
(AGENPARL) – lun 28 novembre 2022 LEGGE “SALVA COMUNI”, BARGI (LEGA): “STRUMENTO SUPERFLUO, LE MISURE DI SALVATAGGIO ESISTONO GIA’: QUESTA E’ UN “SALVA-AMMINISTRATORI””
BOLOGNA, 23 NOV – “Non capiamo la necessità di una legge che istituisce il “fondo Salva-Comuni” (proposta della giunta e che prevede l’istituzione di un fondo da 650.000 euro nel triennio 2022-2024 per sostenere le amministrazioni comunali che hanno difficoltà di bilancio) per due ordini di motivi: in primis perché di questo strumento, in Emilia-Romagna, non c’è bisogno (solo l’amministrazione di Jolanda di Savoia si trova in una situazione di pre-dissesto), in secondo luogo perché misure di salvataggio e soccorso dei conti delle amministrazioni pubbliche, già esistono, a livello nazionale”. Lo ha detto questa mattina nel corso dell’assise dell’Assemblea legislativa il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, relatore di minoranza del progetto di legge “Disposizioni per l’istituzione di un fondo a sostegno dei comuni dell’Emilia-Romagna in situazioni di squilibrio finanziario”.
Ma c’è di più, continua il leghista: “purtroppo si è persa l’occasione di confrontarsi con serietà e realizzare uno strumento più in linea con le esigenze del territorio e del rispetto della normativa nazionale. Il non rispetto della sentenza 115/20 della corte costituzionale, che prevede il sostegno economico a fondo perduto solo per realtà più fragili fiscalmente (per gli altri esiste l’anticipazione di cassa nazionale) e la forte discrezionalità nell’individuare i criteri di accesso per i comuni ci rende fortemente scettici su questo strumento. Si rischia, infatti, di prestare il fianco alla possibilità di favorire il comportamento scorretto di qualche sindaco che spende troppo e poi si rivolge a ‘mamma Emilia-Romagna’ per ricevere la paghetta” ha ribadito Bargi per il quale “si lascia carta bianca alla Giunta, si rischia di favorire il sindaco amico a seconda del colore delle amministrazioni in questione. Per tamponare questa possibilità ci si deve ispirare alle sentenze della Corte costituzionale per la quale interventi come quelli previsti da questa legge possono esserci solo per i Comuni davvero in difficoltà e non per comportamenti scorretti degli amministratori: si sarebbero dovuti unsare dei parametri oggettivi come l’indice di vulnerabilità e il reddito pro-capite degli abitanti”.
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