione, esso dovrebbe arrivare in commissione, e le sedute sono già fissate: la prima utile è il 19 gennaio. L’iniziativa delle leggi, tuttavia, appartiene al popolo, ai consiglieri, alla giunta e al consiglio dei Comuni, “quindi non all’Ufficio di presidenza”, come proposto al punto 2 della mozione. Gli ulteriori tempi di distribuzione delle relazioni ecc, il disegno di legge verrebbe iscritto alla seduta del Consiglio. Una tale legge, secondo l’art. 47 comma 3 dello Statuto, richiederebbe la maggioranza dei ?, e potrebbe anche essere sottoposta a referendum, la cui richiesta sarebbe sottoposta ad apposita commissione in caso di richiesta: considerando che le elezioni provinciali sono previste nell’ottobre 2023, l’eventuale referendum potrebbe verificarsi solo dopo le elezioni provinciali: Senza richiesta di referendum la legge sarebbe pubblicata sul BUR ed entrerebbe in vigore, ma dovrebbe esserlo prima del 10 agosto, data probabile del decreto di indizione delle elezioni provinciali. tutti questi vincoli dimostrano che la tempistica è davvero esigua: il deposito del disegno dil legge sarebbe dovuto avvenire entro il 10 gennaio. Il consigliere Knoll avrebbe potuto presentare da sè il disegno di legge in questione; non avendo l’Ufficio di Presidenza iniziativa legislativa, inoltre, un eventuale disegno di legge avrebbe dovuto portare la firma della presidente, cosa che non le sembrava corretta. Inoltre, il disegno di legge doveva considerare anche tutte le disposizioni connesse con l’elezione diretta, relative all’impedimento permanente del/la presidente. Sven Knoll ha replicato che il Consiglio sarebbe assolutamente in grado di rispettare questa tempistica, se così non è nessuna legge potrebbe essere presentata nel prossimo anno. Il disegno di legge non era stato presentato da lui stesso proprio perché serviva una maggioranza qualificata, e quindi un’azione congiunta dei diversi gruppi linguistici: la presidente avrebbe potuto fare da capofila, anche perché la SVP non consente all’opposizione di anticipare la discussione di un disegno di legge. Nell’ultima legislatura, verso aprile si era provveduto a una modifica dei simboli delle liste: questo era stato possibile. In quanto ai rilievi relativi a un danno al parlamentarismo, li respingeva, perché un presidente eletto al popolo dovrebbe cercarsi una maggioranza in Consiglio. Messa in votazione, la mozione è stata respinta con 11 sì e 23 no.
Con la [mozione n. 639/22:](http://www2.consiglio-bz.org/it/banche_dati/atti_politici/idap_scheda_atto.asp?pagetype=fogl&app=idap&at_id=667470&blank=Y) La strategia della sostenibilità impone di preservare i boschi ripari, Franz Ploner (Team K), ricordando che con delibera 272020 la Giunta comunale di Bressanone aveva approvato la trasformazione del bosco ripario presso la zona industriale di Bressanone in zona produttiva, prevedendo come misura di compensazione l’ampliamento verso sud del biotopo esistente a Prà Millan, evidenziava che l’abbattimento di boschi ripari era proibito dall’articolo 17 della legge sulla tutela della natura (l.p. 6/2010) e contravveniva agli obiettivi di tutela sanciti dal piano paesaggistico; inoltre, l’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima aveva espresso parere negativo a una variazione del piano urbanistico relativa alla designazione dell’area di tutela dell’acqua potabile fintanto che il vincolo esistente su detta area non veniva rimosso. Aggiungeva che in tutta Europa i boschi ripari sono considerati habitat da proteggere in base alla direttiva habitat su flora e fauna selvatiche (n. 92/43/CEE), recepita anche dallo Stato italiano, e che il bosco nella zona industriale di Bressanone, che il progetto CittàPaese-Fiume individua come bosco ripario, è un prezioso rifugio per le specie animali e vegetali della zona industriale, e svolge la funzione di enorme serbatoio di CO2. Lo stesso Comune di Bressanone, che sostiene il progetto CittàPaeseFiume, all’atto di approvazione del progetto si era espresso in favore della conservazione degli habitat fluviali ancora esistenti e del bosco ripario, motivando tale scelta con il fatto che questo bosco costituisce una delle poche zone di riproduzione dell’airone cenerino in Alto Adige e lungo l’Isarco ed è considerata l’habitat del picchio rosso minore, raro in Alto Adige e inserito nella Lista Rossa delle specie minacciate. Il consigliere chiedeva quindi di impegnare la Giunta provinciale (1) a impedire la distruzione di questo prezioso habitat per la flora e la fauna e, ai sensi dell’articolo 17 della legge provinciale 10 maggio 2010, n. 6, a conservare, proteggere e classificare come biotopo il bosco ripario di cui alle premesse; (2) a sostenere la salvaguardia e la conservazione dei boschi ripari e degli ecosistemi preziosi nel rispetto della sostenibilità ecologica e della bioiversità; (3) a puntare su misure compensative, che tuttavia non devono essere considerate un’alternativa a preziosi habitat esistenti; (4) a scongiurare la distruzione di habitat preziosi ponendo sotto tutela questa particolare area boschiva riparia nella zona industriale di Bressanone.
Paula Bacher (SVP) ha segnalato che l’ex presidente della Federazione ambientalisti Alto Adige Dissinger si era espresso a favore di questa misura compensativa. Ha quindi fatto riferimento alle frequenti esondazioni e alla separazione del bosco ripariale tramite una strada: si tratta di spostare l’area tra le due strade, pari a 1,6 ha, sull’altro lato, e aggiunta al biotopo di Pra Millan.
Hanspeter Staffler (Gruppo verde), auspicando un tempo di intervento maggiore, ha segnalato che la domanda fondamentale era se si trattava davvero di un bosco ripario. Bacher aveva ragione, esso è caratterizzato proprio da regolari inondazioni, e un parere a disposizione dle Comune di Bressanone chiariva se così era o no. Egli si batteva con forza per la tutela dei boschi ripari, ma era necessario un chiarimento, magari con audizione di esperti in 2a commissione legislativa, prima di procedere.
Josef Unterholzner (Enzian) ha chiarito che il tema era datato, e che analizzando con geobrowser si vedeva che tale bosco era nella zona produttiva, circondato da una strada: sicuramente un habitat non ideale per gli animali. Un imprenditore aveva comprato qualche tempo fa 1,7 ha di superficie vicino a Pra Millan, proprio per tutelare le specie che ci vivono, e ora la proposta era di allargarla di altri 1,6 ha: una proposta sicuramente positiva. Essa richiedeva una variazione al PUC. andava detto che la zona produttiva sicuramente non veniva inondata. Giusto era valutare bene le misure compensative.
Gerhard Lanz (SVP) ha chiarito che per decidere su certe tematiche erano necessarie conoscenze tecniche, e ribadito che la competenza era del Comune. Ha aggiunto che le continue critiche alla sostenibilitá erano imbarazzanti: andavano valutate anche le prioritá, e non era sostenibile mantenere un bosco ripario che di fatto non c’era più. Bisognava decidere sulla base delle condizioni attuali. Tutti i consiglieri erano sensibili al tema della tutela dell’ambiente, ma stava a cuore anche lo sviluppo economico di molte aziende.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha evidenziato che si sarebbero potuti usare gli schermi in aula per proiettare delle mappe relative al bosco ripario, che avrebbero dimostrato che esso era solo il residuo di un bosco ripario vero e proprio. In passato c’era lì un meandro del fiume, ma dopo la bonifica dlel’Isarco ciò che restava non era più ripario, e quindi a rischio inondazione: la stessa superficie poteva però essere utilizzato per una misura di rinaturalizzazione. La STF avrebbe comunque sostenuto la mozione, anche considerando che i fiumi altoatesini erano oggetto di molti interessi economici. Proprio le piccole isole di biodiversità tutelavano le piccole specie, utili anche per l’agricoltura.